Sei personaggi in cerca di… paura. Puntata n. 3

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    La paura è la prima compagna della nostra vita.

    Il bambino esce dall’utero materno, da quel caldo nido che l’ha cullato per nove mesi, e improvvisamente si trova in un mondo luminoso, rumoroso, frenetico. Per la prima volta si trova da solo. Ha paura. Non può che piangere e strillare disperato.

    La paura è il motore che spinge in bambino a richiamare l’attenzione su di sé: se abbandonato, non sopravviverebbe. Poiché consciamente non è in grado di fare questo ragionamento, la paura è l’istinto primario che lo aiuta a sopravvivere.

    “La paura è un’emozione basica che ha lo scopo di mettere in guardia dai pericoli, un segnale di avvertimento veloce e potente. Si tratta dunque di un elemento fondamentale per la vita, da non valutarsi negativamente; essa è piuttosto un possibile aiuto da ascoltare. Dal punto di vista psicologico la paura è legata alla percezione di un pericolo reale, concreto e puntuale; anche se appartiene alla sfera emotiva rimane sempre frutto di una valutazione a proposito di quanto sta accadendo, compiendo una previsione sul possibile andamento delle cose. La paura può manifestarsi in relazione ad animali o ambienti particolari (fobia), diventare diffusa fino a perdere il controllo, impoverendo la sua componente valutativa panico); può essere conseguenza di una acuta sofferenza interiore (ansia), o uno stato durevole e profondo della persona (angoscia). La paura, quando viene studiata dal punto di vista storico, culturale e sociale, mostra elementi interessanti e singolari. Le attuali società occidentali presentano a questo riguardo uno strano paradosso. Da un lato vi si nota una situazione di benessere senza precedenti, che consente di risolvere con facilità la maggior parte dei problemi legati
    alla sopravvivenza, offrendo ad un sempre maggior numero di persone possibilità di istruzione e di cura. D’altra parte questa aumentata sicurezza presenta un costo molto alto: la proliferazione della paura. Per uno strano meccanismo psicologico, la ricerca eccessiva di sicurezza non elimina la paura ma porta piuttosto a incentivarla”

    G. Cucci, I mille volti della paura, Uno strano paradosso.

    Quindi diciamocelo chiaro: per quanto abbiano cercato di convincerci di dover essere impavidi, forti e coraggiosi, la sana paura non è così spregevole come sembra, anzi è utile. Semmai sono le esagerazioni a crearci problemi.

    Pensate se non avessimo paura di nulla. Senza pensarci due volte compiremmo un’infinita di imprudenze e, senz’ombra di dubbio, finiremmo per farci molto male.

    Peraltro, come ben spiegato nel brano di Cucci, il paradosso in cui si trova oggi la nostra società è che più siamo al sicuro, più temiamo per la nostra incolumità. Mi verrebbe da abbozzare un’ipotesi per cui proprio la disabitudine al pericolo e il raggiunto benessere hanno minato le nostre sicurezze, probabilmente in una società più semplice ed elementare dove in gioco è la stessa sopravvivenza, la paura rimane confinata entro il suo raggio d’azione originario. Nella nostra società dove la sopravvivenza è data per scontata, il timore di perdere la tranquillità raggiunta provoca scombussolamenti non da poco. Non per nulla nell’occidente l’ansia e i conseguenti attacchi di panico sono all’ordine del giorno.

    Ma torniamo ai nostri personaggi.

    Nelle settimane scorse abbiamo parlato di fastidio e di rabbia e abbiamo cominciato a delineare il loro carattere partendo da quei sentimenti.

    Essi avranno paure reali o fittizie? Che siano temerarii o dei fifoni, qualsiasi nostro personaggio, così come qualsiasi essere umano, avrà delle paure.

    Ho cercato anche in questo caso di pensare a paure non troppo comuni. L’aracnofobia come la paura dell’aereo, per esempio, o la paura delle giostre mi sembravano troppo scontate per una caratterizzazione specifica dei nostri personaggi. Vediamo che cosa ne è venuto fuori.

    Così come abbiamo fatto la settimana scorsa, collegatele voi al personaggio che ritenete opportuno, in modo da cercare una costruzione coerente del carattere e un personaggio a tutto tondo.

    Eccole qui:

    • ha paura di scendere le scale quando ci sono altre persone intorno
    • ha paura di non riconoscere per strada le persone che non vede da molto tempo
    • ha paura di dimenticare qualcosa di importante
    • ha paura di prendere freddo d’inverno e di soffrire il caldo d’estate
    • ha paura delle galline
    • ha paura di mettere la testa sotto l’acqua

    Ora tocca a voi: raccontatemi chi ha paura di cosa.

    Se ti è piaciuto, condividilo!

    21 Comments

    • Faccio un breve commento per dire che la mia editor ormai nota al mondo come CBM dice che per definire e lavorare su un personaggio occorre sapere solo: di cosa ha paura e cosa vuole.
      Stop.
      Torno. Buona settimana

      • Interessante. Ottimo il consiglio della tua editor. Lo farò certamente mio. 🙂

      • Direi che Sandra(o CBM) ha dato un buon suggerimento: dopo la paura, ci sarà il desiderio? Cosa desiderano questi personaggi?

        • A dire il vero, il prossimo sentimento sarà l’invidia. Che però, se ci pensi, ha proprio origine da un desiderio che non si è riusciti, o non si riesce, a esaudire.

    • nadia

      Il mio Roberto è un uomo che dal di fuori sembra sprezzante del pericolo, anzi amante. Sport estremi, vestire leggero anche con un freddo pungente, esagerare con cibo ed alcool a rischio di star male, e l’elenco potrebbe continuare alla lunga, ma incomprensibilmente una cosa lo atterrisce dalla paura. Dimenticare è il suo tallone d’Achille. Riposto in un cassetto della memoria sta di tutto. Emozioni, fotografie del suo passato, vecchie storie d’amore, liste di cose da fare, scadenze arretrate, impegni presi e mai portati a termine… Perché lui dimentica, dimentica un po’ di tutto in ordine sparso e spesso la sua risposta a qualunque domande è a scelta tra: “Cosa?” e “Chi?”. Un Dimenticatore cronico. Ed ogni volta che si rende conto di aver dimenticato un altro pezzo del suo vicino e lontano passato si rende conto di perdere un pezzo in più di sè.

      • Sai che mi sono sempre chiesta che cosa spinge una persona a buttarsi con il paracadute o a fare altre sport estremi (già, dovremmo chiederlo a Salvatore!)?
        Forse chi si dimostra sprezzante del pericolo nasconde altre paure, altrettanto profonde? Forse alla fine del nostro gioco sui personaggi, ce lo dirà proprio il tuo Roberto! 😉

        • nadia

          Per la maggior parte delle persone si tratta di voglia di adrenalina, per alcuni desiderio di vincere tutte le paure o affermare di non averne, per altri il disprezzo della vita. Ora il Roberto che delineo ha tutte le caratteristiche per l’ultima scelta. Ma staremo a vedere.

    • Anche io tornerò più tardi. Intanto scrivo che a Febbraio parteciperò a un concorso: devo scrivere un racconto che ha come tema la paura. Quindi, questo giochino sarà per me più utile del solito. 🙂

      • Felice che il nostro giochino in qualche modo ti sia utile! 🙂

    • Ha paura delle galline??? E adesso cosa m’invento?? :O
      Ritorno (che qua sta a diventà un listone!)

      • Oh come mi diverto a mettervi in difficoltà. Avevo pensato alla paura degli uccelli, ma era troppo generico e anche un po’ scontato. E poi, da bambina, avevo paura delle galline di mia nonna, mi sono immedesimata. 😉

        • Una mia amica è terrorizzata dalle galline! E devo dire che alcuni galletti hanno inquietato anche me in passato…

    • Devo dire che faccio un po’ fatica a sezionare così i mei personaggi. Sono come persone che conosco nella vita reale. Si mostrano come un tutto già delineato, ma ci metti una vita a coglierne ogni sfumatura di carattere. Le paure, poi, sono molto intime. Una mia amica ha paura della cose che luccicano troppo, ma ci ho messo anni a scoprirlo. Anche dei miei personaggi magari non conosco le paure più inconsce, quelle che meno hanno a che fare con la storia che sto narrando. Magari, che so, sto raccontando di una donna che ha paura di perdere l’amore del marito, quello è ovvio, ma che abbia paura delle galline (come un’altra mia amica), magari lo scopro tre storie più avanti, perché vive in centro a Milano e lì galline non ce ne sono… Chissà se sono riuscita a spiegarmi?

      • Sì, capisco benissimo cosa vuoi dire. Questo più che un metodo o un esercizio, vuole essere un gioco per riflettere sul senso di certi sentimenti e abbinarli ai personaggi in modo coerente. Cosa. tra l’altro, sempre più difficile perché il mio scopo proprio quello di mettere in difficoltà. 🙂

      • Sì, per me ti sei spiegata. O almeno è un po’ come dividere paure più funzionali alla storia ad altre che tutto sommato è anche bene conoscere dei propri personaggi, sempre per l’antica faccenda che è bene sapere tutto, ma potrebbero non servirti. Siccome poi, tornando al tuo esempio, magari la donna un giorno fa una gita in campagna, cosa che viene scrivendo, allora sapere a monte che ha paura delle galline potrebbe già dare un connotazione diversa alla gita (scappa, si fa prendere dal panico, vince la ) già un sacco di scenari.

    • La paura delle galline è semplice da superare, basta evitare le aie e la campagna, il problema è reale quando vivi in un ambiente dove vivono altri animali di cui si ha paura, per esempio aver paura dei piccioni è un bel problema se vivi a Venezia, Milano o Bologna, siamo circondati. A pensarci bene se un piccione mi vola addosso non mi fa piacere…mi sono persa cosa dovevo scrivere?
      1. Primo personaggio: è una donna goffa e in sovrappeso e scende le scale lentamente e con poca grazia, più che paura a scendere le scale con persone intorno, si sente a disagio
      2. Donna, fa sempre gaffe madornali perché è terribilmente poco fisionomista e se non vede qualcuno da molto tempo fa anche di peggio
      3. Uomo, maniaco del controllo, teme sempre di dimenticare le cose importanti, scrive tutto su un’agenda che consulta continuamente, quasi un ossessivo compulsivo
      4. Donna terribilmente metereopatica, odia il freddo quando fa freddo e il caldo quando fa caldo, da quando è in menopausa è ancora più insofferente
      5. Donna è terrorizzata dalle galline, per questo ama la città e odia la campagna
      Il sesto personaggio non mi viene…

      • Qui da me è più facile incontrare una gallina piuttosto che un piccione. Pensa che una delle mie paure più grandi da bambina era proprio degli animali. Fuori da casa mia non è raro incontrare una mucca, la volpe, cani randagi o vipere. Un mesetto fa, rientrando a casa di notte, sono stata accerchiata da sei cinghiali, per dire!
        Ma ora come ora temo di più i piccioni che tutti gli altri animali a cui ho fatto l’abitudine! 😀

    • • Personaggio X Donna giovane
      X è infastidito/a da chi gli/le cammina intorno mentre mangia.
      Potrebbe sembrare una prerogativa maschile (per disposizione si concentrano in una cosa per volta), ma in realtà non lo è. Anch’io sono infastidita da questa cosa, soprattutto a pranzo, in giorno di lavoro, dove ho bisogno di pensare tranquilla.
      Si arrabbia Quando qualcuno lo/la tocca inavvertitamente.
      E’ una persona riservata, nella vita quanto nel fisico. Un tocco anche se casuale la fa arrabbiare perchè lo percepisce come un’invasione della propria sfera intima, fosse anche una spalla che la sfiora nel caos dell’attraversamento pedonale.

      ha paura di scendere le scale quando ci sono altre persone intorno
      Direi che la sua paura è in linea con il resto: non ama avere gente intorno quando mangia, si arrabbia se viene toccata per errore, ha paura di scendere le scale quando ci sono altri intorno. Il perchè? Mi verrebbe da pensare che ha subito una violenza fisica (o tentata violenza) e quindi preferisca tenere le distanze dalle persone.

      • Personaggio Y Uomo giovane
      Y è infastidito/a dalle chiavi troppo voluminose, tipo quelle lunghe, di sicurezza.
      Le donne hanno sempre una borsa, dove infilarci di tutto. E che le chiavi siano lunghe o meno, fa poca differenza, non saranno mai grandi più della custodia degli occhiali da sole. Gli uomini (a parte la moda del borsello) mettono tutto in tasca e con le chiavi lunghe si strappano i fondi delle tasche.
      Si arrabbia Quando qualcuno gli/le prende un boccone dal suo piatto
      Come fa continuamente la sua fidanzata. Ci tiene molto alla linea, per carità niente da dire, ma lo irrita davvero che ad ogni cena lei si limiti ad un’insalatina cesar o un petto di pollo insipido e finisca poi a mangiare la pietanza che lui ha ordinato per sè.

      ha paura di dimenticare qualcosa di importante
      Sospetto che questo personaggio sia un perfettino. Gli danno fastidio le chiavi fuori standard, si arrabbia quando gli toccano il piatto (però si è scelto una fidanzata perfettina sulla linea). E quindi, da buon perfettino, ha paura di dimenticarsi le cose, sia perchè farebbe la figura del disordinato, sia perchè gli scapperebbe il controllo nell’ordine delle cose.

      • Personaggio Z Uomo, anziano
      Z è infastidito/a dal risvolto del lenzuolo troppo corto.
      Non so perchè ma mi è venuta in mente questa cosa: un anziano che o usa una dentiera (ma forse di notte si tolgono?) o ha comunque problemi di scialorrea notturna (eccesso di saliva), è infastidito se il risvolto del lenzuolo è corto, perchè poi nella notte si sposta, si gira, e rischia di macchiare il piumone. Che le lenzuola si cambiano spesso, ma lavare il piumone è una fatica immane!
      Si arrabbia Quando viene svegliato/a da un rumore improvviso
      Il cuore gli salta sempre a mille e certo non gli fa bene, anche se prende tutte le sue pastiglie. Il problema è che certi rumori gli ricordano le notti passate in trincea, durante la Seconda. Brutte cose che ci si porta dietro a vita, come il chiodo nella gamba.

      ha paura di non riconoscere per strada le persone che non vede da molto tempo
      Questo viene da sè: per esserci persone che “non vede da molto tempo” non può essere un bambino o un adolescente, è più facile per una persona anziana. E’ una paura doppia perchè, oltre ad apparrire magari maleducato con la persona che invece dall’altra parte lo riconosce, significherebbe che i suoi ricordi (e il suo cervello) iniziano a far cilecca, con tutte le implicazioni del caso.

      • Personaggio W Donna Bambina, Dorotea (ma lei ancora dice solo “Tea”)
      W è infastidito/a dalle persone che gli/le fanno due volte la stessa domanda.
      Perchè significa che non hanno ascoltato la sua prima risposta. Gli adulti fanno sempre così. Le fanno le domande e poi pensano ad altro. Non la prendono mai in considerazione. Non succede la stessa cosa con i bambini maschi, con loro no.
      Si arrabbia Quando inciampa sul marciapiede
      …perchè la mamma la sta trascinando in fretta e lei non ce la fa a stare al suo passo, nemmeno correndo. Così i piedi vanno per conto loro e lei si ritrova sempre con l’altra manina per terra. E la mamma finisce per sgridarla, come se fosse colpa sua.

      ha paura di mettere la testa sotto l’acqua
      Perchè anche se al corso di nuoto con le altre bambine ha iniziato per prima ad abbandonare il bastone della maestra e buttarsi al largo della corsia, muovendo le sue braccine paffute e lesta raggiungere la corda rossa, ha paura di quello che ci sta sotto. La mamma le ha regalato gli occhialini, ma lei non ci guarda mai. Tutta colpa di un film che stava vedendo suo fratello in televisione, mentre la mamma era al telefono. In una piscina come la sua, dei pesci grossi, con denti aguzzi uscivano da non so dove e si mangiavano tutti quelli che stavano sotto. Quindi lei continua a guardare solo sopra.

      • Personaggio K Uomo, cuoco
      K è infastidito/a da chi fa rumore quando deglutisce.
      Gli ricorda suo padre. Il rumore eccessivo che faceva a tavola, oltre le buone maniere e il silenzio che gli altri invece erano tenuti a rispettare. Non ha mai avuto un buon rapporto con suo padre, le uniche carezze erano quelle della sua cinghia quando disubbidiva.
      Si arrabbia Quando la pasta è scotta
      Gli tocca mangiare malvolentieri e poi la digestione rallenta paurosamente. Che la pasta scotta è la prova che chi sta in cucina non ci mette abbastanza impegno, non assaggia il livello di cottura, se la dimentica e poi quel che esce è una schifezza.

      ha paura delle galline
      Lo so: il cuoco che ha paura delle galline sembra assurda. Ma i polli arrivano già morti e spennati in cucina, senza testa, gambe e interiora. Inermi. Ben altra cosa è ritrovarsi chiusi di notte per castigo nel pollaio, con solo il pigiamino leggero addosso e un gallo fastidiosamente geloso. Pigiamino strappato e un sacco di beccate dolorose in tutto il corpo. Un trauma così un bambino se lo porta dietro a vita. E forse ha deciso di diventare cuoco per vendetta. Che il macellaio no, quello era davvero troppo.

      • Personaggio J Ragazzino
      J è infastidito/a dall’unto lasciato sulle dita dalle patatine.
      Che poi si appiccica alla tastiera e alla consolle. Ma si può giocare senza un sacchetto di patatine lì a fianco?
      Si arrabbia Quando egli/lei stessa non riesce a fare qualcosa che si era prefissato/a
      Quando i compiti gli prendono tutto il pomeriggio, con il fratello che lo perseguita, e non gli avanza tempo per uscire con gli amici o quando alla partita non riesce a partecipare a nessuna azione decisiva o quando giocando con la play online non porta a casa nessuna sfida.

      ha paura di prendere freddo d’inverno e di soffrire il caldo d’estate
      Aveva visto cos’era successo al ragazzino più sfigato della classe: si era preso un colpo di freddo durante la ricreazione e aveva passato le due ore successive in bagno, con tutta la classe che gli rideva dietro. Una cosa del genere ti marchiava a vita. Al pari di presentarsi ad una ragazza avendo l’ascella pezzata sulla maglietta. Orribileeeee!

      • Brava Barbara, ti impegni un sacco in questo gioco! Il bambino mi sembra sempre di più un personaggio uscito da Stand by me! 😛

      • Scusa se vado lunga… 🙁
        Ma quasi quasi potrebbe scapparci un racconto alla fine. Tutto sta a capire come sono legati tra di loro, questi personaggi. Però Sandra tempo fa mi ha fornito una bella idea. Vediamo 😀

        • Eh bè, l’idea sarebbe proprio quella: fare un bel raccontone finale. Ce la faremo? Mah, vediamo!

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    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
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