Premio Dea Planeta: quando una casa editrice investe in marketing

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    Di che cosa si tratti più o meno lo sappiamo tutti: Dea Planeta ha lanciato un concorso piuttosto interessante per chi sogna di diventare uno scrittore. 

    Entro il 28 febbraio aspiranti, così come scrittori già affermati, potranno mandare il loro manoscritto e sperare in una pubblicazione a 5 zeri.

    Centocinquantamila euro è l’anticipo sui diritti d’autore che riceverà chi si aggiudicherà la pubblicazione.

    Ma non solo:  la promozione a carico della casa editrice così come l’apertura ai mercati internazionali grazie alla traduzione in spagnolo, inglese e francese.

    La novità, che piomba sul mercato editoriale con la possibilità di avere un effetto dirompente, è stata colta da coloro che lavorano nel settore in maniera non univoca.

    Infatti se alcuni addetti ai lavori hanno pesantemente criticato l’iniziativa, altri invece ne parlano come una botta d’ossigeno in un mercato editoriale bloccato. 

    Chi è DeA Planeta Libri

    DeA Planeta Libri è una joint venture nata nel 2017 dall’unione delle forze di De Agostini e Planeta. 

    Se De Agostini ha una copertura del 42% del mercato editoriale globale,  di Planeta sappiamo che è la prima casa editrice al mondo per i libri in lingua spagnola e la seconda per quelli in lingua francese. 

    Planeta fin dal 1952 bandisce un premio letterario, sul cui modello è stato creato quello italiano. Si tratta del primo premio letterario per importanza nel mondo spagnolo e gli autori premiati spesso hanno ottenuto ottimi risultati anche nel nostro Paese.

    Ora DeA Planeta ha importato il format anche in Italia con l’obiettivo, si legge nel sito, di “riavvicinare molte persone alla meravigliosa abitudine della lettura.”

    Premio DeA Planeta: premio letterario o operazione di marketing?

    Riavvicinare le persone alla lettura è un obiettivo ammirevole, soprattutto in Italia dove i dati non sempre paiono confortanti.

    E per farlo i responsabili della casa editrice non si aspettano di premiare “il nuovo Gadda”, almeno così dicono.

    Semmai si augurano di trovare un romanzo vendibile, di qualità e di respiro internazionale. Tanto più che dovrà trovare mercato un po’ in tutto il mondo. [1]

    Qui da noi in Italia non si era mai sentito nulla di simile, considerato che il Campiello e lo Strega fruttano ai vincitori rispettivamente cinquemila e quindicimila euro.

    Ancor più, fa clamore il fatto che una cifra simile possa essere vinta da un esordiente. 

    Viene da chiedersi se non sia una mossa un po’ azzardata.

    L’azzardo di DeA Planeta

    Il mercato editoriale italiano è talmente contratto che l’anticipo sui diritti d’autore rappresenta una prerogativa degli scrittori di fascia alta (per intenderci, i De Carlo, i Camilleri, i Carofiglio e pochissimi altri).

    Se si aggiudicasse il premio un esordiente (ribadisco: centocinquantamila euro), la casa editrice correrebbe il rischio di un flop.

    Eppure potrebbe essere stato un rischio ben calcolato.

    Sono convinta che, al di là degli scopi dichiarati ufficialmente, dietro l’istituzione di questo premio esista un piano di marketing editoriale ben preciso. Niente così di strano, intendiamoci: semmai, a certi livelli, lo stupore dovrebbe riguardare l’assenza di strategie.

    Secondo me, con questo premio DeA Planeta vuol fare ben di più che riavvicinare i lettori alla lettura.

    È fin da subito evidente come punti a potenziare il proprio brand e a creare un’immagine di casa editrice attenta al proprio pubblico.

    Noi aspiranti iniziamo già ad averne un’immagine più benevola: DeA Planeta ci piace perché investe sugli autori piuttosto che sulla classica pubblicità.

    Senza contare che un’operazione di marketing che porti all’esborso di centocinquantamila euro è perfettamente sostenibile da una casa editrice di quella dimensione.

    Se anche l’opera vincente non dovesse vendere così tanto come ci si attende sarà l’intero catalogo a giovarsene e a coprire le eventuali mancate vendite.

    D’altronde è lo stesso rischio a rendere interessante l’intera operazione: le altre case editrici dovranno prendere contromisure perché il premio DeA Planeta, almeno in Italia, rappresenta qualcosa di inaspettato che, bene o male, smuoverà un mercato incapace di dinamismo. 

    Tutti gli attori del mondo editoriale ne sono coinvolti. Soprattutto gli autori, di qualunque categoria facciano parte, potrebbero trarre beneficio da questa novità.

    Per esempio, gli autori già affermati, ma non di prima fascia, potrebbero sentire il desiderio di respirare aria nuova oppure potrebbero spingere per avere contratti più vantaggiosi. 

    Spesso non lo si pensa, ma il marketing è fatto di tendenze, modi di pensare oltre che di rapporti di forza. Se qualcuno, in qualche modo, li scardina ci possono essere conseguenze imprevedibili: ecco perché il premio DeA Planeta va visto in un ottica ben più ampia della semplice pubblicazione di un opera.

    E voi che ne pensate? E, soprattutto, parteciperete? 

    [1] Dalle dichiarazioni rilasciate dall’amministratore delegato di DeA Planeta nell’intervista a Il Libraio

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    6 Comments

    • Sono pienamente d’accordo con te. Quanto a partecipare, la Nuova Storia è ancora tutta sugli appunti e nella mia testa, perciò sarebbe – o sarà – una bella cavalcata…

    • Io quasi quasi partecipo con un mio bel romanzo inedito…

    • Giulia Mancini

      Se avessi una storia pronta parteciperei di sicuro, ma non è così, non credo di avere abbastanza tempo davanti a me per scriverla, magari la prossima edizione. Molto interessante la tua analisi, è vero che potrebbe scardinare gli equilibri di famose case editrici per alcuni autori di rilievo.

    • Penso che sono già stufa di sentir parlare di questo concorso!! 😀
      Sta diventando peggio del tormentone estivo e oramai credo sia stato già detto tutto di tutto.
      Parteciperei se avessi un testo pronto o al massimo da editare, tanto non c’è nulla da perdere, non è nemmeno richiesto un costo di partecipazione (a dispetto di altri concorsi). Ma non ho un testo pronto e avendo altre incombenze importanti da qui a febbraio non ho nemmeno il tempo di preparare un testo della qualità che vorrei presentare a un concorso del genere (sicuro infatti che riceveranno milioni di manoscritti, ma di che qualità? basta vedere cosa si trova in Amazon in self… sono davvero pochi quelli che lo prendono sul serio). Potrei anche buttare giù una storiella romance, ma non è quello che voglio. Aspetto di vedere cosa succederà al prossimo marzo e nel caso parteciperò ad una seconda edizione.

    • irene

      E’ come gettare un sasso nell’oceano e poi sperare di ritrovarlo. Grande operazione di marketing, senza dubbio, e dico anche che era ora di agitare le acque stagnanti della letteratura di casa nostra, se non con opere di grande valore, almeno con opere che fruttino sia a chi le scrive sia a chi le pubblica. Ma gli esordienti ci mettano una bella pietra tombale sopra: non è pane per i loro denti. Non siamo negli USA, ma in Italia. Qua è solo il nome che conta.

      • Ciao Irene e benvenuta sul mio blog. Penso anch’io che il vincitore non sarà un esordiente assoluto, sarebbe un rischio un po’ elevato anche per una operazione come questa. Però chi lo sa? Non è mai detta l’ultima parola. 🙂

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