Consigliare libri per le vacanze ai ragazzi : sì o no?

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    Anche quest’anno sono iniziate le vacanze scolastiche e, sebbene quest’anno scolastico sia stato tutto particolare, arrivano anche le liste di libri consigliati per le vacanze.

    Si usavano già ai nostri tempi, anche se allora le letture erano più obblighi che consigli, e ancora oggi vanno abbastanza di moda.

    C’è chi ritiene indispensabile consigliare libri per la formazione di adulti-lettori e c’è chi invece stigmatizza queste liste, sostenendo che obbligare a leggere sia sempre dannoso.

    Io, come al solito, mi arrovello nei miei dubbi, perché davvero non lo so se le liste di lettura per ragazzi siano controproducenti o utili.

    Quanto leggono i ragazzi?

    Per quanto mi riguarda, ho iniziato a leggere piuttosto tardi. Da bambina non mi piaceva affatto, la trovavo una attività troppo lenta e, da maschiaccio che ero, preferivo correre dietro a un pallone.

    Però ero puntigliosa e ho letto tutti i classici che ci venivano imposti, anche se con una noia tale che non mi è rimasto assolutamente nulla.

    Ricordo che alle medie dovetti leggere due volte di fila I Malavoglia, perché mi distraevo talmente tanto durante la lettura che, una volta terminato, sapevo a mala pena di che cosa parlasse.

    L’amore per la lettura sbocciò ai primi anni di liceo e, da lì, le mie estati diventarono stupende proprio perché avevo tanto tempo per leggere.

    Oggi sono cambiate molte cose e le statistiche dell’AIE ci dicono che i maggiori lettori stanno nella fascia di età tra i 4 e i 14 anni. Dopo di ché è una lenta discesa, tanto che 6 italiani su 10 non leggono nemmeno un libro all’anno.

    I bambini, dunque, mediamente leggono molto più di noi.

    Perché i bambini leggono più degli adulti?

    Verrebbe allora da chiedersi perché i bambini leggano di più degli adulti.

    Qualcuno potrebbe dire che è una questione di tempo, ma credo che in molti casi non sia così, tanto più che per altre attività di svago, come guardare le serie TV, il tempo lo si trova eccome.

    Nel mio caso, pur non essendo una maniaca delle serie TV, negli ultimi vent’anni ho guardato completamente 4 serie: E.R Medici in prima linea, Friends, NCIS e Grey’s Anatomy, per un totale di 36 giorni, 13 ore e 56 minuti di visione. Considerando che la mia media di lettura è di circa 3 minuti per mille parole, in quel tempo avrei potuto leggere circa 24 milioni di parole. Occhio e croce, avrei potuto leggere circa 200-250 libri in più, almeno dieci all’anno.

    Ma se il problema non è il tempo, o solo il tempo, allora perché i ragazzi smettono di leggere?

    Personalmente credo che ci siano tanti motivi diversi.

    Chi fa un lavoro intellettuale e magari sta tante ore al pc, preferisce non impegnare troppo la testa dopo il lavoro. Io, stessa, leggo meno di quello che vorrei, anche perché il mio lavoro consiste prevalentemente in lettura e scrittura.

    Anche i ragazzi, alle scuole superiori, stanno tante ore sui libri e nel tempo libero hanno esigenza di muoversi. D’altro canto, non è che chi non studia legga di più. Quindi, anche questa non è da sola una motivazione sufficiente.

    E poi c’è, senza dubbio, un motivo culturale. Diciamolo: leggere non è così tanto di moda. Nell’adolescenza sei più figo se fai sport che se stai chiuso in casa a leggere.

    Obbligare i bambini a leggere: giusto o sbagliato?

    Tutti siamo d’accordo sul fatto che leggere deve essere un piacere. Io stessa, come ho detto, dei libri che mi sono stati imposti non ricordo quasi nulla.

    Tuttavia, va anche detto che oggi non funziona più così e i libri, per quanto ne so, non vengono imposti: i miei figli hanno liste in cui i libri consigliati sono molto più adatti alla loro età rispetto a ciò che accadeva ai nostri tempi e spesso i professori si ingegnano pure a personalizzare i consigli sul carattere del ragazzo.

    Gli insegnanti oggi sono molto più aperti al dialogo: spesso mio figlio più grande, che ha appena finito le medie, si è trovato a conversare amabilmente con i suoi professori sui gusti letterari.

    Del resto, anche qualche piccola imposizione qua e là può essere utile perché ci sono ragazzi che non leggono per pregiudizio ma magari, una volta spinti a farlo, si ricredono. Consigliare i libri potrebbe essere un buon metodo per stimolarli.

    Ecco che, come dico molto sovente, in medias res stat virtus: il buonsenso di trovare una via di mezzo la vince sempre.

    Non obbligare, certo, i bambini, però non essere nemmeno troppo accondiscendenti nel momento in cui non si tratta di gusti, ma di pigrizia. Cosa che, se amiamo la lettura, dovremmo fare anche nei confronti di noi stessi.

    E voi, cosa ne pensate? È giusto proporre liste di letture ai ragazzi?


    Ps. Se volete anche voi provare a calcolare quanto tempo avete passato guardando serie TV, potete usare il simpatico tool sul sito Tiii.me/

    Se, invece, volete saggiare la vostra velocità di lettura, trovate un divertente strumento sul sito nienteansia.it.


    Photo by Freepik

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    6 Comments

    • Io direi una lista molto modernizzata dalla quale volendo si può anche scappare se si è particolarmente non amanti della lettura, purché si legga qualcosa anche a scelta. Per me l’ideale sarebbe prevedere un’uscita in libreria con obbligo di acquisto, più che vincoli e titoli che oggettivamente farebbero allontanare chiunque dalla lettura. Se non si riesce a veicolare il messaggio lettura=piacere è un macello.

      • Verissimo! Il messaggio è molto importante e l’obbligo rischia davvero di essere controproducente. Credo anch’io che sia giusto lasciare la scelta libera, magari semplicemente dando qualche suggerimento. L’importante è che si legga qualcosa.

    • Giulia Mancini

      Credo che il consiglio non debba essere un obbligo, inoltre è importante anche il genere perché un libro per ragazzi può essere più invitante de I malavoglia (che io ho apprezzato alle superiori), probabilmente se lo avessi letto alle medie non mi sarebbe piaciuto..

    • Non ricordo di aver avuto liste di lettura estive, era solo “consigliato” di leggere almeno due o tre romanzi a gusto proprio. Erano altri tempi, in cui non si voleva né caricare ancora le famiglie di altra spesa per i libri (dato che c’era una sola biblioteca nel raggio di 30 km e non avrebbe potuto soddisfare tutte le richieste) e favorire la lettura almeno incontrando i gusti dei ragazzi. Io avevo gli Agatha Christie scartati dai miei zii.
      E per quanto io passi anche 12 ore davanti al computer (tra l’altro a scrivere manualistica al momento), se ho il libro giusto sul comodino non ci sono santi che mi tengano: pur con un occhio mezzo chiuso dal sonno ma devo scoprire che succede… 😀

    • Credo anch’io che si debba cercare un compromesso, senza pretendere che faccia miracoli. Se però mi chiedi quanto sono ottimista sulla possibilità di rendere la lettura piacevole per i nativi digitali, devo dire che lo sono poco. Ci sono altri media, adesso, che risultano più attraenti e veloci nella fruizione delle storie. Non credo che si possa davvero contrastare questo fatto, e tutto sommato non me ne cruccio troppo, anche se poi i miei libri potrò usarli per il caminetto. Immagino che quando abbiamo finito di usare i graffiti rupestri ci sia stato qualcuno che li rimpiangeva… noi uomini siamo fatti così. 😉

    • Anto Mecenero

      Io obbligo a leggere ma non impongo il libro. Do un listone (che ha un occhio di attenzione ai libri della biblioteca della scuola, che possono essere presi in prestito gratuitamente) e anche la libertà di presentare un libro da aggiungere previa approvazione mia (la libertà assoluta è finita quando in prima media una ragazzina voleva a tutti i costi leggere “Cinquanta sfumature di grigio” e io volevo evitarmi una denuncia). Direi che funziona abbastanza. Negli anni i ragazzi mi hanno consigliato libri veramente belli e pian piano molti hanno scoperto il piacere della lettura. Ogni anno poi nascono dei piccoli best seller di classe, libri che piacciono e i ragazzi si scambiano tra loro. Spesso non sono assolutamente quelli su cui io avrei scommesso. Quest’anno (terza media) tra i maschietti ad esempio è andato fortissimo “Il sergente nella neve”, mentre una ragazzina mi ha scritto che “Il buio oltre la siepe” ha cambiato il suo modo di vedere il mondo. Insomma, ogni tanto qualche soddisfazione c’è. Devo dire che, da prof, è molto difficile consigliare il libro giusto. Chi ama lo sport non sempre ama leggere di sport. Chi ha difficoltà a leggere a volte viene indirizzato su letture semplici anche da un punto di vista della trama, che non lo soddisfano. Lo stesso libro può essere amato o odiato da due ragazzi apparentemente dai gusti simili. Insomma, si spara nel buio.

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