Dieci piccoli “insight” che migliorano la vita

Indice dei Contenuti

    Avrei potuto intitolare il post diversamente, togliendo quella brutta parola inglese, così difficile da pronunciare, e rendermi più comprensibile al vasto pubblico.

    Benché io cerchi sempre di tradurre in italiano ciò che è traducibile, ho scelto un termine mutuato dal linguaggio della pubblicità e la mia scelta non è casuale.

    Che cos’è un insight

    Insight letteralmente significa “vedere dentro”. Per traslato può essere tradotto con intuizione, ma anche percezione o acume. A seconda del contesto in cui viene utilizzato, può assumere significati specifici diversi. Per quel che so, oltre che nel marketing, si usa anche in psicologia.

    Certamente l’intuizione è parte del concetto di insight in pubblicità, ma non si tratta solo di questo.

    Nella pubblicità l’intuizione arriva da parte del pubblicitario che rappresenta una situazione in cui il pubblico si immedesima. Senza l’immedesimazione il concetto cade.

    Un altro punto molto importante è il concetto di novità: l’insight funziona quando oltre all’immedesimazione c’è lo stupore, come se si trattasse di una rivelazione: “wow, capita anche a me, ma è la prima volta che ci penso”.

    Uno degli esempi che spesso viene utilizzato per spiegare che cos’è un insight è quello della pubblicità delle patatine Fonzies.

    Se non lecchi le dita, godi solo a metà

    E chi non ricorda questo slogan, uno tra i più famosi degli anni ottanta?

    A fare la sua fortuna fu proprio l’insight che conteneva e che arrivava a ribaltare addirittura un limite del prodotto, ovvero il fatto che ungesse le dita.

    Chi di noi non ha fatto quel gesto dopo aver mangiato una fonzies, senza tuttavia dargli troppa importanza? Chi di noi non ne ha ricavato un sottile piacere?

    In questo caso l’immedesimazione e la rivelazione sono fortissime.

    Marco Mignani, il grande pubblicitario che pensò a questa campagna, colse in pieno un atteggiamento molto comune tra chi mangiava le patatine Fonzies e lo trasformò in elemento distintivo del marchio.

    Gli insight nella narrativa

    Oltre che nella pubblicità, dove hanno assunto un ruolo importantissimo per l’efficacia che raggiungono, gli insight esistono anche nella narrativa.

    Del resto, un insight è una piccola storia, potentissima.

    Da ragazza mi capitava di avere piccole rivelazioni nei romanzi di Stephen King. Ma anche il De Carlo dei bei tempi per me è stato molto significativo in questo senso.

    E forse non è un caso che si tratti di autori con un largo consenso. L’insight propriamente detto deve convincere un vasto pubblico, quindi appoggiarsi su una situazione (sia essa un desiderio, una necessità o un’abitudine) largamente condivisa, almeno all’interno di un certo pubblico o di una certa nicchia.

    Sono quelle piccole scintille che trasformano la nostra percezione verso un autore e ce lo rendono vicino: direi, da apprezzato diventa amato.

    Riconoscere un insight ci fa stare bene

    Non vorrei fare collegamenti azzardati da un campo all’altro, ma è pur vero che la nostra mente – per quanto sfaccettata – è un tutt’uno e spesso le relazioni tra argomenti che paiono dissimili sono molto più vicine di quanto pensiamo.

    Ultimamente, grazie alla mindfulness, ho imparato ad apprezzare le piccole cose. Mi sono resa conto del fatto che sono quelle che fanno la differenza. Spesso non ce ne accorgiamo perché non ci concediamo il tempo e l’attenzione di essere presenti a noi stessi: ma poi le ritroviamo in un pubblicità o in un libro e diventano una rivelazione.

    Gli insight sono dappertutto, come le storie. Riconoscerli ci fa stare bene.

    Non va poi dimenticato che il concetto di insight come strumento per migliorare la propria vita si collega al mondo dell’auto-miglioramento e della crescita personale (se vuoi saperne di più sulla crescita personale, rimando a questo articolo).

    10 piccole cose che mi fanno stare bene (in ordine sparso)

    1. Affondare le mani nel sacco del riso
    2. Leccare il cucchiaio di legno sporco di budino
    3. Fare scarpetta direttamente nella pentola del sugo
    4. Tenere in mano una tazza di tè fumante quando si hanno le mani intirizzite
    5. Le minuscole gocce d’acqua che restano sulla pelle dopo aver fatto il bagno in mare
    6. Togliere la pellicola che ricopre gli elettrodomestici nuovi
    7. Schiacciare le bollicine del pluriball
    8. Lo schiocco della lattina di coca cola
    9. I rumori domestici delle case altrui: in particolare, quello delle stoviglie e del telegiornale all’ora di pranzo
    10. Il calpestio delle pantofole di una persona anziana

    E per voi, quali sono le piccole cose che vi fanno stare bene?

    Sandra ha creato un carinissimo meme tratto da questo post. Per chi volesse leggerlo, lo trova qui. Grazie, Sandra!

    ******************

    Foto di copertina tratta da StockSnap da Pixabay

    Se ti è piaciuto, condividilo!

    21 Comments

    • La caffettiera che bolle. La focaccia calda e ben cotta 😉

      • E che dire dei buchetti nella pasta della focaccia fatta in casa? Vedo già le dita che si tuffano nella morbidezza! 😛

    • Uh che bel post, non ti dico quali siano i miei, perché ci farò un post (meme).
      Però ho molto apprezzato l’analisi al insight che non conoscevo, l’hai spiegata davvero molto bene, grazie.

      • Grazie a te per l’apprezzamento, cara. Se farai un post, lo citerò in fondo a questo. Sono curiosissima di leggere i tuoi insight. 🙂

    • Brunilde

      Le fusa della mia gatta, regolari e sonore, le vibrazioni che provengono dal suo corpicino caldo e soffice accanto a me. Un antistress naturale e potentissimo!

      • Vero. Gli animali sono un toccasana (a parte il mio cane quando scappa e mi tocca rincorrerlo per tutto il bosco, ma vabbe’). 🙂

      • …soprattutto quando rimbalza sulla tettoia e lo senti da sotto le coperte. 🙂

        • Come fai a saperlo? Mi sono fatta montare un velux apposta 😉

    • Il vento che muove le fronde degli alberi, il mio cane che dorme, pensare che mentre sto per addormentarmi fuori ci sono gli animali, le stelle e la luna, una tisana calda, gli aquiloni e i palloncini, gli uccelli, annusare il caffelatte (veg)… penso che potrei non finire più. Bel post, ben tornata! 🙂

      • Pensare che mentre sto per addormentarmi fuori ci sono gli animali è una cosa che faccio sovente anche io. Mi immedesimo nel bosco.
        Grazie per l’apprezzamento (e per il bentornata). 😉

    • Giulia Mancini

      Grande Silvia, hai spiegato molto bene il concetto di insight che, confesso, non mi era del tutto chiaro, lo vedo sempre scritto su facebook, da qualche parte sulla mia pagina, ma non ci capivo granché…
      Quello che mi fa star bene, l’odore del caffè il sabato mattina appena sveglia, per ora, poi ci sono altre cose, ma potrei farci un post anch’io come Sandra, vedrò.

      • Grazie anche a te per l’apprezzamento. Come dicevo sotto a Sandra, se ne farai un meme, lo citerò sotto al mio post.
        Sulla questione insight, ti dirò che più che altro FB ha usato questo nome per le statistiche sul coinvolgimento, come ben diceva Barbara nel suo commento, anche se in quel caso di tratta più che altro di dati.
        Personalmente trovo che il concetto di insight sia uno di quelli più affascinanti della comunicazione e che ben si presti a molti ambiti, perché è un meccanismo di immedesimazione e rivelazione che si verifica naturalmente, il marketing l’ha studiato e poi sfruttato.

    • Ammetto che quando ho letto il titolo ho pensato “Oh no, non dirmi che anche lei è passata al lato oscuro della Forza e adesso scrive articoli di marketing e social media???” 😀 😀 😀
      C’è Facebook Insights che mostra il grado di coinvolgimento, appunto, degli iscritti alla pagina, c’è Instagram Insights, sempre dati statistici, Twitter li chiama ancora Analytics, ma il concetto è lo stesso: quanto un contenuto èha impattato nel pubblico.
      I miei insights personali?
      Le piantine che crescono rigogliose, nonostante me, e fanno pure i fiori! I pancake quando mi riescono belli rotondi e dorati. Montare un mobile dell’Ikea tutto da sola, che in fondo è un ovetto Kinder un po’ più grande ma senza la cioccolata. Il vortice del gelato soft quando esce dalla spina e fa il pennacchio. Sedere in una spiaggia di sassi con i piedi in acqua, fresca. Un gatto straniero che si lascia coccolare al primo incontro. L’ultima pagina di un libro bello bello bello, che devo tornare indietro.

      • Hi, hi, hi. No, al lato oscuro non ho intenzione di passare, tanto meno al lato oscurissimo dei social, che è un ambito in cui non voglio nemmeno lavorare.
        Però mi affascina molto il rapporto tra certi aspetti del marketing e la narrativa, per esempio.
        Più mi addentro in questo settore per lavoro e più mi rendo conto di come alla base ci siano criteri di psicologia interessantissimi da studiare, fino ad arrivare alle neuroscienze. I meccanismo del ragionamento umano sottostanno spesso a regole fisse, che poi il bello è riuscire a spezzare o superare.
        Sto preparando anche una serie di post sulle leve di persuasione e sulla loro applicazione in ambito editoriale, ma non so quando li pubblicherò, sono mesi che studio.
        Ps. L’ultima pagina di un libro bello bello bello: mi hai fatto venire in mente le mie estati da ragazza, quando leggevo giorno e notte nello svacco più totale. Se oggi leggo deve essere di certo per quelle estati lì e per quelle ultime pagine che facevano sembrare ogni libro bellissimo.

    • Dunque vediamo, la corposità del silenzio della notte, la fiamma della candela che ondeggia, il profumo dell’incenso che si espande nelle stanze, la melodia che permea di emozioni la casa, il piacere dell’acqua della doccia mentre scivola sulla pelle dopo una giornata stancante… potrei andare avanti per ore, ma che dire di Tempesta che appena mi vede si arrotola in segno di “pronti ai posti via fammi le coccole!” che tutto passa in secondo piano?

      • Uh, l’incenso. Sai che lo adoro anch’io? Soprattutto certi aromi orientali tipo opium. Peccato che a casa mia figli e marito non lo sopportano. 🙁

    • Che bello *-* Lo faccio anch’io il meme! Bellissimo articolo, Silvia ❤

      • Grazie, cara. Mi fa piacere che tu l’abbia apprezzato. Aspetto il tuo articolo, allora. 🙂

    • Non c’è niente da fare: nei linguaggi c’è sempre una buona dose di misterioso, che gli esperti invece conoscono bene. Tutto ciò che ci cattura è studiato a monte, tu lo spieghi benissimo. Magari conoscere questa “arte”.
      Cosa mi dà quella particolare sensazione?
      La freschezza del cuscino a sera, poggiandovi sopra il volto.
      La penombra del mio soggiorno all’alba, in particolare se sono sola e non devo andare al lavoro.
      Il sapore morbido del formaggio di soia quando sono affamata.
      Tutto molto legato ai sensi, come è giusto che sia. 🙂

      • Dici bene: tutto molto legato ai sensi.
        Sai che mentre scrivevo il post pensavo proprio a questo? Le piccole cose che ci fanno stare bene partono quasi sempre da qualcosa di fisico: un odore, un rumore, un gusto, etc. Del resto qualsiasi esperienza che possiamo fare parte dal nostro corpo perché è proprio il corpo il tramite con cui ci mettiamo in relazione con l’esterno.

    Lascia il tuo commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Potrebbero interessarti:

    Silvia Algerino

    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
    Dissennatamente amante della vita, scrivo per non piangere, rido perché non posso farne a meno.

    Post Recenti

    • All Post
    • Blog
    • Risorse per crowdfunder
    • Risorse per lettori
    • Risorse per scrittori
      •   Back
      • Sei personaggi in cerca di...
      • Seo
      • Blogging
      • Dubbi d'autore
      • Copywriting & Co.
      • Marketing editoriale
      • Le mie parole
      •   Back
      • Indie&co
      • Calendario dell'avvento
      • Guest post
      • Idee
      • Interviste d'autunno
      • Libri
      • Poesia
      • Racconti
      •   Back
      • Crowdfunding editoriale

    Come se fossimo già madri

    Silvia Algerino

    Restiamo in contatto?

    * indicates required

    Per favore, scegli i contenuti che ti interessano:

    Puoi cambiare idea in qualsiasi momento: il tasto per l'annullamento dell'iscrizione è piè di pagina di ogni email che ricevi da me. Oppure scrivimi a privacy@silviaalgerino.com. Per altre informazioni visita il mio sito web. Cliccando qui sotto, mi autorizzi a gestire i tuoi dati nel rispetto della legge. Grazie di cuore.

    Utilizziamo Mailchimp come piattaforma di marketing. Cliccando qui sotto per iscriverti, accetti che le tue informazioni verranno trasferite a Mailchimp per l'elaborazione. Scopri di più su come Mailchimp gestisce la tua privacy.

    Intuit Mailchimp

    Restiamo in contatto

    Iscriviti alla newsletter (e niente spam).

    Yeah! Ora sei dei nostri. Ops! Qualcosa non va. Mi spiace! :(
    Edit Template

    Articoli recenti

    • All Post
    • Blog
    • Risorse per crowdfunder
    • Risorse per lettori
    • Risorse per scrittori
      •   Back
      • Sei personaggi in cerca di...
      • Seo
      • Blogging
      • Dubbi d'autore
      • Copywriting & Co.
      • Marketing editoriale
      • Le mie parole
      •   Back
      • Indie&co
      • Calendario dell'avvento
      • Guest post
      • Idee
      • Interviste d'autunno
      • Libri
      • Poesia
      • Racconti
      •   Back
      • Crowdfunding editoriale

    Contatti

    Silvia Algerino

    silvia@silviaalgerino.com

    P. IVA IT 02613430020

    © 2014 Created by Silvia Algerino – 2023 Updated by Silvia Algerino