Liebster, col bene che ti voglio, vedrai non finirà…

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    Ed ecco che arriva luglio e con esso un nuovo premio Liebster. Questa volta è la stupenda Nadia, dal suo svolazzante blog, a porgermi il premio. E la ringrazio di cuore,

    Ricevere un premio, siamo sinceri, fa sempre piacere. Anche e soprattutto d’estate, quando la voglia di dedicarmi alla natura e ai miei bambini mi occupa parte del tempo che dovrei (e vorrei) dedicare alla scrittura. E allora rispondere alle sue domande diventa un gioco leggero e divertente, anche se mi limito a quello e non rilancio la palla nel giardino altrui, avendo già dedicato un post all’argomento in primavera.

    Ecco le sue domande e le mie risposte:

    1. Scrivere o leggere. Cosa ti è più affine? Senza dubbio entrambi. Per me è impossibile scindere lettura da scrittura. Scrivo perché leggo. Scelgo le mie letture in base a ciò che voglio imparare a scrivere.
    2. Davanti alle critiche sul tuo lavoro come ti comporti? Parto dal presupposto che le critiche sono una degli aspetti più utili per la propria crescita professionale. In genere preferisco le critiche ai complimenti, non per masochismo ma perché li ritengo più formativi.  A volte ci resto male ma, passata la delusione, rimane un’ottima esperienza. Se però non sono in vena di subire critiche, a scanso di equivoci, non chiedo opinioni né consigli.
    3. E se ti chiedessero di scrivere un genere non tuo? Ci proverei comunque. In primo luogo perché mi piacciono le sfide, poi perché scrivere di vari generi è un’esperienza molto utile per formarsi.
    4. Quanto sei disposto a cedere per andare incontro ai gusti dei lettori? L’importante è avere presente il proprio target di riferimento, studiarlo e conoscerlo bene. Non lo ritengo un compiacere il pubblico, ma uno step per creare il proprio stile.
    5. Ti è mai capitato di copiare uno stile che non ti appartiene e notare di essere meglio come cover? No, cerco di trovare il mio. Se copio uno stile divento una brutta copia.
    6. Quanto sei critico verso te stesso? Gli altri mi dicono troppo. Io penso che sia meglio esserlo troppo che troppo poco.
    7. Quante ore passi a scrivere o studiare l’argomento che vuoi trattare? Dipende. Non le conto. Diciamo che finché non sono soddisfatta, proseguo nelle ricerche.
    8. Se non esistesse internet, il blog, la rete….cosa faresti? Bella domanda. Sicuramente farei un altro lavoro o non lavorerei affatto. Avrei più tempo per leggere e per dedicarmi alla casa. Magari scriverei anche di più, ma di certo con una qualità inferiore. Quindi, ben venga che ci sia tutto ciò. L’importante è sempre saper dosare le proporzioni, come in una buona ricetta.
    9. E’ più complicato scegliere un titolo, scrivere l’incipit, la quarta di copertina o avere la giusta ispirazione? Domanda interessante. Secondo me scrivere la quarta di copertina è un lavoro più tecnico, che richiede studio e conoscenza di un minimo di marketing editoriale. Forse lo stesso vale anche per il titolo. Questi due aspetti, in realtà, possono anche essere curati dalla casa editrice. L’incipit invece è mestiere per chi scrive ed è uno degli aspetti più delicati di un’opera, soprattutto perché per tanto tempo lo si è considerato fondamentale. Anche se oggi si è meno ansiosi su questo punto, rimane comunque un punto delicato. L’ispirazione arriva o non arriva. Più la cerchi e meno arriva.
    10. Quanto incide l’umore nella resa del tuo lavoro? Il mio obiettivo è non farlo incidere. Poi è normale che certe condizioni favoriscano la scrittura e altra la rendano più difficile. L’importante, è non convincersi di non essere dell’umore giusto.
    11. Che messaggio metteresti alla porta mentre scrivi o leggi? Quello che dico ai bambini di solito: chiamate solo se va a fuoco la casa.

    Se ti è piaciuto, condividilo!

    4 Comments

    • nadia

      Conoscendoti so che le critiche ti motivano e migliorano, ma l’aspetto che più mi piace di quello che hai scritto è e resta l’ultima frase, in cui è riflesso tutto il mondo di una donna a metà tra la libertà assoluta nell’atto di scrivere ed il suo essere madre che rischia di frenare ogni altra pulsione.
      Comunque grazie per il complimento di apertura, sei tu la persona stupenda e presto se ne accorgerà non solo tutto il mondo web, ma molto oltre…

      • Silvia

        Come tu ben sai, essere madre è una gioia infinita, pur con qualche leggero limite… 😉
        Ah, non so se sono stupenda, e soprattutto non so chi se ne accorgerà, lavoriamo più che altro per essere ad un livello accettabile. 😀

    • Eccomi, devo riprendermi da un po’ di letture, abbandonate per mancanza di connessione…
      Abbiamo parecchi punti in comune: 1,2,3,4,5…sulla 6 è altalenante, a volte arrivo alla soglia del perfezionismo maniacale ed una vocina mi dice “E mollala!!!” 😛
      Sulla 7, troppe. Invidio quelli che riescono a scrivere un articolo di blog in poco tempo. Però se vado a leggerli, mi sembra che a volte non m’abbiano lasciato nulla. Però hanno un sacco di commenti.
      8. Pulire cessi??? 😛 😛
      Sulla 9, concordo con te. Sull’ispirazione, credo occorra scrivere comunque, che ci sia o che non ci sia, in qualche modo si sblocca da sola. Il che ci riporta alla 10.
      E sulla 11…”Mò mo o segno” come diceva Troisi. Devo usarla anch’io questa risposta. Il problema è che qui ancora non mi prendono sul serio. Illudiamoci che lo fanno per me.

      • No, dai, pulire cessi, no! Per quanto chi sappia fare di necessità virtù è un grande.
        Tranquilla, neanche i miei figli mi prendono sul serio, ed è ancora più grave! :O

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    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
    Dissennatamente amante della vita, scrivo per non piangere, rido perché non posso farne a meno.

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