Dubbio n. 29: come presentare il proprio libro online?

Indice dei Contenuti

    Mettiamo che io abbia scritto un libro. Prima stesura, seconda, terza. Editing, correzione di bozze, rilettura finale. Facciamo finta che io abbia affidato a qualcuno grafica e copertina e finalmente la mia opera sia pronta per essere pubblicata, non importa se in self o con una casa editrice minore (no, le major per ora non bussano alla mia porta).

    Diciamo che ho in mano il prodotto finito. Ora toccherebbe solo venderlo. Già, venderlo. E come si fa a venderlo? Bella domanda.

    Vendere non è affatto semplice, ma online è ancora più difficile. Anche se spesso si crede che sia sufficiente utilizzare un blog, facebook o altri social per trasformare il proprio prodotto in un best-seller.

    In realtà il web ci mette a disposizione mezzi di comunicazione che solo fino a pochi anni fa erano impensabili, ma allo stesso tempo ci mette in una concorrenza sfrenata con i nostri competitor, rischiando di rendere invisibile il nostro prodotto e, nella confusione generale, di non permetterci di dimostrarne il vero valore.

    il libro come esempio di unicita’ di un articolo

    Il libro è un articolo particolare, che si differenzia da molti altri oggetti vendibili on-line.

    Prima di tutto, non è un oggetto. O, meglio, anche nella sua versione materiale (il cartaceo) non assolve ad una funzione fisica, in quanto non fa qualcosa, semmai contiene qualcosa che, però, dall’esterno non può essere visto.

    Facciamo un esempio concreto: se decido di acquistare una maglietta on-line, la vedo nel monitor del computer o sullo schermo dello smartphone e capisco subito se mi piace o meno. Posso avere il dubbio che mi vesta bene, che sia comoda, che valga il prezzo proposto, che abbia una buona fattura e dei buoni materiali, ma, alla fin fine, l’aspetto esteriore è ciò che più mi interessa e se mi ha catturata, molto probabilmente l’acquisterò.

    Persino per quanto riguarda altri oggetti la cui funzione non è strettamente legata all’aspetto fisico, per esempio un paio di forbici, ne osserverò la fattura perché per esperienza so quale modello in particolare mi interessa acquistare.

    Il libro è, da questo punto di vista, un oggetto misterioso: chi lo acquista, acquista a scatola chiusa (a meno che l’abbia già letto) perché non può sapere che cosa ci sia scritto dentro.

    che cosa appare di un libro?

    Di un libro, il potenziale acquirente conosce solo ciò che è immediatamente visibile:

    • Titolo
    • Nome dell’autore
    • Copertina e immagini
    • Genere

    In un secondo momento,  solo se già uno di questi elementi ha colpito l’attenzione del potenziale lettore, entrano in campo altri due elementi:

    • Trama
    • Recensioni di chi l’ha letto

    Questo per dire che le frecce che si possono scoccare per raggiungere il lettore sono poche e alcune di esse rischiano di essere inefficaci.

    Nel mio caso, per esempio, il nome dell’autore di certo farà poco presa, perché sono un’esordiente e perché non sono nemmeno un personaggio famoso.  Anche sul genere c’è poco da fare: sarà quello che avrò scelto, e mai penserei, né consiglierei ad altri, di scrivere un certo genere solo perché vende più di un altro.

    Ecco che resta ben poco: in prima battuta il titolo e la copertina, poi, se l’aggancio funziona, una buona sinossi e, ammesso che arrivino, le recensioni.

    come si costruisce un prodotto accattivante?

    Se la copertina e il titolo sono fondamentali, tanto da richiedere (almeno nel caso della copertina) competenze specifiche, anche il modo  con cui viene presentato il libro ha una grossa importanza.

    Marco Amato, in alcune belle discussioni avute privatamente, mi ha fatto notare come le pubblicità delle major non dimentichino una bella scritta “romanzo”, tanto da far capire subito al lettore che di questo si tratta.

    Ecco, forse, per me che non sono un’esperta di marketing editoriale, un buon metodo potrebbe essere proprio l’esame delle pubblicità altrui, cercando di affinare un certo senso critico, ma anche mettendomi dal punto di vista del potenziale acquirente, tentando di non dare per scontate informazioni che non è detto che gli altri conoscano.

    Così, sempre ipotizzando che io abbia scritto e confezionato un romanzo, ho provato per gioco a preparare un modello di pubblicità. Voi che cosa ne pensate? Vi piace? Che cosa funziona e che cosa non funziona?

    cOME SE FOSSIMO GIà MADRI 01

     

    E, infine: poiché io (per ora) non ho ancora nulla da promuovere, c’è nessuno di voi, che invece avete già pubblicato, che abbia voglia fare un po’ di esperimenti con me, provando a creare pubblicità di questo tipo?

     

     

     

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    35 Comments

    • Dico la mia (anche se di pubblicità ne capisco poco):
      Non si legge il nome dell’autore (bisogna andarlo a cercare nella copertina, ma lì è piccolo e poco leggibile)
      L’immagine di sfondo scelta contrasta troppo coi colori della copertina (tinta pastello contro colori forti di un tramonto), mentre sarebbe preferibile più iniformità grafica.
      Anche la scelta del carattere sarebbe preferibile più uniformità in modo d arichiamare quello usato per la opertina.
      Pobabilmente anche nome e logo dell’editore dovrebbero essere più visibili
      Il titolo funziona e anche la frase della citazione
      Forse ci starebbe bene il logo di amazon invece della semplice scritta amazon.it

      Più in generale, io che leggo molto di recensioni non ne leggo proprio 😛

      • Grazie, Grilloz. Il tuo è proprio il tipo di commento che auspicavo. Prendo nota e ci rifletto.
        Su una cosa però vorrei fare un’osservazione: non ho messo il nome dell’autore proprio per scelta. Se si trattasse di uno scrittore famoso o, quanto meno, di qualcuno che abbia già pubblicato e costruito un suo seguito, allora sarei perfettamente d’accordo con te. Ma non credi che nel caso di un esordiente sia quasi controproducente, nel senso che potrebbe allontanare chi invece è stato attirato da altro? Mie elucubrazioni estemporanee…

        • No, direi di no, primo perchè anche da esordiente qualcuno già ti conosce online, hai un blog e ne frequenti altri. Poi perchè stai vendendo un prodotto realizzato da un essere umano e io lettore voglio sapere che dietro quell testo c’è una persona che l’ha scritto.
          Certo da esordiente non devi scrivere il tuo nome pià grande del titolo, mentre se sei già famoso ti conviene farlo 😉
          Infine non vedo perchè un eventuale lettore dovrebbe scoraggiarsi 😛
          Beh, poi c’è anche chi va a caccia di esordienti 😛

          • ok, mi hai convinta. Aggiungerò il nome, grazie. 😉

    • nadia

      A me quel rosa proprio non piace, meglio un arancio caldo e sfumato. Il libro invece tanto e non vedo l’ora di averlo in mano, quindi mi auguro fiocchino i giusti consigli, che non saranno i miei, perché tu scopra la strategia giusta per venderne migliaia di copie e far risuonare il tuo nome, che in effetti è scritto un po’ in piccolo… E il titolo in blu non mi piace tanto, la maternità non è blu.

      • Silvia

        Sì, me l’avevi già detto che il rosa non ti piace Nemmeno io sono da “rosa”, sai? Però è anche vero che identifica un genere, sebbene il mio romanzo rientri sì e no. Comunque, come sai, con la copertina sono ancora in alto mare. Tra l’altro non potevo pubblicare altre bozze per motivi di opportunità, per cui ho utilizzato l’unica possibile in questa sede.
        Sul blu del titolo sono pienamente d’accordo con te. Valuteremo con la casa editrice. 🙂

    • Il problema di tanto marketing applicato ai libri è che buona parte dei libri non risolve alcun problema, al massimo pongono domande. Mentre il marketing presenta (di solito) soluzioni a problemi. (“Il bucato più splendente”; “I chili di troppo”; “Il giusto set di pentole per cucinare come uno chef”; eccetera). Oppure, crea bisogni artificiali.
      Uno scrittore statunitense ha spiegato che il successo di certi libri autopubblicati nasce perché vanno incontro a “bisogni inattesi”. Se tu rientri in questa categoria, sei a cavallo, o quasi 😉

      • Sono d’accordo sul fatto che il marketing vada a “solleticare” bisogni reali o più facilmente bisogni indotti. Non per niente google ci fa apparire prodotti da tutte le parti sulla base di una nostra qualsiasi ricerca.
        Però è anche vero, come dice Marco (Amato) qui sotto, che le persone cercano emozioni e quindi l’offerta di ciò che proponiamo come libri può soddisfare un bisogno.
        E forse in questa prospettiva il nostro lavoro di marketing (o almeno il tentativo di farlo) potrebbe essere orientato verso l’obiettivo di mostrare in modo più chiaro possibile che cosa il lettore potrà trovare nel nostro libro, perlomeno secondo il nostro parere.

      • Marco Amato

        Marco, su questo non sono d’accordo.
        Un libro riempie bisogni importanti per gli esseri umani. Intrattenimento, ma soprattutto emozioni. A livello teorico, non avendo ancora venduto libri online, credo che sia questa la chiave che può fare la differenza. A volte si leggono sinossi che ti lasciano indifferenti. Altre volte ti annoiano. Ecco, a partire dalla sinossi, dalla copertina, dal sito (o blog autore) in cui è valorizzato il libro, occorre promettere emozioni. Emozioni che non è semplicemente amore. Ma a seconda del libro può essere divertimento, rabbia, paura, indignazione, solidarietà, etc.
        Però occorre fare attenzione. Non bisogna scrivere ogni tre parole: questo libro ti emozionerà.
        Come per lo show don’t tell l’emozione va mostrata, fatta percepire.
        Il potenziale lettore, quando entra in contatto con l’ecosistema libro (sito, copertina, titolo, sinossi), dovrebbe dire: che bello, mi piacerebbe leggerlo.
        Ecco, questa la teoria. La mia teoria. Ma non mi chiedere né la pratica, né come si fa. 😀
        E’ molto difficile riuscirci. Certo, da scrittori indipendenti si ha la possibilità di provare e riprovare.

        • Sono d’accordo. Nella mia esperienza col crowdfunding (che almeno per certi versi è simile), il coinvolgimento del potenziale sostenitore nel progetto è la base per la riuscita. Cioè il sostenitore deve arrivare a pensare di volere a tutti i costi che il progetto decolli al fine di poter leggere il libro. La molla è la stessa, far pensare al potenziale lettore: io lo voglio leggere.

    • Proprio in questi giorni sto preparando una pubblicità per la mia prossima promozione e mi sto chiedendo a cosa è meglio dare risalto, quindi il tuo post capita a fagiolo 🙂
      Della pubblicità che hai proposto devo dire che non mi fa impazzire la scelta dei colori, sono d’accordo con Grilloz che c’è troppo contrasto, il rosa è freddo mentre gli altri colori sono caldi. Nella copertina titolo e autore sono veramente minuscoli e sproporzionati, io ingrandirei entrambi di parecchio. Come lettrice, confesso che le scritte non le leggo quasi mai, l’unica cosa che mi salta all’occhio è l’immagine di copertina e il messaggio pubblicitario (nel tuo caso la fascetta sotto). Ma “romanzo” manca nella copertina? O è nella scritta piccola in alto?

      • Ammetto che la copertina è provvisoria. Non potevo pubblicare qui le bozze vere e proprie per motivi di copyright e di opportunità. Inoltre sono legata alla linea della casa editrice, quindi il template è quello, posso solo agire sull’immagine interna e sui colori dei caratteri, ma non sui font né sulla grandezza del carattere.
        Sì nella copertina manca la scritta “romanzo”, c’è solo il sottotitolo (che curiosamente sta sopra al titolo).

    • Ricorderai che la scorsa settimana ho presentato ai lettori del mio blog un articolo vuoto, letteralmente. Quell’articolo ha accumulato più visite di tutti gli altri post pubblicati a gennaio. La cosa appare strana visto che non c’era né testo né contenuto (non è propriamente vero: c’era un contenuto inferenziale, ma non lampante). Il motivo si spiega in due modi: il titolo era decisamente accattivante (l’avevo scelto apposta proprio per attirare più gente possibile nella “trappola”); l’originalità, infatti si è soliti aspettarsi un contenuto se visiti l’articolo di un blog. Ora, per promuovere un libro si gioca sullo stesso campo. Serve essere accattivanti (titolo e copertina) e originali. La prima è facile da intuire, meno da realizzare forse. Sulla seconda fermiamoci un attimo di più. Per essere originali non serve inventarsi frasi strampalate e altisonanti, nemmeno shoccanti; serve avere un idea che tracima dalla normale aspettativa umana. Facciamo un esempio: diciamo che vuoi promuovere un libro sentimentale la cui storia riguarda un classico adulterio. Ne abbiamo già viste a noia di storie così, e l’autore non è riuscito a essere originale: un bel libro standard. Tocca al pubblicitario fare la differenza; può farla così: “Se oggi scoprissi che tuo marito ha un’amante, faresti finta di niente per amore della quiete domestica? Lei, sì.” – è solo un esempio buttato di getto, non prenderlo alla lettera. Il punto è guardare alla realtà con uno sguardo trasversale.

      • Sull’importanza del titolo sono perfettamente d’accordo. E lo si vede molto bene nei nostri blog, come hai già detto tu. Anche nel mio piccolo devo dire che quasi sempre quando ho la sensazione di aver azzeccato il titolo trovo corrispondenza nel numero di letture e spesso anche nei commenti. Peccato non riuscire sempre a trovare il titolo giusto.
        Però, a differenza del romanzo, almeno nel mio caso, la possibilità di prevedere la riuscita in un post è anche dipendente dal fatto che ormai conosco il mio pubblico. Molto più difficile è invece presentarsi a un pubblico che, ora come ora. non conosco, se non per ipotesi.
        Sul fatto di trovare uno sguardo trasversale, credo che possa essere in effetti una carta vincente, a patto però di non tradire il contenuto del libro, presi dalla foga del marketing. Ci rifletterò con attenzione. Grazie. 🙂

        • Al di là di alcuni romanzi di genere, dove la tipologia di pubblico che ne fruirà può essere più o meno intuita, un romanzo generalmente è una “lettera inviata a sconosciuti”. Per questo motivo il messaggio promozionale deve cogliere un’aspetto della realtà più diffuso possibile, dandone però una interpretazione originale.

      • Mi immagino già la fascetta del tuo libro:
        “Il romanzo che ha venduto più di tre copie prima ancora di essere pensato”
        😛

        • E una è quella che comprerò io sulla fiducia! 😛

          • Salvatore, siamo a cinque!!!
            (comunque lascerei quell “più di tre”, quell più di attire l’attenzione 😛 )

              • Idee idiote ne ho molte, ma sempre con un certo gusto per l’estetica 😉

    • Marco Amato

      Questa nuova soluzione di immagine per la copertina mi piace molto di più delle precedenti che mi hai fatto vedere.
      Riesci a centrare una maggiore caratterizzazione per il tema del libro, la donna, il rosa la maternità. E mi piace anche la soluzione di far risaltare il sottotitolo aggiungendolo nell’immagine. Visti i limiti di copertina che impone l’editore mi sembra una soluzione geniale!

      Io da appassionato di storia vedo la pubblicazione come l’approssimarsi della battaglia.
      Quando si pubblica si può scendere in campo senza armi e senza sapere cosa fare.
      Oppure ci si può preparare alla guerra tempo prima. Occorre organizzare un esercito adeguato. Fanteria d’impatto armata di elmi e scudi. Una cavalleria mobile per accerchiare il nemico. Ausiliari di arcieri per scagliare frecce. Catapulte per lanciare bordate micidiali contro le mura invalicabili.
      Il nemico è la realtà difficile. Troppi scrittori, impossibilità di far arrivare la propria voce ai potenziali lettori. Una selva intricata nella quale la maggior parte di noi si smarrisce.
      Per questo pianificare una strategia generale d’attacco è importante. Preparare mappe, curare la logistica con i rifornimenti di cibo e tutto quel che occorre perché l’esercito possa proseguire nel suo cammino.
      L’esito della battaglia è sempre incerto. La realizzazione è sempre diversa da come la si è pensata e pianificata. Tuttavia essere preparati, credo che sia la migliore possibilità per fronteggiare la paura di non farcela. Di impantanarsi senza più sapere cosa fare.

      Il mio consiglio è di pensare a tre modalità o strategie. Una strategia a breve periodo. Una a medio periodo. E una a lungo termine. Ci sono cose che vanno fatte anche se non porteranno frutti immediati. Ma sono semi piantati per crescere in futuro.
      Ma soprattutto occorre avere la lucidità di comprendere gli errori, di modificare le strategie e l’azione, una volta avviati. Le idee vincenti sulla carta, spesso sono portatrici di cocenti delusioni. Mentre aspetti minori, sottovalutati, spesso si dimostrano più efficaci di quanto si era immaginato.

      E in tutto questo, quando si pubblica, non bisogna avere in mente i libri da vendere.
      Conta un’unica cosa: il lettore. Il lettore è l’unico vero amico e alleato dello scrittore. Non dobbiamo pensare che sia un nemico ignoto da conquistare. Ma un caro amico da raggiungere e possibilmente coinvolgere.

      • Davvero ti piace? Pensa che è l’unica immagine che ho elaborato interamente io partendo da una fotografia! 😀

        Sì, credo che si debba partire da un’analisi di ciò che si vede attorno per poi preparare una strategia, come dici tu, di battaglia.
        Senza preparazione rimane tutto un po’ lasciato al caso, anche se è vero che certi sforzi sembrano non dare frutti immediatamente.
        Ma noi gente di montagna sappiamo quant’è dura strappare un metro di terra alla montagna e non ci arrendiamo finché non vediamo spuntare un minuscolo germoglio. 😉

    • In effetti mi stavo ponendo anche io il problema di come si vende un libro online. Ho preparato una serie di banner, ma senza la copertina del libro. Poi mi chiedo, ammesso che una abbia creato un banner straperfettissimo, cosa se ne fa? La gente su twitter non si fa affascinare dall’immagine con successivo accesso allo store, su facebook partono i like, ma senza guardare nemmeno quello che c’è scritto dentro il banner, fanno il “mi piace” all’immagine nel complesso (succede anche quando questa è legata a un articolo del blog) e comunque non sono interessati a comprare un bel nulla. Google AdWords mi hanno detto che conviene se si vende roba che costa molto e quindi niente ebook. Nessuno cerca l’ebook da comprare tramite il motore di Google e nemmeno libri cartacei.
      Il mio prossimo romanzo che spero arrivi non oltre marzo, ha un potenziale di lettori eccezionale, ma non ho contatti con quotidiani. Mandai anni addietro comunicati stampa. Nessuno mi rispose mai. Andrebbe benissimo fare una presentazione nel cuore storico della mia città perché la città è protagonista del libro (una commedia comica, ma molto amara), però organizzare una presentazione se sei un autore di una grossa scuderia è un problema, figurati se non hai un editore e nessuno ti “conosce” e tu devi portare i lettori/potenziali acquirenti in una città dove se si legge sono i libri che pubblicano gli youtubers.
      Tutte ste cose mi fanno mantenere in mano, nel senso che non ho proprio voglia di pubblicare e poi vedere che il libro se va proprio di lusso viene preso da 3-4 lettori. Sì, 3-4 lettori non li butto, sia chiaro, ma se ci spendi 9 mesi sopra vorresti almeno 10 volte tanto ma per partire. Ero arrivato quasi a pensare di regalarlo, ma di ebook regalati ce ne stanno tanti, a chi vuoi importi leggere una cosa gratis? Anche io ne ho scaricate e mai lette. Che poi anche il gratis va promosso. Quindi ho un caos in testa.

      Nel tuo esempio di sopra il rosa contrasta molto con gli altri colori. Diciamo che schiarirei il rosa e anche l’immagine di sotto, forse il problema poi diventa la scritta in bianco che inizia a non leggersi più quando si schiariscono i colori. Lo so bene che è complicato scegliere il colore del testo da mettere davanti a un’immagine, ci combatto sempre, soprattutto quando la fotografia/immagine ha diversi colori e sfumature al proprio interno.

      Ecco, non ti sarò stato di grande aiuto, però quando si parla di vendere online io sono un asino 🙂 .

      • Invece mi sei stato d’aiuto e te ne ringrazio. Ragionare insieme è sempre positivo per avere spunti nuovi di riflessione.
        Io penso che vendere on line sia certamente molto difficile, ma non così impossibile come dici tu. Del resto se fosse così le grandi case editrici non investirebbero in pubblicità su Fb e in generale su google. Ovviamente loro possono permettersi professionisti che lavorano in modo specifico sul quel settore di mercato e sanno costruire un’immagine adeguata dei loro prodotti.
        Noi, dalla nostra, abbiamo minori mezzi tecnici ed economici e non abbiamo il supporto d’immagine di una casa editrice. Quindi è come pensare a Davide contro Golia. Però possiamo imparare da loro e magari carpire qualche segreto. 🙂

    • Oddio, non so proprio cosa dirti. Però sono proprio felice che a febbraio esca. Questo sì.
      Come sai, col marketing faccio pietà.

      • Tu più che sul marketing-libro dovresti puntare sul brand-autore perché per tue caratteristiche personali, oltre che per la tua bravura, sei assimilabile a un personaggio.

        A dire il vero non so ancora se uscirà a febbraio, siamo ancora arenati con la copertina (anche questa volta per colpa mia, peraltro, che non sono mai contenta) però, dai, ci avviciniamo. 😉

    • Concordo con gli altri commenti sul contrasto colore copertina rosa (anch’io non amo molto il rosa) e lo sfondo dell’immagine (che mi piace molto, è calda e accattivante). Riguardo al marketing non so consigliarti molto, per me è un mistero. Ti posso dire come ho operato per il mio primo romanzo che era solo in eBook, ho creato una pagina Facebook e postavo frasi del romanzo abbinate a immagini che rendessero il senso di quello che postavo. Poi facevo un minimo di pubblicità a pagamento su Facebook. Non avevo creato Card, cosa che ho fatto successivamente. Ci sono stati risultati per me abbastanza soddisfacenti, soprattutto perchè dopo i primi mesi di vuoto assoluto (ho venduto 4 copie tra cui la mia) c’è stata una piccola impennata di vendite (oltre cento copie in due mesi, non saranno molte ma ogni singolo lettore conquistato che sceglie di leggermi per me è importante). Forse l’ho già scritto in un altro commento di post, osservavo le pagine di autori famosi per capire meglio come muovermi.

      • Grazie mille, Giulia per averci raccontato la tua esperienza che, per chi è alle prime armi come me, è importantissima.
        Se posso permettermi di chiedertelo, hai capito che cos’è stato che a un certo punto ti ha fatto impennare le vendite? Cioè, si è trattato di un processo fisiologico (dopo un certo tempo la tua promozione ha iniziato a dare i suoi frutti) o tu hai cambiato qualcosa nella strategia?

        • Giulia Mancini

          Fino a dicembre 2014 non ho fatto nessun tipo di promozione, ma ‘osservavo’ le pagine degli autori che conoscevo, poi a gennaio 2015 ho iniziato a fare promozione con facebook della mia pagina, nel frattempo avevo anche mandato delle presentazioni del mio libro ad alcuni lit blogger (non erano molti e non tutti hanno pubblicato le presentazioni però un minimo di diffusione c’è stata).
          Il mio suggerimento è di individuare dei blog che fanno recensioni e contattarli, se lo fa la casa editrice è anche meglio. Comunque prima mandi una mail per chiedere se puoi mandare la presentazione del tuo libro, se sono disponibili a recensire e poi ti regoli in base alla loro risposta. Prima di mandare la mail leggi bene le info del blog, così ti puoi regolare anche tu. Anche questo è un lungo lavoro.

    • Daniele

      Titolo e nome dell’autrice non si leggono bene, inoltre non c’è un buon uso degli spazi, le scritte sono appiccicate una all’altra. Il testo sopra al nome è illeggibile.
      La maggior parte, se non proprio tutti, degli autori che si autopubblica sbaglia la copertina, uno degli elementi fondamentali per vendere il libro.

    • Ti riferisci alla copertina, vero?
      Sono d’accordo con la tua analisi, il problema è che ho un template imposto dalla casa editrice. Posso solo giostrarmi sui colori dei font e sull’immagine, ma font stesso, dimensione e impianto grafico non li posso modificare. 🙁

    • Questo è un post che merita di diventare virale! Bravissima, Silvia, e posto bene come solo tu sai fare. C’è un sacco da imparare e io mi leggerò tutto con calma (adesso non posso proprio).
      Per ora mi accodo a Grilloz, per le opinioni. Ed ESIGO il tuo nome in copertina <3 ben leggibile.
      Un bacio, a più tardi.

      • Grazie mille, cara, per l’apprezzamento.
        Ok, mi arrendo, il nome ce lo metto! 😀 : D 😀

    • Arrivo per ultima, ma concordo con la prima analisi di Grilloz. Manca un set di colori, che dev’essere poi quello che “comanda” anche su tutta la campagna pubblicitaria.
      Ok, per il template imposto, ma sui colori te la puoi giostrare tu. Quindi, se rimane l’immagine rosa in copertina, il rosa, il fucsia e il bianco sono nel set. Poi ci va anche il rosso della “a” del logo bookabook. Il titolo in azzurro è un pugno in un occhio, perchè contrasta troppo; opterei per il rosso della “a” o nello stesso fucsia della scritta dentro immagine, o forse ci sta anche più acceso.
      Lo sfondo della pubblicità: adesso i suoi colori non rientrano nel set, ma se il titolo della copertina lo metti rosso, schiarendo/scurendo l’immagine dovresti armonizzare con il rosso del tramonto. E ci potrebbe stare. Altrimenti, se vuoi far risaltare al massimo la copertina, dovresti scegliere un’immagine in toni di grigio (l’unica che di consentirebbe di lasciare il testo in bianco), ma devi stare attenta a non cadere nel genere dark.
      Anche nella pubblicità va il nome dell’autore. Bene per la scritta “romanzo” (che non pensino ad un manuale sulla maternità con storie vere). Ha ragione chi dice di mettere anche il logo amazon, è più intuitivo.
      Poi: le scritte non vanno mai sopra oggetti e persone, quindi il testo “Non avevo né un marito…” non deve coprire la sagoma della ragazza. Puoi stringerlo, ridurre il font, spostarlo più in alto, al centro, o giocare con diversi a-capo di quelli attuali. Diminuirei la grandezza delle virgolette, che comunque non devono invadere il testo. Qualcuno potrebbe avere difficoltà a leggerlo.

      • Grazie, Barbara. Preso nota di tutto. Come sempre la tua attenzione e precisione sono invidiabili.
        Sai che cosa mi piace un sacco di tutto ciò? Proprio il fatto che se ipoteticamente avessi scritto un romanzo, potrei contare su di voi per una serie di consigli qualificati e opportuni. E non è poco davvero. 😉

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    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
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