Quali giochi amano i bambini? Come nasce la creatività?

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    Non so se ricordate che un po’ di tempo fa scrissi un post relativo alle letture preferite dai bambini in cui mi ero chiesta se i bambini di oggi amino leggere e se leggano di più o di meno di quanto facessimo noi alla loro età.

    Ora ho rivolto il mio interesse ai giochi, interrogandomi (e interrogando un certo numero di persone) su quali siano i giochi preferiti dai bambini, cercando di capire se l’idea che noi adulti abbiamo su questo argomento siano corrette.

    Anche in questo caso si tratta di un campione numericamente limitato e ristretto ad una precisa area geografica (piemonte nord-orientale) e ad una fascia culturale e sociale medio alta, tuttavia ci fornisce degli interessanti input su cui ragionare.[su_spacer]

    A che gioco giochiamo?

    Quali sono i giochi che i bambini preferiscono? Dai risultati delle mie interviste ho raccolto i seguenti dati, che ho raggruppato in alcune macro-categorie:

    • Giochi elettronici (wii, tablet e smartphone)

      Tutti i bambini, eccetto rare eccezioni, sono attirati dai giochi elettronici. La scelta di utilizzarli o meno non è tanto dei bambini, quanto dei genitori. Ci sono genitori che li vietano, altri che li concedono con moderazione, altri che non li ritengono un problema, ovviamente anche in relazione alla fascia di età dei bambini.  Ognuno ha la sua opinione in merito. E su questo non è mia attenzione aprire alcun tipo di dibattito, che non è inerente al mio caso di studio. Quello che però va constatato è che hanno un enorme potere attrattivo sui bambini, ma non diverso da quello che hanno sugli adulti. O da quello che, ai nostri tempi, avevano su di noi la televisione o i primi Con la differenza che allora erano giochi puramente di abilità tecnica (penso ai primi space invaders, pac-man, etc etc), mentre ora coinvolgono in modo più completo chi ci gioca. Se sia un pregio o un difetto non sta a me dirlo. Per questo motivo preferirei tralasciare questo tipo di giochi dalla mia analisi.[su_spacer]

    • Giochi di ruoli

    Li ho chiamati così, ma non hanno nulla a che vedere con i vari Signori degli Anelli. Con questo nome intendo più che altro i giochi che i bambini inventano assumendo dei ruoli ben precisi: c’è chi gioca a mamma e papà, chi gioca alla maestra, al pompiere o al poliziotto, fino ai più fantastici supereroi. Molti bambini aggiungono alle loro fantasie la presenza di un amico immaginario a cui attribuiscono funzioni talmente reali da farli agire come esistessero nella realtà. Preparano per lui il posto a tavola, lasciano il posto sul sedile della macchina, insomma lo interpretano come una persona reale. (Sarà da qui che, per noi aspiranti  nascono i personaggi?)[su_spacer]

    • Giochi di costruzione

    E’ il caso del Lego, ma non solo. Rientrano anche i vari meccano o i cubetti di legno. Ma anche giochi semplici che si ottengono con scatole di cartone o altri oggetti di recupero. I bambini ne vanno matti. Creano case, palazzi, città così come automobili, elicotteri, aereoplani. Plasmano il mondo che vorrebbero o quello che vedono davanti ai loro occhi. Esprimono così la loro creatività. (Ecco che nasce la scenografia o ambientazione)[su_spacer]

    • Bambole e pupazzi

    A casa mia sono ugualmente gettonati gli Avergers, le tartarughe ninja così come il Cicciobello o PeppaPig. Ho due figli maschi ma i giochi con i pupazzi non hanno genere. A mio giudizio sono il prolungamento e il complemento di quelli che ho chiamato giochi di ruolo. Servono cioè al bambino a far recitare ai pupazzi dei ruoli che loro hanno già acquisito. Una sorta di passaggio mentale da essere attori ad essere registi.[su_spacer]

    • Giochi di movimento

    Rispetto ai miei tempi la scuola cattura una quantità decisamente superiore di energie, fosse già solo per il fatto che occupa una porzione di tempo quotidiana maggiore. I miei figli per quattro giorni alla settimana sono a scuola fino alle quattro, il venerdì escono a mezzogiorno. La loro giornata corrisponde esattamente a quella di lavoro degli adulti. Quando tornano a casa hanno un enorme necessità di scaricarsi dopo tante ore trascorse seduti sui banchi. Andare in bicicletta, giocare a pallone, saltare la corda sono i modi migliori per sfogarsi. Spesso si dice che i bambini di oggi sono pigri, che non fanno sport. Io credo che facciano molto sport programmato, cosa che può diventare stressante. Non basterebbe un cortile, un pallone e qualche amico con cui giocare?[su_spacer]

    • Giochi di società

    Credo molto nel potenziale potere formativo dei giochi di società in quanto capaci di veicolare almeno due messaggi formativi: il rispetto delle regole e l’accettazione della sconfitta. I migliori giochi di società (penso a Monopoli, Cluedo, Risiko etc etc) mettono a confronto capacità con fortuna. Sono una specie di metafora della vita dove non sempre chi vince è il migliore e non sempre chi perde è meno abile.[su_spacer]

    Giochi creativi o bambini creativi?

    La domanda nasce spontanea: sono i giochi a stimolare la creatività o sono i bambini capaci di inventare giochi sempre nuovi? A mio parere è un concorso di elementi indissolubili. Una specie di spirale che si avvita su se stessa e prende forma proprio in virtù dell’essere formata da più componenti.

    E’ vero che i giochi, come le attività scolastiche, sono un grande stimolo per la creatività dei bambini, ma è anche vero che, osservando come giocano i bambini, si può notare come spesso essi si dimostrino più creativi degli adulti. Che cos’è allora che, crescendo, spegne la creatività?

    In un interessante post, Giulia Mancini nel suo blog si chiede se siano le regole a rinchiudere la creatività o se, piuttosto, la creatività sia da incanalare entro certi confini dettati dalle regole, arrivando alla condivisibile considerazione secondo cui

    (…) si può essere scrittori geniali, ma se non si conoscono le regole della grammatica, la sintassi e non si possiede un ampio vocabolario non si può scrivere un’opera letteraria. Almeno così dovrebbe essere. Invece c’è in generale la tendenza a pensare che il creativo non abbia una grande preparazione pur avendo una grande fantasia. In realtà l’estro non può fare a meno della conoscenza e dell’approfondimento.

    Sarebbe quindi utile portare i bambini a sfruttare al meglio la loro creatività facendo sì che le regole non vengano vissute come costrizioni ma come strumenti utili a migliorarsi e a far volare ancora più in alto la fantasia.[su_spacer]

    Il mio gioco preferito: le associazioni di idee

    Un altro punto interessante riguarda le associazioni di idee, intese come gioco in grado di sviluppare le capacità logiche e espressive del bambino e in particolare in rapporto alla scrittura. Poiché però si è fatto tardi e questo questo post ha preso dimensioni piuttosto ampio, proseguiremo a parlarne in un altro post specifico dedicato all’argomento.[su_spacer]

    Vi lascio però una domanda: quali erano (o sono) i vostri giochi preferiti? E come hanno stimolato la vostra creatività?

     

    Se ti è piaciuto, condividilo!

    19 Comments

    • Grilloz

      “il rispetto delle regole e l’accettazione della sconfitta” quante litigate ho fatto con mio fratello giocando a monopoli 😀
      Hai dimenticato i puzzle che mia figlia adora, poi non so se classificarli come giochi, ma sicuramente sono attività creative, disegnare, dipingere e colorare (altra attività con cui lei si intrattiene volentieri). La cosa curiosa è che pur avendo diversi giocattoli a disposizione a volte (abbastanza spesso in realtà) inventa giochi prendendo oggetti a caso, ad esempio prendendo una forchetta e un cucchiaio e trasformandoli in personaggi inventando delle storie.
      Poi vabbè, è anche pigra e se non la stimoli un po’ si ferma volentieri davanti alla tv o col tablet.
      Io penso che le regole limitino la creatività, ma senza regole la creatività non ha sbocchi pratici.

      • A pensarci bene, non ho dimenticato solo i puzzle, ho dimenticato tutta quanta una categoria relativa ai giochi di logica e abilità “mentale” come l’enigmistica e gli scacchi. Forse perché io per quelli sono negata. 😛
        Io non penso che le regole limitino la creatività, anzi spesso è la creatività che fa scoprire le regole. Per esempio i miei figli con il lego hanno imparato fin da subito che se fai una torre di pezzi singoli prima o poi viene giù, mentre se incroci i pezzi è più solida. Il fatto di saperlo non ti vieta di fare una torre di pezzi singoli ma ti rende consapevole dei suoi limiti. 🙂

        • In effetti stiamo dicendo la stessa cosa, la regola limita la creatività me le permette di esprimersi, senza regole la creatività resterebbe una forma astratta, pura, ma astratta.

          • Sì, hai ragione. E’ solo un modo diverso di esprimere lo stesso concetto. 😛

    • Io sono cresciuto a pane e Lego, come si dice dalle mie parti. Montavo e smontavo e, naturalmente, cercavo di costruire qualcosa di inedito mischiando i pezzi di più scatole (e in questo penso che abbia stimolato molto la mia creatività: costruire senza istruzioni da seguire).
      Anche di recente mi sono comprato alcuni modelli di Lego Technic e mi sono fermato solo perché in casa non ho più posto per mettere quanto montato … 🙂

      • Sai che anch’io vado matta per la Lego? Li regalo ai miei bambini, ma poi ci giochiamo tutti assieme. Purtroppo quelli “da grandi” hanno dei prezzi spaventosi, se no li comprerei pure per me! 🙂

        • Ma hai visto quelli nuovi della serie di architettura che riproducono palazzi famosi? 😉

          • MAGNIFICI! Solo che i miei figli per ora non sono ancora attirati da quel genere e non ho la scusa per regalarglieli e giocarci io!! 😛

    • Ai miei tempi (quando vivevo nel Klondike e leggevo Topolino a nastro…), non c’erano molte cose e quindi bisogna “creare per giocare”. Giochi elettronici zero (che sia quello che poi mi ha spinto ad amare l’informatica? e sì che il film Wargames ancora oggi lo odio…); giochi di ruolo sì, anche abbinati con scorribande all’aperto; giochi di società meno, era qualcosa legato alle festività quando zii e cugini si scannavano a Monopoli (“adesso devi passare sui miei alberghi…vediamo!”); gran parte bambole e pupazzi quasi in concomitanza con le costruzioni. LEGO forever, in tutte le salse. Ma soprattutto ero arrivata all’epoca a costruire il cottage di campagna ed il camper di Barbie interamente di scatoloni, cartoni, carta regalo, taaaaanto scotch e colla, forbici che sparivano sempre, stuzzicadenti di tutti i tipi (la rotazione o lo scorrimento delle porte)…solo le ruote erano finte, il camper “strisciava” per terra. Peccato non avere foto dell’epoca. Tutto in fai-da-te. Adesso c’è Art Attack che facilita, anche troppo, le cose.
      Ecco: credo che la creatività (che è in fondo curiosità) sia spenta dal “tutto pronto”.

      • Condivido in pieno la tua affermazione. E’ il tutto pronto, il tutto facile che spegne la creatività. Sai che tempo fa un’amica regalò ai miei figli una scatola con dentro carta da regalo di vario tipo, cordini, forbici, matite, scotch e cose simili. Ecco, credo che sia uno dei regali che più hanno apprezzato. E ci hanno giocato fino a quando hanno avuto un pezzetto di carta intero. Siamo noi adulti che riempiamo i bambini di giochi che fanno tutto da soli e poi ci lamentiamo se diventano apatici.

        • Il problema è che spesso gli adulti regalano ai bambini quelle cose che avrebbero voluto avere loro da bambini ma che non hanno potuto avere, invece di regalare ciò che i bambini davvero desiderano o apprezzano (a volte desiderano ciò che vedono nella pubblicità, ma spesso poi ne rimangono delusi)

        • Ecco sì, questo è il fulcro del mio romanzo: un pupazzo con sembianze umane quasi preoccupanti che fa tutto! Devo tornare su questo post e tenerlo come canovaccio. Grazie! 😀

        • Infatti, mi rendo conto ora che ai bambini delle amiche non regalo “giochi” ma “strumenti”: colori di tutti i tipi (matite, matire acquerellabili, pennarelli, pastelli cera o olio, tempere o acquerelli), tutti i tipi di blocchi e carta (un bambino andò fuori di matto quando gli regalai il rotolone di carta dell’ikea!! poteva farsi i fogli della misura che voleva!), colori per altri supporti (vetro, ceramica, tessuto, con la mano).
          I Lego da adulti sono costosi sì (tipo il Technic, soprattutto se gli optional motorizzati), ma c’è anche tutto un mondo di libri sui Lego. I migliori purtroppo sono solo in inglese, ma ho visto che sono apprezzati dai 10 anni in su (fanno già un po’ d’inglese a scuola e magari i genitori li aiutano, e poi sono libri più visual).

          • Sai che non sapevo di questi libri? Dovrò assolutamente informarmi, così ne approfittiamo per imparare meglio l’inglese! 😉

    • Preferisco dirti cosa amano i miei nipoti 7 anni la femmina e 9 il maschio, io brevemente adoravo inventare quindi sì nascondino ad esempio ma ci scambiavamo i vestiti in modo che se chi era di tana vedendo es. maglietta gialla pensava fossi io invece era mio cugino. Ho adorato questo gioco! Nanni VIVE PER IL LEGO, attualmente amano entrambi molto i giochi in scatola, Cicia cose creative come disegnare, che non è proprio un gioco, o pupazzetti vari tipo miny pony.
      Io sto scrivendo un romanzo in cui il gioco, anzi un gioco, ha la sua importanza fondamentale. Buona giornata.

      • Il tema del gioco, inserito in un romanzo, secondo me dà luogo ad aspetti molto interessanti, anche perché, come già è emerso dai commenti, è un aspetto centrale della personalità del bambino ma anche dell’adulto. Il pupazzo con sembianze umane che fa tutto mi ricorda certi film dell’orrore, ma sono certa che tu lo utilizzerai in un altro modo. 🙂

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    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
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