Film e romanzo: istruzioni per l’uso per non rimanere delusi

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    Sarà di certo capitato a tutti voi di scoprire che un film visto al cinema fosse in realtà tratto da un romanzo o, viceversa, di andare a vedere al cinema un film tratto da un libro che avevate amato.

    A me è capitato molto sovente, vuoi per la mia abitudine a leggere generi anche molto diversi tra loro, vuoi per il mio amore per il cinema.

    Sovente, però, il passaggio dalla carta alla pellicola o, viceversa, dalla pellicola alla carta lascia perplessi, se non addirittura delusi soprattutto se si aveva molto amato un libro.

    Quando le trasposizioni cinematografiche ci possono deludere?

     # Quando le nostre aspettative sono esagerate

    Abbiamo letto un romanzo tutto d’un fiato, ce lo siamo gustato, goduto, amato come si fa solo con i libri.

    Veniamo a sapere che ne è stato tratto un film, ci fiondiamo al cinema.

    Invece il film ci pare un’altra cosa rispetto a ciò che avevamo immaginato noi. Delusione.

    A me questo capita sovente. Del resto se un libro mi ha dato tanto, è quasi inevitabile che il film mi dia meno.

    A me, per esempio, accadde con Venuto al mondo della Mazzantini. Quello che avevo amato di più nel romanzo, ovvero la forma espressiva e la caratterizzazione dei personaggi, nel film non lo trovai.

    Non mi convinsero gli attori né la regia.

    Per me quel romanzo era stato talmente coinvolgente che il mio film ce l’avevo già in testa.

    Probabilmente non avrei potuto apprezzare alcuna trasposizione cinematografica.

     

    # Quando la nostra interpretazione del libro non collima con quella del film

    Il libro è il regno dell’immaginazione, il film è il regno della visione.

    Ciò che viene trasferito sul grande schermo non lascia più spazio all’interpretazione in quanto è già di per sé un’interpretazione: è l’elaborazione di una trama di un romanzo.

    Tra il film e il libro c’è il filtro del regista, a volte c’è anche quella dello sceneggiatore, nel caso in cui non sia la stessa persona che ne fa la regia.

    Non è detto che la sua interpretazione debba essere per forza in linea con la nostra.

    Inoltre, non sempre la realizzazione di un film da un romanzo è cosa facile e su questo certamente influisce la scelta del genere.

    Più un genere lascia spazio all’interpretazione e meno all’azione più si corre il rischio di trovare un punto di vista diverso dal nostro.

    Del resto è pur vero il contrario: il venire a conoscenza di un altro punto di vista ci apre nuove prospettive che, probabilmente, da soli non avevamo esplorato.

    # Quando le trasposizioni cinematografiche non sono fedeli alla trama originale

    Questo è un caso che sovente infastidisce il lettore appassionato. Se hai amato un racconto, non accetti facilmente che lo svolgimento della trama venga modificato, a volte in modo consistente.

    Tuttavia, ci sono alcune attenuanti da considerare:

    1. Nella maggior parte dei casi i film sono “liberamente tratti” da un certo romanzo. Ciò vuol dire che il regista ha la libertà di ispirarsi, ma anche di utilizzare il materiale “preso in prestito” ritiene più opportuno;
    2. A volte è la struttura stessa del romanzo che richiede una modifica per poter essere rappresentata sul grande schermo, sia per questioni di spazio (trame troppo lunghe) sia per questioni di opportunità. E’ il caso, per esempio, del film tratto da Il Nome della Rosa di Eco dove, per dichiarata scelta del regista Annaud, vengono del tutto eliminate le digressioni filosofiche, tanto da portare il romanzo a ispirarsi alla storia, ma ad essere ben altro rispetto a ciò che intendeva l’autore, sebbene con il beneplacito di Eco stesso.

     

    Come difendersi dalle possibili delusioni?

     # Accettare che un film è altro rispetto ad un romanzo

    Proprio perché, come abbiamo appena detto, il film prende vita e spunto da un romanzo, ma poi fa vita autonoma, dobbiamo accettare di non vedere pedissequamente riprodotto ciò che abbiamo letto. Sarebbe un’inutile ripetizione.

     

    # Scegliere generi adatti alla trasposizione cinematografica

    Indubbiamente alcuni generi letterari sono più facilmente riproducibili sul grande schermo:

    •  In romanzi di fantascienza o fantasy

    Certamente i generi in cui c’è molta azione o, comunque, molta trama sul grande schermo hanno il miglior impatto. E tra questi un posto di rilievo lo trovano la fantascienza e il fantasy.

    Basti pensare a film come Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit o le varie saghe di Harry Potter per il fantasy, a Blade Runner per la fantascienza

    Qui la trasposizione di immaginari fantastici trova la sua realizzazione piena anche attraverso gli effetti speciali di cui oggi il cinema dispone.

    •  I romanzi in cui trovano posto le lunghe descrizioni

    Stephen King, certamente uno dei narratori contemporanei più visti al cinema, in questo è un maestro.

    Iniziai ad amarlo da ragazzina proprio a partire dalle sue lunghe descrizioni, quelle che ti portano dentro il romanzo e ti danno la sensazione di vivere in prima persona una vicenda.

    Sebbene nel suo bagaglio narrativo rientrino generi diversi (dall’horror al noir, dal gotico al fantastico) ogni sua opera si caratterizza per questa sua caratteristica, che già di per sé un aspetto cinematografico ai suoi racconti.

    • I romanzi storici

    Sarà una mia fissa, ma il romanzo storico visto al cinema ha sempre un suo perché.

    Forse per la caratteristica intrinseca di portarci in epoche in cui non abbiamo vissuto, di fatto ci offre uno scenario che non ci è consueto e appaga la nostra voglia di vedere oltre che immaginare.

    Da La Cruna dell’Ago a I Pilastri della Terra di Ken Follett passando per Il Nome della Rosa, un bel modo per trascorrere un pomeriggio invernale davanti a un film.

    E voi quali film avete amato?

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