Dubbio n. 5: Come gestire le sottotrame?

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    Da lettrice l’uso delle sottotrame mi ha sempre affascinata. Credo che sia molto piacevole lasciarsi abbracciare da una storia e permettere al narratore di condurci in varie direzioni che portano a completare un quadro tanto più bello quanto più variegato.[su_spacer]

    Che cosa sono le sottotrame?

    Le sottotrame sono trame secondarie le quali, benché non strettamente necessarie allo svolgimento della trama principale, arricchiscono e completano un romanzo.

    Per quanto ho potuto osservare nella mia personale esperienza di lettrice, penso che principalmente si possano suddividere in due categorie:

    • Sottotrame parallele alla trama principale, che la intersecano solo in un punto ma che mantengono uno sviluppo a sé stante;
    • Sottotrame circolari che, invece, ritornano ad incrociarsi ciclicamente con la trama principale, offrendo elementi nuovi e importanti alla narrazione.

    In entrambi i casi, tuttavia, si tratta di storie autonome, senza le quali la trama principale potrebbe reggersi ugualmente.

    Sebbene alcuni sostengano che le sottotrame siano uno degli elementi necessari per distinguere il romanzo dal racconto (e sul tema della differenza tra questi due generi vi rimando, per chi se lo fosse perso, al post molto interessante di Salvatore Anfuso), è pur vero che esistono romanzi senza sottotrame, proprio perché la loro esistenza non è indispensabile alla stesura di un romanzo.[su_spacer]

    Quali sono i punti di forza delle sottotrame in un romanzo?

    Come detto, a me piacciono molto. Nel romanzo che sto scrivendo, man mano che procedo e che la mia trama si tesse, mi rendo conto che stanno sorgendo numerose sottotrame a cui, inizialmente, non avevo dato molta importanza. E ne sono felice.

    Io credo che principalmente le sottotrame abbiano quattro funzioni:

    1. Il gusto della narrazione

    Se il fine ultimo della narrativa è intrattenere, il piacere del narrare e il gusto del lasciarsi raccontare si alimentano attraverso le storie. Oltre al fatto che, benché le sottotrame non siano strettamente indispensabili alla trama principale, in certi tipi di romanzi, soprattutto se abbracciano un’arco temporale vasto, sarebbe quantomeno strano che non capiti nulla ai personaggi minori che non sia degno di una qualche attenzione. O che gli stessi principali vivano vicende esclusivamente legate alla storia che si sta raccontando.

    2. La possibilità di variare

    Credo che uno dei punti di forza dei romanzi ben scritti risieda nella capacità dell’autore di mantenere la tensione e di raccontare senza annoiare. Soprattutto se si tratta di un romanzo di una certa lunghezza, ma anche quando lo svolgimento è più breve. Le sottotrame introducono una variazione, permettendo anche l’uso di tecniche che favoriscono la suspense e che spostano momentaneamente l’attenzione tenendo alta la tensione.

    3. L’aggiunta di un altro punto di vista

    La narrazione di vicende che si svolgono parallelamente a quelle centrali, soprattutto nel momento in cui riguardano personaggi secondari, può offrire al lettore la possibilità di scoprire un nuovo punto di vista, integrando quelli della trama principale

    4. Inserimento di elementi nuovi per tratteggiare i personaggi

    Personalmente non amo le lunghe descrizioni né relative ai luoghi né ai personaggi. Murakami sarà anche Murakami, ma quando si perde in pagine di descrizione del fisico di un personaggio, io un po’ mi annoio. Raccontare un aneddoto riferito ad un personaggio può essere più efficace di parole su parole di descrizione. Le sottotrame, persino quelle più brevi e apparentemente insignificanti, possono servire a delineare meglio una situazione o un personaggio.[su_spacer]

    Come gestire al meglio le sottotrame?

    Credo che ogni elemento che viene inserito in un romanzo, sia esso un dialogo, una descrizione, una sottotrama, etc.etc., debba essere funzionale a far procedere la narrazione, ovvero a portare elementi nuovi, sebbene non tutti indispensabili.

    Utilizzando le sottotrame si può incorrere in alcuni rischi:

    • Non portare elementi di novità e, di conseguenza, annoiare il lettore;
    • Far passare in secondo piano la trama principale;
    • Spezzare troppo il ritmo e di, conseguenza, allentare la tensione.

    Questi errori non riguardano esclusivamente il contenuto delle sottotrame quanto piuttosto la loro gestione e la loro organizzazione strutturale. Le domande che ne derivano sono relative al dove devono essere posizionate e quanto spazio devono occupare.

    Per quanto riguarda lo spazio la risposta è più semplice, in quanto dovrebbero occupare uno spazio più limitato rispetto a quello occupato dalla trama principale, altrimenti diventerebbero a loro volta trama principale, relegando quest’ultima a livello di elemento secondario.

    E’ un po’ più difficile dire dove inserirle, soprattutto se si tratta di trame secondarie che ho definito circolari, ovvero che ritornano a intersecarsi più volte con quella principale.

    Nel romanzo che sto scrivendo ho scelto di utilizzare un’alternanza ciclica, sebbene non del tutto regolare. Esemplificando, funziona così:

    Capitolo 1 – Trama principale

    Capitolo 2 – 1° Sottotrama

    Capitolo 3 – 2° Sottotrama

    Capitolo 4 – Trama principale

    Capitolo 5 – 2° Sottotrama

    Capitolo 6 – 1° Sottotrama

    e così via.

    Il tentativo è, in ogni capitolo, di sospendere la narrazione sul punto di tensione massimo, in una sorta di climax ascendente. Poiché i personaggi della trama principale e della seconda sottotrama sono gli stessi, questo mi permette di intrecciare il racconto e di cambiare continuamente il punto di vista. Funzionerà fino alla fine o mi troverò legata come un salame? Ve lo farò sapere man mano che il romanzo procederà.

    E voi, come gestite le vostre sottotrame?

     

     

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    28 Comments

    • Trono molto interessante la tua classificazione delle sottotrame, tuttavia dovrei chiederti quali sono i romanzi privi di sottotrame. Perfino Stoner, che è il romanzo più lineare e meno “tramato” che abbia mai letto, ha delle sottotrame. Ne posso citare due: il rapporto tra Stoner, il protagonista, e il suo acerrimo rivale nell’università (non faccio nomi per non andare in spoiler), che è una sottotrama parallela, per restare alla tua classificazione; il rapporto tra la moglie di Stoner e i propri genitori, che invece è circolare e non sviluppata a pieno.

      Interessante anche la gestione che fai delle sottotrame, tanto che mi sorge una domanda: ti stai dando anche tu alla struttura geometrica? XD

      • Hai ragione probabilmente la mia affermazione è un po’ azzardata, tanto più che intendevo dire che “può esistere” un romanzo senza sottotrame e non che esiste, ma anche lì ricadremmo nell’ambito nel dubbio se si tratti di un racconto o di un romanzo.
        In un certo senso, sì. Sto lavorando molto alla struttura e la costruzione geometrica mi si addice. Mi permette un maggior controllo di quello che sto scrivendo e, a dispetto di quel che si dice comunemente, non limita per nulla la creatività, anzi nel mio caso la stimola, diventando contenuto. Ma da chi sto imparando? 😛

    • Lavorando a fianco a fianco con una editor per me molto capace ho sviluppato una sottotrama, che è diventata una seconda linea narrativa, proprio nel modo che dici tu nel finale del tuo interessante post. Secondo me il risultato è molto efficace, ma un paio di editori hanno valutato la seconda linea troppo estesa, il romanzo è di circa 500 mila battute, e hanno proposto tagli che non ho voluto fare. Poi è arrivato finalmente chi ha invece apprezzato l’intersecarsi, lo sviluppo e la tensione narrativa.

      • Benvenuta sul mio blog, Sandra, e grazie per il tuo interessante contributo. Se posso permettermi di chiederti, al di là del fatto che la ritenessero troppo estesa, questi editori come hanno motivato la loro valutazione? Voglio dire, in sé la lunghezza non è necessariamente un difetto.

        • Fondamentalmente il problema era proprio quello di non poter più iscrivere il romanzo in un genere, il rosa, ben specifico. Amazon publisher in particolare (attenzione non il self, ma Amazon che ora è diventato pure editore per quanto su di me la cosa abbia zero attrattiva) cerca romanzi più snelli. Mentre un altro voleva puntare sulla linea principale in senso molto stretto che è la mancata genitorialità e l’accoglienza di un bambino per un soggiorno temporaneo. Sono felice di non aver ceduto!

          • Molto interessante. Grazie per avermi risposto. 🙂

    • Non so proprio come gestire le sottotrame, quindi mi limito a prendere nota. In futuro, se mi imbarcherò nella costruzione di un romanzo, penso che dovrò averci a che fare.

      • A meno che tu scriva il famoso romanzo senza sottotrame di cui ho teorizzato l’esistenza, ma che forse non esiste. Te ne sarei molto grata. 😉

    • Dal momento che il romanzo che seguo occupa un arco di tempo di circa 15 anni, le sottotrame riguardano l’evoluzione dei tre personaggi più importanti, protagonista escluso (inutile dire che la trama principale è il suo viaggio dell’eroe). Sinceramente però non ho ancora pensato agli incastri. Per non incasinarmi le sto scrivendo su file separati, seguendo il consiglio di chi mi ha suggerito di pensare prima alla fabula e poi all’intreccio. 🙂

      • Il tuo commento capita a proposito e scava nel solco delle mie insicurezze. Nei miei romanzo precedenti ho sempre usato sottotrame parallele, che incontravano la trama principale senza veramente intrecciarsi. In quello che sto scrivendo ora invece dovrebbe crearsi un vero intreccio, come mi pare di capire che avviene nel tuo. Tu dici che stai scrivendo su file separati e che penserai all’intreccio in un secondo momento. Si tratta solo di una questione di disposizione dei capitoli oppure lavori proprio come fossero racconti diversi che poi collegherai in un secondo momento?

        • Riguarda soprattutto la disposizione, visto che i personaggi in questione sono legati al protagonista. Le sottotrame non hanno ancora una data precisa, e le contestualizzerò al momento. Non si tratta però di storie “parallele”: già il mio romanzo è un gran casino così…
          Anche la time-line che si svolge nel 2015 e che si interseca a quella del passato, sebbene non possa essere considerata una vera e propria sotto-trama perché riguarda sempre il protagonista, è scritta separatamente.

          • Grazie per la spiegazione esaustiva. Da principiante, chiedo a tutti per capire bene come fanno gli altri. 🙂

              • Ho letto il tuo post e l’ho trovato molto interessante. Per quanto siano metodo estremamente personali, mi piace sperimentare. Potrebbe anche essere che provi anch’io con il tuo file Excel. 😉

            • Sì, le sottotrame non sono slegate dalla principale, perché si relazionano comunque con il viaggio dell’eroe. Esempio: se il migliore amico del protagonista ha un grosso problema da risolvere e necessita di aiuto, i paragrafi e i capitoli che riguardano questo problema non potranno essere inseriti a casaccio, ma dovranno precedere un azione di “soccorso”.
              Spero di essermi spiegata bene. 🙂

          • Madò, Chiara l’unione dei tre file mi pare una roba difficilissima, ma non lo dico per sottovalutarti, bensì proprio per dirti brava! 😀
            Congrat. La mia sottotrama è molto collegata, il protagonista della sottotrama è collega della protagonista della trama principale, per cui s’incontrano in ufficio!

            • Quindi, se ho capito bene, in questo caso trama principale e sottotrama si intrecciano in più punti?

    • Nei racconti le sottotrame non ci sono, per questioni di spazio, di tempo, di focus.
      Nel progetto “grosso” (si, ho anch’io un testo a lungo termine…un po’ troppo lungo termine, ma è pur vero che prima di correre la maratona, bisogna farsi anni di muscoli in palestra; quindi ora sono ufficialmente in allenamento 😀 ), non ho ancora in mente sottotrame particolari. Per ora gestisco la trama principale, e già quella è un bel casino. Il testo è diviso in un “prima” e “dopo” un determinato evento, di cui sono visibili gli “effetti” ma non si spiega ancora il “come”; il nostro “ora” coincide col “dopo” ed il “prima” viene mostrato in feedback successivi, a crescendo (si, lo so…ti sto spaventando…). Una cosa del genere:
      Capitolo 1 – ora
      Capitolo 2 – prima 1
      Capitolo 3 – ora
      Capitolo 4 – prima 2
      Capitolo 5 – ora
      Capitolo 6 – prima 3
      Capitolo 7 – ora
      Capitolo 8 – prima 4 – ultimo feedback – climax parziale
      (qui l’esclamazione del lettore dovrebbe essere: “no, no, no!! ma perchè? perchè l’ha fatto??”)
      Da qui è tutto in “ora”. Ma il “come” viene anche svelato di colpo, quando meno te l’aspetti. E credo lascerà abbastanza amaro (ma non c’è redenzione senza dolore).
      Il climax vero dovrebbe essere la scena più bella, ma fino all’ultimo secondo mi dovrò giocare il finale. Se non leggeranno prima l’epilogo o le ultime righe, non capiranno.
      E tu dirai: cavoli, hai pensato a tutto!
      Si, ma è ancora da scrivere!! 😛

      • Hai pensato davvero a tutto. Secondo me in una struttura ben delineata è più facile muoversi e non è vero, almeno per me, che blocca la creatività. Semmai la incanala. E’ vero, è ancora da scrivere. Ma, se c’è tutto il resto, la scrittura diventa la cosa più veloce.

      • AHAHAH Barbara, una maratona a ostacoli la tua, una nuova disciplina olimpica, 40 e passa km con salto in alto, in lungo e carpiato!

        • Solo che io detesto la maratona ed il salto, e in generale non sono per le discipline da resistenza, sono più per lo scatto fulmineo e le corte distanze. Ma farò fiato. Con la primavera dovrei iniziare proprio running. Chissà che per simbologia non sblocchi anche questa maratona letteraria! 🙂

          • Silvia

            Io sovente uso la metafora della maratona per il romanzo e dei cento metri per il racconto. Peccato che quando facevo ginnastica a scuola ero una schiappa sia in velocità sia in resistenza!! 😛

    • @ in questo caso trama principale e sottotrama si intrecciano in più punti?
      Sì, ma allo stesso tempo volendo scinderle si potrebbe fare.

      • Un bello spunto, questo. Grazie.

    • Le sottotrame sono necessarie in un romanzo, perché danno respiro, però possono anche essere insidiose, se gestite con leggerezza. I rischi sono quelli che hai elencato tu ed è facile incorrervi. Molte lungaggini, spesso, dipendono da sottotrame che allungano solo il brodo senza offrire un valore aggiunto alla trama principale. Comunque, sono sempre dell’idea che una primissima stesura debba dare ampio sfogo a tutto ciò che all’autore sembri opportuno raccontare; sono la prima rilettura e le successive che decretano, poi, l’importanza degli intrecci e la posizione che essi devono avere nel romanzo.

      • Sono perfettamente d’accordo sul fatto che in una prima stesura si possa/debba lasciare sfogo e che poi in un secondo momento si vada a eliminare, limare, ridurre. Personalmente però farei fatica a gestire gli intrecci in un secondo momento, a meno che siano sottotrame non troppo invasive rispetto alla trama principale. Sulla posizione, invece, forse riuscirei a giocarmi diverse carte. 🙂

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    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
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