17 anni di Wikipedia: siamo tutti più colti o solo più informati?

Indice dei Contenuti

    17 anni fa nasceva Wikipedia.

    Una rivoluzione di cui certo non ci rendemmo conto sul momento, ma che oggi segna un nuovo modo di fare ricerche, di sapere e, persino, di studiare.

    La nascita di Wikipedia

    Il 15 gennaio 2001 Jimmy Wales e Larry Sanger lanciarono la prima enciclopedia online, collaborativa e gratuita.

    La prima versione fu unicamente il lingua inglese, poi nel tempo divenne multilingua.

    La parola wikipedia è una parola composta dal termine hawaino wiki, che significa veloce e -pedia, derivante dal greco antico παιδεία, paideia, formazione.

    Si tratta dell’enciclopedia più grande mai scritta ed è composta da più di 45 milioni di voci in oltre 280 lingue.

    Proprio per la grande offerta di voci e argomenti e per il facile accesso, oltre che per il fatto di essere gratis, è tra i 10 siti più visitati al mondo e costituisce l’opera di riferimento generalista su Internet.

    In principio fu il libro

    Grazie alla mia veneranda età, faccio parte di quella popolazione che ha imparato a fare ricerche sui libri cartacei.

    Alle elementari utilizzavo Conoscere e Vita Meravigliosa. Che, ai miei tempi, cioè nei favolosi anni ottanta, erano due enciclopedie già vecchie.

    Ricordo chiaramente la grafica anni sessanta e le copertine in stoffa polverosa. Il colorino verde acqua sbiadito di Vita Meravigliosa e la sovracoperta nera di Conoscere un po’ sbrecciata.

    Per le ricerche rapide, invece, c’era la Ganzantina Universale. Di cui avevo la prima edizione, quella del ’62.

    Anche questa sembrava già allora vecchissima, con le pagine di carta leggerissima e la rilegatura che si strappava. Eppure la utilizzavo quasi con religione, visto che era di mia mamma. (Se dovessero utilizzarla oggi i miei figli con le loro manine delicate, sarebbe carta straccia in tempo zero.)

    Oggi, invece, il web

    Se già il web aveva iniziato a modificare il modo di fare ricerca, senza dubbio la diffusione di wikipedia e, soprattutto, la possibilità di fruirne in tutte le lingue in tempo reale hanno contribuito a cambiare sistematicamente il rapporto tra studenti e fonti.

    Per quanto cerchi di invogliare i miei figli (sette e undici anni) a fare ricerche su libri anziché sul web (e tanto meno su wikipedia), di solito è una battaglia persa.

    La loro generazione è cresciuta insieme alle enciclopedie digitali, i libri scolastici stessi hanno sempre allegato un CD esplicativo.

    E dunque? È un bene? O è un male?

    Pro e contro dell’enciclopedia on line

    Dire se sia un bene o se sia un male in senso assoluto è, almeno a mio parere, troppo riduttivo.

    Senza dubbio ci sono degli innegabili vantaggi. Anche se, soprattutto per i più giovani, ci sono dei tranelli in cui è bene non cadere.

    Del resto, l’enciclopedia on line è puramente un mezzo: la sua bontà non è intrinseca, ma dipende dall’uso che ne viene fatto. (Provate a dare un’enciclopedia tradizionale in testa alle persone e vedete se fa poi tanto bene, per dire.)

    I vantaggi dell’enciclopedia on line:

    1. Aggiornamento: secondo me è, forse, il maggior vantaggio. Come dicevo prima, ai miei tempi le enciclopedie erano già sempre troppo vecchie. Immaginate oggi, con la rapidità con cui si evolve il mondo, se sarebbe possibile basare le proprie conoscenze solo su cartaceo;
    2. Rapidità: vuoi mettere? ti svegli nel cuore della notte con un dubbio amletico sulla prima guerra punica, afferri lo smartphone, togli la modalità aereo (mettetela sempre di notte!) e in un secondo puoi scoprire tutto su Annibale e tornare a dormire tranquillo.
    3. La vastità degli argomenti: so di essere molto ignorante. Da bambina e da ragazza mi capitava di sentir parlare di argomenti di cui capivo poco o niente e, il più delle volte, per quanto mi sforzassi di cercare su vocabolari, dizionari o enciclopedie, non trovavo nulla. A volte erano argomenti troppo recenti, invece altre volte semplicemente non avevo i supporti necessari. Avrei dovuto avere libri di approfondimento. E non li avevo.
    4. Il costo popolare: non è da sottovalutare il fatto che possedere enciclopedie un tempo era quasi un lusso. E spesso la possibilità di aggiornarsi dipendeva proprio dalla disponibilità economica. Oggi, bene o male, possediamo quasi tutti smartphone e connessione. Chiunque può accedere a wikipedia.

    Quali sono, invece, gli svantaggi?

    Come dicevo prima, a mio parere, gli svantaggi possono derivare più che altro da un uso distorto.

    Personalmente ci tengo che i miei figli imparino a fare ricerca anche sui libri. Penso che la capacità di districarsi proprio fra le pagine di carta sia una competenza che si apprende con l’esercizio e che serve anche a formare una certa logica.

    E, soprattutto, penso che l’abilità pratica serva anche a navigare meglio sul web, imparando a essere critici, a selezionare le fonti e a sapersi districare tra le informazioni.

    Quindi, non tanto “meglio così o meglio cosà”, quanto piuttosto “prima questo, poi quello”.

    Altrimenti il rischio è, nella valanga di informazioni a cui riusciamo quotidianamente ad accedere, di essere iper-informati senza conoscere nulla veramente.

    Privilegiare l’approfondimento

    Uno degli effetti collaterali della ricerca online è proprio quello di fermarsi ai titoli.

    Mentre sulla carta stampata siamo meno tentati di saltare di paragrafo in paragrafo leggendo solo le prime righe di ogni argomento, nelle ricerche sul web (sia wikipedia, siano giornali online o altre forme di informazione) i nostri occhi si lasciano affascinare dalla mole di informazioni (oltre che di forme di distrazione: dal banner alla pubblicità).

    Capita così che le notizie quanto l’oggetto delle nostre ricerche rimangano a livello superficiale.

    Poiché una ricerca dovrebbe proprio avere la funzione di approfondire, diventa importantissimo non fermarsi a wikipedia. E tanto meno alle prime righe di wikipedia stessa.

     

    E voi, che cosa ne pensate?

    Se ti è piaciuto, condividilo!

    10 Comments

    • Anche io per limiti d’età sono cresciuta con le enciclopedie e le polverose ricerche in biblioteca. Oggi mi pare impossibile. Oggi appena mi accorgo di non sapere o non essere certa vado e controllo su wikipedia. Inutile dire che spesso mi sento rispondere dai miei figli: chiedilo a Google, lui lo sa. Compreso la pronuncia di un vocabolo in lingua straniera e mille e più diavolerie.
      Trovo anche io sia maggiore l’elenco degli aspetti positivi, ma importante non abbandonare la ricerca cartacea, anche se il costo, ahi, risulta davvero improponibile.

      • Sì, sembrerebbe davvero impossibile oggi vivere senza l’ausilio di strumenti che ci permettono di arrivare a qualsiasi informazione in tempo reale. L’importante è che i bambini non si adagino su Google ma imparino a usare anche i libri.
        Saper cercare bene su un dizionario cartaceo non è per nulla facile.

    • Quand’ero bambina già avere una Garzantina era un lusso, il mio primo dizionario di Italiano l’ho vinto con un disegno in prima elementare (in tutta la scuola! 😉 ) Poi andavano di moda i “Grandi libri di …” (animali, vegetali, storia d’italia, preistoria, piante, astronomia, geografia, ecc.) Ma la prima enciclopedia l’ho salvata svuotando una cantina per un trasloco, una vecchia Mondadori in 10 volumi. All’epoca c’era chi si indebitava per avere una Treccani, era quasi come comprarsi una pelliccia. Ad oggi, Wikipedia non è la mia massima fonte per le ricerche (anzi, fosse per me starei tutto il giorno a segnalare la mancanza di un dettaglio, una fonte, un rimando), però è un buon sistema da cui partire, poi si deve approfondire. Spesso è meglio andare sulla versione inglese, perché contributi e fonti sono migliori di quelle italiane, vuoi anche perché sono molti di più gli utenti che la alimentano. Chi dice che Wikipedia è pessima perché fatta da utenti “normali”, mentre i libri sono scritti da fonti autorevoli… beh, ricordo che alcuni libri di storia non mi hanno spiegato bene bene le cose come poi le ho apprese per conto mio da adulta. Questo bisogna far capire alle persone: di non accontentarsi di Wikipedia, come non accontentarsi di consultare un libro solo. 🙂

      • È vero! I “Grandi libri di…” me li ero scordati. Io avevo gli animali. Mio fratello la geografia. Erano stati regali di Natale, tanto erano preziosi allora!
        Sono d’accordo sul fatto che Wikipedia non sempre sia esaustiva né precisissima. D’altronde credo sia inevitabile, data la natura collettiva e “popolare” dell’opera. Però forse proprio questo l’ha resa così facilmente consultabile e così visitata.
        Quindi concordo in pieno: un comodo strumento di base di cui però non accontentarsi.

    • Non credo si tratti di cultura ma di nozionismo e c’è una certa differenza.
      Naturalmente uso Wikipedia ma, figlia delle ricerche in biblioteca, sulle enciclopedie come i famosi Quindici, trovo che appunto sia diverso. Si prendono informazioni spicce e come dici tu si approfondisce poco o niente.

      • Io credo che il rischio maggiore sia per chi dovrebbe imparare. I nativi digitali non sono stati costretti a usare i libri e rischiano di non saperlo proprio fare. Poi anche noi rischiamo di adagiarci… e mi rendo conto che anche io di primo acchito prediligo il web.
        Persino le ricette, pur avendo decine e decine di libri di cucina, le cerco su giallozafferano!

    • Giulia Mancini

      Anch’io usavo I quindici per le mie ricerche! Oggi però delle ricerche sul web apprezzo l’immediatezza e di Wikipedia il fatto che sia senza pubblicità e quindi senza banner fastidiosi, ogni tanto faccio anche la donazione di piccole cifre a Wikipedia perché secondo me è importante che continui a restare senza pubblicità. Forse è vero che non si approfondisce, oggi siamo tutti figli della fretta, però quando voglio parto dal web e poi cerco di approfondire documentandomi anche fuori dal web…

      • L’immediatezza del web oggi sarebbe davvero irrinunciabile.
        Interessante quanto dici sul fatto che Wikipedia non abbia pubblicità. Hai ragione, non ci avevo pensato. È un valore aggiunto da non sottovalutare. (Corro a fare una piccola donazione pure io!) 😉

    • Anch’io appartengo alla generazione delle enciclopedie e delle ricerche fatte consultando i libri, e dotata di forbice e colla (senza nemmeno escludere qualche disegno fatto da me, come avevo fatto per la tesina del liceo linguistico). 🙂 Trovo wikipedia comodissima per controllare le informazioni rapide, e anche per cercare la traduzione veloce di alcuni termini, Tuttavia ho notato anche che molto spesso ci sono anche degli errori, parlo magari di argomenti che mi piacciono maggiormente, come quelli storici – su quelli scientifici non metto becco e potrebbero propinarmi qualsiasi cosa. In questo caso un buon saggio, anche digitale ma derivato da un libro, e con un nome accreditato, è senz’altro la fonte migliore!

      • Sono d’accordo con te. Wikipedia è comoda, ma un libro ha un approfondimento completamente diverso. E poi, secondo me, è anche una questione di metodo. Imparare sui libri aiuta a costruirlo.

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    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
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