Parlo per me. Fino ad un certo punto della mia vita non mi sono mai posta il problema della lettura. Semplicemente leggevo. E leggevo anche tanto.
Non dirò ora di quali siano state e quali siano attualmente le mie letture, lo farò probabilmente in un post futuro, vi dirò solo che fin da ragazzina la lettura è stato il mio miglior passatempo.
Tuttavia scoprii consciamente solo in un secondo momento la possibilità di leggere i testi da un’altra prospettiva ed accadde seguendo un corso di teatro per principianti.
L’insegnante ci fece capire l’importanza, nell’interpretare un personaggio, di essere quel personaggio, al fine di non fingere, ma al contrario di creare ogni volta qualcosa di nuovo.
Capii che non valeva solo per il teatro e mi si spalancò un mondo.
Da allora non smisi di elencare nella mia testa i vantaggi di questo modo di interpretare anche i testi scritti e non solo quelli recitati.
Eccone alcuni:
# Dare una nuova voce al libro che si sta leggendo
Penso che, simmetricamente, sia lo stesso obbiettivo che ha lo scrittore. Almeno io quando scrivo, pur non ritenendomi una scrittrice, aspiro a questo.
Un libro è di chi lo legge: nel momento in cui passa di mano in mano assume contorni diversi e la stessa storia viene reinterpretata con mille effetti e sfaccettature diverse.
Per questo amo le storie con un finale aperto. Le interpreto come trampolini di lancio verso nuovi orizzonti, adattati sulla personalità del lettore stesso.
# ENTRARE IN CONTATTO MENTALE CON LO SCRITTORE
Niente come leggere un libro ci parla del suo autore.
Riconoscere il linguaggio, interpretare la musicalità delle parole, osservare la struttura narrativa, studiare i personaggi sono solo alcuni degli indizi che ci svelano la personalità creativa di chi scrive.
Quante volte, dopo aver terminato un libro, sia esso romanzo sia esso un saggio, ci è quasi parso di conoscere il suo autore?
Che la nostra indagine abbia colpito nel segno o meno, non ha importanza: abbiamo comunque creato un contatto mentale.
# capire noi stessi attraverso le vicende di altri
Questo è un altro punto a cui sono particolarmente affezionata.
Di tutto l’immenso arricchimento che ci deriva dalla lettura di un libro, questo ritengo sia il più importante.
Quando uno scrittore riesce a smuovere talmente tanto in noi da portarci a traferire il nostro vissuto in quello di una narrazione, ha chiuso il cerchio ed è arrivato dritto al bersaglio. Colpito e affondato.
# USCIRE DAL NOSTRO PICCOLO MONDO
Eccetto casi particolari, ognuno di noi conduce la propria esistenza nel proprio piccolo mondo, fatto di linguaggi, immagini, abitudini consolidate. A volte persino tanto forti e radicate da diventare stereotipate.
L’interpretazione critica di un testo ci porta a violare il nostro codice abitudinario di parole e di pensieri e ci apre un mondo già esistente, a cui semplicemente non avevamo fatto caso.
# stimolare il confronto tra lettori
Vi sarà certo capitato di leggere uno di quei libri che, per un attimo, vi cancellano dalla mente il resto del mondo, come se vi trattenessero in una dimensione onirica.
Quando capita a me, ho bisogno di condividere con qualcuno questa sensazione e scatta in me uno dei meccanismi più spontanei tra lettori: lo presto subito a un’amica.
So che in seguito ne nascerà un dialogo ed un confronto tra punti di vista. E tutto ciò ci porterà oltre il testo, forse anche oltre l’intenzione del suo autore.
Per tutti questi motivi un libro sarà sempre vivo.
E voi vi ritrovate in tutto ciò?