Scrittura di getto 2: se vincessi al superenalotto….

Indice dei Contenuti

    Ecco che mi invento un doppio meme in un solo post: da una parte proseguo la proposta di Chiara che dal suo Appunti a margine ci sprona a scrivere di getto (l’avevo già fatto in un altro post), dall’altra riprendo post di Sandra che ci racconta che cosa farebbe se vincesse giocando al superenalotto…

    meglio vincere o partecipare?

    Questa frase mi tormenta fin dall’infanzia. Quanti di voi se la sono sentiti ripetere alla nausea? E quanti di voi l’hanno propinata in tutte le salse ai propri figli? Non conta vincere, conta partecipare. Sì: tutto vero, tutto giusto, salvo che poi si viva in una società dove invece non gliene frega niente a nessuno se partecipi, ma gliene frega molto a tutti se vinci o, peggio, se perdi.

    Io, da bambina, ero molto fortunata al gioco. Vincevo sempre. Ma non nei giochi di abilità. No, no, lì ero una specie di chiavica. Ero molto fortunata nei giochi di puro c**o. Tipo che alla lotteria della parrocchia prendevo sempre i premi più belli e a Monopoli gli avversari finivano sempre sui miei alberghi ben posizionati su Parco della Vittoria.

    Mi chiamavano Gastone e io me la ridevo come una pazza mentre tornavo dal luna park con sotto al braccio il peluche più grosso conquistato abbattendo i barattoli con una pallina.

    Ma il colpo più grosso mi capitò da ragazza allo SMAU, quando un’improbabile animatore di uno stand di un qualche prodotto informatico mi assegnò in premio un bellissimo pallone da calcio solo perché un ragazzino aveva segnato un goal nel campetto disegnato nello stand proprio mentre io passavo di lì.

    Da allora decisi che per me l’obiettivo era vincere sì, ma senza partecipare.

    vincere senza partecipare

    Da allora decisi che non avrei mai più partecipato ad alcuna competizione che richiedesse la fortuna, perché per essere fortunati sul serio occorreva vincere senza nemmeno partecipare.

    Mio marito ogni tanto acquista i soliti gratta e vinci. Li fa cancellare a me e io tutte le volte gli dico che spreca i soldi. La formula della vittoria assoluta esiste e gliel’ho dimostrata più di una volta.

    Gli dico: ogni volta che vorresti comprare un gratta e vinci, prendi i soldi e dammeli. Alla fine dell’anno un gruzzoletto ce l’abbiamo.

    Lui scuote la testa, dice che così non è vincere. Io invece continuo a sostenere che lo è.

    Certo non è la somma milionaria. Ma anche in quel caso io sostengo che la vera fortuna non è giocare i numeri sperando che escano, semmai trovare per strada il biglietto vincente.

    se avessi trovato per caso il biglietto vincente…

    Quindi, mettiamo che io abbia trovato per strada una schedina del superenalotto già giocata. Mettiamo che me la porti a casa e così, giusto per sfizio, controlli i risultati. Mettiamo che sia quella vincente e che il  montepremi sia spaventosamente alto.

    Ecco, così vale la pena di vincere senza partecipare.

    Che cosa farei con tutti quei soldi?

    Prima di tutto ingaggerei un detective che scopra chi ha perso il biglietto. Perché fortuna va bene, ma non sulla pelle di un altro. Potremmo fare a metà, per dire…

    Dopo di che penserei per prima cosa a far fruttare il mio bottino. Investirei su attività e su persone capaci, senza dubbio. Cercherei di creare un sacco di lavoro.

    Darei un bel colpo alla mia attività professionale e finalmente potrei fare un po’ di spesucce per vedere se le mie idee, che coltivo da tanto tempo, funzionano davvero.

    Investirei molto anche in beneficenza, ma non intesa semplicemente come donare soldi, piuttosto creerei attività che producano ricchezze da destinare a chi è in difficoltà. C’è così tanta da fare in questo Paese che sarebbe davvero bello avere i soldi per poterlo fare.

    Quanto a me a alla mia vita privata, credo che non cambierei nulla. Non voglio che i miei figli crescano negli eccessivi agi e anche per quanto riguarda me stessa so che tutto ciò che ho conquistato con fatica è stato infinitamente più bello di ciò che non me ne è costata.

    Mi concederei solo due cose: libri in cartaceo per mettere da parte l’ebook e piante per il mio giardino. Qui da noi cresce poco, ci vogliono secoli perché una piantina prenda una dimensione accettabile. Vorrei lavanda, azzalee, erika e timo. Aggiungerei ancora qualche ortensia a quelle che ho già rigogliose e molte rose. Forse comprerei una piccola serra per gli ortaggi, ma senza strafare, ecco.

    La fortuna non è quella che ti cade sulla testa, è quella che ti crei ogni giorno. Passo dopo passo.

     

    E voi, che cosa fareste se vinceste al superenalotto?

    Se ti è piaciuto, condividilo!

    32 Comments

    • Se non partecipi non vinci! Se vincessi! Dovrei vincere parecchio, però!

    • Una cosa semplicissima.
      Andrei in un paese caldo 365 giorni l’anno. Per ilresto vivrei alla giornata
      Ciso

      • Ciao Patricia. Mica male come idea. Anch’io bramo luce e calore. Ma poi non è che ci si annoia? 😉

    • Se diventi milionaria non ti dimenticare degli amici! 😛

      • Silvia

        Tu saresti uno dei primi che assumerei. Mi circonderei di persone capaci con cui portare avanti un bel po’ di progettini… Sempre che siano interessate a lavorare con me. 😉

    • Anche mio marito ha una fortuna micidiale. Una volta ha accompagnato un amico a giocare al lotto, per passare il tempo ha buttato lì qualche numero a caso e ha vinto 2000 euro…

      Io invece non vinco mai. solo nei giochi di abilità.

      Se vincessi al superenalotto, comprerei una casa. Una villa, sulle colline di Sanremo. Non mi licenzierei, ma diventerei azionista di maggioranza dell’azienda un cui lavoro per farla pagare a un po’ di gente. 😀

      • Ahahahaha! Non sarebbe male entrare nel cda dell’azienda per cui lavori! Sai, come quei film dove il protagonista parte in una posizione subalterna e poi diventa il super mega capo alla faccia di tutti quelli che gli hanno sempre fatto le scarpe… 😀 😀 😀

    • Ma infatti! Io con i colleghi mi trovo bene. Su 150, quelli con cui ho conti in sospeso sono 2: li manderei con piacere a pulire i cessi dell’Autogrill.
      (Lavoro negli uffici dell’Autostrada…)

      • Eh sì. Sarebbe una bella soddisfazione! 😉

    • Caspita come sarebbe bello, diciamo che non ci gioco mai quindi non posso pretendere di vincere pero’ come scrivi tu la vera fortuna e trovare il biglietto vincente a terra in quell’angolo del marciapiede che aspetta solo di essere notato ovvio che la prima a notarlo sarei sicuramente io! Sorrido perche’ non credo possa capitare ma come diceva qualcuno “mai dire mai”
      Per rispondere alla tua domanda, prima di tutto penserei a realizzare qualche sogno di famiglia una bella casetta senza tante pretese in riva al mare sarebbe perfetta poi investirei sulla mia attivita’ quindi un bel negozietto sempre in un posto di mare e poi aprirei quel cassetto che racchiude tanti piccoli desideri. Poi mi comprerei una stella.. per continuare a sognare!

      • Ciao Sara e benvenuta sul mio blog.
        Esatto, mai dire mai.
        Sovente penso a una frase di Faletti. Lui diceva che il successo (ma vale anche per la fortuna) è come un treno che non sai né quando né se passerà. Però se stai alla stazione hai qualche probabilità di prenderlo, se te ne vai non lo prenderai mai. 🙂

    • Giulia Mancini

      Bella la tua idea del “vincere senza partecipare” però bisogna essere molto fortunati a trovare il biglietto per strada, io di solito guardo per terra solo per evitare le cacche! cosa farei io se vincessi ripeto quello che ho scritto sul blog di Sandra:
      non cambierei città ma mi piacerebbe passare dei lunghi periodi al mare, soprattutto in questa stagione quando si apprezzano di più le belle giornate e, una volta tolto l’assillo di dover lavorare per vivere, mi piacerebbe dedicarmi alla scrittura nelle ore per me migliori del giorno. E poi cambierei sicuramente casa, la casa dove vivo è piccola e mi piacerebbe allargarmi un pochino. Per il resto potrei dedicarmi finalmente alle cose che amo fare. E poi vorrei aiutare qualcuno che ha bisogno, è importante fare beneficienza perché la fortuna va divisa.

      • No, ma scherzi? Le cacche non le devi evitare! Noi sai che portano fortuna? 😀 😀 😀

      • Ahahaha si e’ vero tante volte si guarda per terra per evitare le cacche!

        • Bisognerebbe sempre guardare con un occhio il cielo e con l’altro dove si mettono i piedi. 😉

    • nadia

      I giochi sono il mio tallone d’Achille. I miei figli mi vincono sempre, io non mi ci diverto nemmeno a dirla tutta, e nemmeno mi piacciono, ma per far contenti loro mi presto tanto sanno che mi stracciano sia a carte che ai giochi di società. Quindi nemmeno ci provo a comprare biglietti della lotteria o altro, la fortuna non è mia amica. Almeno non lo è mai stata.
      Ma se per puro e strano caso vincessi una ingente cifra, non ho alcun dubbio. Mi comprerei tutto il mio paesino in montagna e lo trasformerei in un eco villaggio aperto a quelli che decidono di fare della propria vita una selezione di vita. Credo che la mia massima aspirazione sia diventare un Mauro Corona al femminile, isolandomi nel mio eremo con animali liberi integrati con l’uomo senza pericoli e malvagità, come in una bolla di sapone. E so altrettanto che questo non capiterà mai.

      • Il tuo è un sogno bellissimo e, per certi versi, non è molto distante dal mio. Ma tu non essere così certa che non capiterà mai. La vita fa giri molto strani, il più delle volte totalmente imprevedibili… 🙂

    • Già da Sandra avevo scritto che prenderei una casa singola, rigorosamente singola!, qui in Italia come appoggio, ma me ne andrei in Scozia a scalare i Graham, i Corbet, i Munro e alla fine il Ben Nevis. Ma magari da lì potrei decidere di lanciare un’opa su Mondazzoli 😛

      • E se invece di un’opa su Mondazzoli si fondasse una nuova casa editrice, assumendo editor, agenti, esperti di libri etc etc di gran valore? Nel caso, pensaci!

        • Prima però compriamo la concorrenza e la sminuiamo! 😉

          • Ma tu sì che sei una vera stratega! Altro che fortuna! Un po’ mi inquieti… 😀

    • Grilloz

      Io invece da piccolo ero piuttosto sfortunato.
      Figurati che una volta stavamo giocando a monopoli mia madre, mio fraelo e io.
      Io fallii miseramente dopo pochi turni mentre mia madre e mio fratello si sfidavano a furia di colpi finanziari ed erano più o meno alla pari.
      Ad un certo punto mia madre disse:
      “io devo andare a fare la spesa, contunua tu al mio posto”
      Tempo cinque minuti e distrussi anche il suo impero finanziario 😛
      Per questo non gioco dove conta la fortuna 😉

      • Io per la verità sconsiglio a tutti di giocare dove conta SOLO la fortuna. Come ho detto nel post, se sei davvero fortunato non devi neanche partecipare. Se partecipi e la possibilità di vincere è infinitesimale, non vale la pena di buttare i soldi e/o perdere il tempo. 😉

    • Io ho già vinto al superenalotto :-D.

      A casa tengo un salvadanaio (rigorosamente a forma di porcello, come quello di Qui, Quo e Qua 😀 ) e ogni volta che voglio giocare, invece di comprare la schedina metto i soldi nel salvadanaio.

      Lo so, lo so: tutti mi dicono che non vincerò mai cifre astronomiche. Vero. Però “vinco” molto più di tanta gente che compra schedine senza vincere 😛
      Fidatevi: il metodo “Darius” funziona… 🙂

      • Con me sfondi una porta aperta! Il metodo Darius è in assoluto il migliore. 😉

    • Vedo che mi riaccetta i commenti, dunque grazie per la citazione, la più bella di tutte è la fondazione di una nuova super casa editrice con veri talenti che spaccherebbe il mercato.
      Tocca solo vincere, ora.
      Posso per comodità commentare anche il post precedente. Trovo efficace ma difficilissima la ricerca o meglio il trovare uno sponsor. Quando è uscito Le affinità affettive ho chiesto non soldi ma giusto un po’ di pubblicità sulle pagine FB delle associazioni per l’ospitalità dei bimbi provenienti da Chernobyl e ho ricevuto una sola risposta. C’è un mondo brutto, pieno di non lo so, diffidenza forse.

      • Ma sai che è strana sta roba che non ti accetta i commenti? Boh, misteri di wordpress.
        Penso anch’io che sia un problema di diffidenza. E in questo senso credo anche che la grande città sia più dispersiva. Forse è più difficile il contatto personale e la possibilità di venire presi in considerazione, cosa che invece nei centri più piccoli e più facile.
        Inoltre nei centri più piccoli, dove magari non vengono organizzate di frequente attività culturali, una presentazione può essere vista come un valore aggiunto anche per offrire un’occasione di incontro e dibattito. Quindi non solo le associazioni, di solito, sono felici di avere un evento a costo zero, ma anche la partecipazione è alta.

        • PS: per i commenti di wordpress, ho visto che ultimamente Sandra va in moderazione anche da me perchè inserisce l’indirizzo email parziale (elle invece di elleRY, probabilmente in automatico sul browser). Magari è associato a quello 😉

          • Grazie, Barbara. Ma sai cos’è strano? Che non va in moderazione e neanche nello spam, le esce un messaggio che dice che non è possibile commentare sul sito. Non so se capita solo a lei, ma nessun’altro me l’ha segnalato.

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    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
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