Il crowdfunding nell’editoria – Parte II: I pro e i contro

Indice dei Contenuti

    I PRO E I CONTRO DEL CROWFUNDING NELL’EDITORIA

    Ho raccontato la settimana scorsa in questo post la mia esperienza di crowdfunding con bookabook. Esperienza per altro ancora non terminata, in quanto sono in attesa degli sviluppi che questa potrà (o non potrà) portarmi.

    Sul crowdfunding, pratica ancora agli albori nel nostro Paese, si è detto e scritto molto. Sul crowdfunding nell’editoria un po’ meno, anche perché per ora si tratta di una pratica generalmente non molto apprezzata nel mondo della scrittura creativa, o per lo meno non considerata interessante, quindi poco dibattuta.

    Nei blog che seguo abitualmente sono veramente pochi i post dedicati all’argomento. Tra questi, un bel post di alcuni mesi fa di Salvatore Anfuso spezza una lancia a favore del crowdfunding nell’editoria, pur ammettendo che probabilmente non ne farebbe uso personalmente, mentre Marina Guarneri dal suo Taccuino dello Scrittore oltre un anno fa definiva i lettori come mecenati, centrando in pieno il discorso.

    In realtà lo spirito è proprio questo: catturare i lettori nel proprio progetto e renderli mecenati. E poiché oggi, per tutta una serie di motivi che non sto qui a indagare, diventa sempre più difficile trovare chi voglia investire su un progetto, il metodo diventa quello di non affidarsi più ad un unico mecenate, come avveniva un tempo, ma coinvolgere tanti piccoli investitori che, ciascuno secondo il proprio interesse e le proprie possibilità, vogliano fare un piccolo grande investimento.

    Tra l’altro, un investimento sicuro, perché, nel caso in cui la campagna non andasse a buon fine, riceverebbero indietro la loro offerta.

    I vantaggi del crowdfunding

    # Il coinvolgimento dei partecipanti

    Il partecipare ad un progetto condiviso ha il vantaggio di coinvolgere coloro che aderiscono e di trasformare una sfida personale in un obiettivo collettivo. Nulla a che vedere quindi con ciò che da alcuni viene considerata una specie di elemosina. Prima di tutto perché il sostenitore offre una cifra a sua discrezione in cambio di qualcosa che, se la campagna andrà a buon fine, poi gli verrà fornito (il libro, l’e-book, il libro con la dedica, etc. etc.) altrimenti, in caso di insuccesso, verranno restituiti i soldi, in secondo luogo perché i soldi in sé costituiscono un aspetto secondario. In realtà ciò che diventa importante per l’autore è aver convinto il proprio potenziale pubblico a scommettere su di lui.

    # La duplice selezione

    I testi che partecipano ad una campagna di crowdfunding hanno già superato (almeno su portali quali bookabook, sugli altri non so) una selezione iniziale, in quanto se mai dovessero completare la campagna con esito positivo sarebbero poi segnalati alle case editrici, cosa che richiede una certo livello qualitativo.

    Quelli che riescono a portare a termine una campagna positivamente dimostrano non solo di avere un certo livello qualitativo, ma anche di essere commercialmente apprezzabili, cioè di poter vendere, seppure su piccola scala.

    # La creazione di un proprio piccolo pubblico

    Se la campagna va a buon fine, i testi o gli ebook per cui sono state fatte delle offerte verranno distribuiti ad un pubblico più o meno ampio.

    Nel mio caso, per esempio, ho distribuito circa 75 cartacei, più gli ebook.

    A distanza di pochi mesi sto ricevendo i pareri delle persone che hanno letto il mio romanzo e che, a differenza di ciò che pensavo, sono davvero numerosissime, per non dire la quasi totalità dei partecipanti al crowdfunding.

    Indipendentemente da come andranno le cose, con altri sistemi quali il self-publishing sono certa che non sarei mai riuscita ad avere tanti lettori. E, di conseguenza, di tanti pareri.

    # La visibilità

    Partecipare ad un progetto di crowdfunding implica la necessità di proporsi. Prima di essere selezionata da bookabook la maggior parte delle persone che mi conoscono non aveva idea del fatto che io scrivessi.

    L’ho sempre vissuta come un’attività, per così dire, privata. Ma quando ho saputo di essere stata scelta per una campagna, ho deciso che era la mia occasione e mi sono buttata. Se non altro, pur con lo scrupolo di non infastidire, sono riuscita a superare la timidezza nel parlare di me come autrice.

    I limiti del crowdfunding

    # L’equivoco con “la richiesta di elemosina”

    C’è chi si chiede perché mai qualcuno dovrebbe investire per un altrui progetto. C’è chi sostiene cheil crowdfunding nell’editoria sia una sorta di richiesta di elemosina.

    Io non la penso così per i motivi descritti sopra, tuttavia capisco che l’equivoco possa facilmente fare capolino. Dove si parla di soldi, si deve andare cauti.

    Tuttavia, come detto, ritengo che i soldi non siano l’obiettivo, semmai il pretesto.

    # La necessità di vendersi bene

    Non è sempre detto che una campagna vincente abbia alla base un buon progetto, così come non tutti i buoni progetti riescono ad essere finanziati.

    Così come tutto ciò che deve essere venduto e pubblicizzato richiede un adeguato marketing, anche le campagne vincenti di crowdfunding hanno bisogno di un buon lavoro di comunicazione.

    Non sempre un aspirante scrittore è anche in grado di creare attorno a sé e alla propria opera l’interesse necessario, tutto ciò a discapito del valore reale di ciò che su cui ha lavorato.

    # Il rischio di una pratica ancora sconosciuta

    In Italia è ancora una pratica pressoché sconosciuta al grande pubblico, poco dibattuta  e, per il momento, snobbata dagli esperti del settore.

    Chi utilizza questo metodo per farsi conoscere o per approdare ad una casa editrice rischia di passare come qualcuno che non si è fatto scrupoli a chiedere soldi per sé e per il proprio progetto, quasi fosse una sorta di furto o di spiacevole raggiro.

    # La probabilità di un sistema presto inflazionato

    Entro breve presumo che un numero sempre crescente di aspiranti scrittori utilizzerà questo sistema, così come avvenuto per il self-publishing.

    Da lì il passo verso il facile business sarà molto breve e i portali di crowdfunding nell’editoria, che per ora si contano sulle dita di una mano, spunteranno come funghi.

    A discapito della qualità non solo del servizio offerto agli autori, ma soprattutto della qualità delle opere selezionate. In questo caso potrebbe diventare effettivamente una sorta di raggiro. Più per gli autori, a dire il vero, che per il suo potenziale pubblico.

    Qual è la vostra idea del crowdfunding per l’editoria?

    Se ti è piaciuto, condividilo!

    5 Comments

    • Ciao Silvia, grazie per la citazione. Non ricordavo quasi più di aver scritto quell’articolo. La pratica del crowdfunding è interessante e all’epoca avevo indagato un po’ per scrivere l’articolo. Tuttavia rimane il grande dubbio se vale la pena utilizzarla per finanziare un ebook. Mi spiego meglio: ci sono progetti importanti, umanitari o tecnologici, che passano attraverso questa pratica. Un ebook è un progetto davvero così importante da rientrare nella buona pratica del crowdfunding? Rimango dell’idea che la strada giusta per i libri sia quella tradizionale. Tuttavia potrei sbagliarmi… vedremo come si evolve la situazione. 🙂

      • Certamente il crowdfunding nasce, come dici, tu per finanziare progetti più importanti, scientifici, tecnologici, addirittura umanitari, quindi c’è una valida ragione di porre la domanda che poni tu: ha senso fare una raccolta fondi per pubblicare un libro? Io penso che tuttavia si possa anche vedere la questione da un altro punto di vista. Il crowdfunding nell’editoria è una specie di vendita anticipata, non è beneficenza né elemosina, perché il sostenitore avrà in cambio il prodotto che ha scelto o gli verranno restituiti i soldi nel momento in cui la campagna non funzionasse. Potrebbe, per così dire, essere considerato una sorta di test di commerciabilità di un libro. Questo libro interessa a qualcuno? C’è qualcuno interessato a leggerlo? Se sì, il libro viene inizialmente stampato per chi l’ha sostenuto, poi, se una casa editrice lo riterrà interessante, verrà pubblicato. D’altronde non cambia molto dal classico acquisto di un libro, nel senso che quando acquisto un libro, edito o meno, non so se mi piacerà, per cui faccio comunque un piccolo investimento, tutelato nel primo caso da una casa editrice, nel secondo caso dal portale che sostiene la campagna fondi.
        Un’altra questione riguarda poi proprio il portale che offre la possibilità all’autore di fare una raccolta fondi, ovvero quale sia il suo metodo di lavoro e il servizio offerto, o meglio la sua serietà. Un portale come bookabook che ha per oggetto esclusivamente l’editoria lavora in modo molto simile ad una casa editrice, tanto che sottopone le opere ricevute ad una seria selezione. Mentre al contrario so di portali che accettano qualunque progetto e finiscono per avere come unica finalità la parte economica di raccolta fondi che spetta loro. Quindi, come sempre, il male non sta tanto nella cosa in sé, ma nel come la si fa.
        Proprio in queste ore ho avuto da bookabook notizia di importanti novità, che non riguardano solo il mio romanzo, ma che potrebbero aggiungere sul panorama editoriale un nuovo modo di pubblicare.
        E’ prestissimo per dare giudizi o anche solo altre valutazioni, per cui mi fermo qui. Di certo presto se ne parlerà più diffusamente di quanto non si faccia oggi. 🙂

    • Di Bookabook ho apprezzato molto il catalogo e la professionalità nelle risposte veloci. Sì, anche il mio romanzo ha superato la doppia selezione, poi però la mia agente ci ha ripensato e ho chiesto al team di congelare la proposta, e anche qui sono stati davvero empatici e disponibili. Come tutte le novità va rodata, certo è che l’editoria è un caos in caduta libera, ma spero che il crowdfunding porti una ventata di aria fresca e pure buona. Complimenti a te!

      • Mi fa piacere che ci sia qualcuno che non esclude a priori il crowdfunding. Non sapevo che avessi partecipato anche tu!
        Anch’io sono dell’idea che sia uno strumento ancora da tarare. Concordo, in base alla mia esperienza, che il team di bookabook sia serio, sebbene forse in questa fase di transizione non ci sia ancora un’organizzazione perfetta.
        Per quanto mi riguarda, da esordiente assoluta, non ho niente da perdere, per cui resto in attesa di vedere come va. E, comunque vada, avrò imparato qualcosa. Grazie dei complimenti.

    • Ciao Silvia, ti ho scoperta per caso cercando informazioni su bookabook. Interessane il tuo libro, lo leggerò sicuramente!
      Il mio manoscritto è stato selezionato dal team bookabook e avrei già una data di lancio.. ma mi stanno assalendo dubbi amletici e non so se procedere o meno.
      L’attesa di quasi 9 mesi per chi acquista è il primo dubbio. Il secondo è se mettere o meno a disposizione la bozza del libro per ovviare le lunghe tempistiche..
      Tu cosa mi consigli?
      Ti ringrazio in anticipo, Elena

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    Silvia Algerino

    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
    Dissennatamente amante della vita, scrivo per non piangere, rido perché non posso farne a meno.

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