Di nuovo stravolgo il mio modesto programma editoriale per un motivo che ritengo importante.
Oggi una persona a cui sono molto legata compie 75 anni.
Non è soltanto un motivo affettivo, è un motivo più profondo.
So per certo che il mio amore per la scrittura, la mia passione per la parola e per il narrare hanno radici molto profonde che affondano molto più in profondità della mia stessa vita.
Imparai tutto, prima ancora di nascere, da mia mamma.
Insegnante di lingue straniere, coltivò sempre questa sua inclinazione e ne fece un modo per vivere e sopravvivere ogni volta, e non furono poche, che la vita, sembrava averle messo davanti un muro.
Oggi vorrei semplicemente augurarle buon compleanno, pubblicando una delle sue poesie che più ho amato.
La paura
La paura è uno specchio rotto
nella cornice linea della vita:
altera il volto, scompone l’unità
sbiadisce i colori e la figura
muta le attese in ossessioni
rimodella lo scivolar del tempo.
Tu non tentare mai di trasformare
quelle schegge in un nuovo cristallo
vivila come esperienza naturale
come un’estate derubata del sole
eppur foriera di momenti importanti
per arricchire il tuo diverso futuro
tra brevi squarci e nuvole incombenti.
Amerai l’alba e il tramonto
la luce e il buio come mai
ti è accaduto in passato.
Una passione bruciante. Smisurata.
Camminerai a tre passi dal suolo
come l’innamorato. E come tale
sorriderai al timido approccio
d’un nuovo sconosciuto pellegrino.
O ti farà gioire il gesto inatteso
d’un’improvvisa riconciliazione.
E in ciascuno di quei frammenti –
purché uniti strettamente tra loro –
leggerai forza, caparbietà, coraggio
sufficienti a regalarti l’eternità
di ciò che per te unicamente conta:
libertà dell’io, solidarietà, amore.
F.D.B.