Il pozzo dei desideri: caro Babbo Natale

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    Lo so, siamo già nel tunnel del Natale.

    E chi è che non si avvilisce vedendo nella prima settimana di Novembre già tutto addobbato a festa? Supermercati che ti propongono il salmone in offerta, melagrana tagliata di proposito per afferrare con l’immaginazione quel succulento desiderio di fresco e dolce in una tavola imbandita di ottomila calorie, luci che si alternano di mille colori che adesso che i semafori hanno lasciato il posto alle rotonde, nemmeno siamo più abituati a quella policromia.

    Panettoni ad Ognissanti, che poi il giorno di Natale non ti bastan più le cremine allo zabaione e il cioccolato fondente a pacchi, nemmeno con i fuochi di artificio lo mangeresti più.

    Eppure io da sempre lo sostengo. Finita l’estate, ricominciata la scuola, un attimo ed è Natale.

    Così mi premunisco per evitare di esser di quelli (come mio marito) che la vigilia di Natale ingolfano le strade alla ricerca di un regalo che non si trova più, spaccandosi il cervello con l’idea di riserva e rotolandosi nei supermercati spingendo un po’ più forte perché c’ero prima io.

    Io la vigilia di Natale sarò a casa. Ad impacchettare gli ultimi doni arrivati con Amazon e caracollando a destra e a sinistra perché il Panettone, quello che faccio io, non sarà di nuovo lievitato bene e sembrerà più un uovo di Pasqua che una colomba.

    Allora mi son detta che per facilitare chi di dovere, il mio buon Babbo Natale per esempio, potrei cominciare a stilare un elenco di ciò che mi piacerebbe avere, così per gioco mi ripasso un po’ ciò su cui dovrei lavorare.

    Che cosa desidero?
    • Beh, la prima cosa è facile. Vorrei aver più tempo.Tempo per non arrivare sempre all’ultimo su tutto: prendere i bambini a scuola, scrivere un post, finire quel lavoro là, preparare la cena;
    • Vorrei saper scrivere i dialoghi come uno scrittore vero, che quello è sempre stato il mio tallone d’Achille e, per quanti libri di Cormac McCarthy ho letto, i miei personaggi sembrano ancora Biancaneve che parla coi sette nani;
    • Vorrei essere più organizzata, che forse basterebbe quello e, allora, Babbo Natale, potresti risparmiarti di darmi più tempo. Perché tanto incasinerei anche quello.
    • Vorrei un notebook nuovo, quello sì, vero. Perché così magari non dovrei sempre fare attenzione con questo qui, che è così vecchio ed usurato che, se lo apro e chiudo, si rischia di staccare il video;
    • Vorrei saper fare delle belle foto per i miei post, invece di raccattarle sempre su pixabay. Oppure, se imparare da me è chieder troppo, allora dammi almeno una macchina fotografica che faccia tutto da sola, ma bene.
    • Vorrei un buon dizionario di italiano, un vocabolario Italiano-Inglese e una grammatica italiana (magari quella di Serianni), perché i dubbi li ho, e anche tanti, e con wikipedia e google translate risolvo poco.
    • Vorrei dei libri che quando li leggi ti viene l’acquolina in bocca, non perché si tratti di ricette, ma perché ti stuzzicano la voglia di leggere, scrivere e di vivere. Che la mia vita è tutta unlibri e fantasia.

    Vorrei altre cose, ne sono certa. Ma qui adesso c’è da pensare ai regali che farò io e, come sempre, idee e progetti in cantiere sono troppi.

    C’è il calendario dell’Avvento da preparare, e solo per quello già mi ci va un mese. E se deve cominciare il 1 novembre sono già in ritardo di più di dieci giorni.

     

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    Silvia Algerino

    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
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