Storie di libri liberi: la scelta di Anna di liberare i libri

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    C’è un posto dove i libri sono liberi. Penseresti a una biblioteca, forse ad una stazione dove fa tappa il bookcrossing o a una libreria di città. Invece, no.

    E’ un luogo dove i libri si possono prendere, si possono portare. Lo scambio è possibile ma non obbligatorio. Si può anche solo prendere o anche solo portare.

    Anna Hilbe ha creato la libreria “non commerciale” Libri Liberi a Bologna, alcuni anni fa.

    Io l’ho scoperto pochi giorni fa e ho pensato di raccontarvi questa storia proprio all’interno della nostra iniziativa #LeggereNonèPeccato.

    come è nata la libreria libri liberi?

    Anna, in un’intervista rilasciata nel 2013 a Una Città, racconta di aver letto un’articolo che parlava di due librerie, una a Baltimora e una a Madrid, organizzate sullo stesso principio: mettere a disposizione dei libri senza chiedere nulla in cambio, né soldi, né altri libri, né la restituzione.

    Un giorno Anna vide il cartello Affittasi nella vetrina di una una botteguccia, piccola ma accogliente, vicino a casa sua. La decisione fu istantanea e in poche ore si organizzò tutto. Un’amica di Anna mise a disposizione scaffali e tavoli. Anna portò i suoi libri e quelli del marito e si accollò le spese di affitto e di gestione. All’inizio era una libreria veramente essenziale, ma in poco tempo i libri arrivarono e i “clienti” anche. Senza bisogno di troppa pubblicità.

    come funziona libri liberi?

    Quando le persone portano i libri, viene apposto un timbro con scritto “questo libro non si compra e non si vende”. Poiché non è un’attività economica, non ci sono altri adempimenti burocratici, ma solo l’amore e la passione per la lettura. Chi cerca un libro in particolare può segnare la propria richiesta su un quaderno, lasciando il proprio contatto. Se il libro dovesse arrivare, il richiedente sarà avvisato.

    Attualmente sono a disposizione circa 1.800 testi che spaziano dai romanzi ai saggi, dai dizionari alle letture di nicchia. Perché la libreria non rimanesse mai sguarnita si è deciso di regolamentare il flusso in uscita, consentendo di prendere 3 libri per volta.

    La libreria è aperta tutti i giorni, eccetto il lunedì, anche grazie alla collaborazione di alcuni volontari.

    l’esempio di baltimora

    La libreria citata da Anna Hilbe, da cui prese spunto per creare Libri Liberi, è The book thing, creata nella città del Maryland nel 1999 da Russell Wattenberg . In questo caso l’idea iniziale era nata da una discussione in un bar tra il barista bibliofilo e alcuni insegnanti in cerca di classici per i loro studenti, il progetto che ne nacque fu quelli di creare una distribuzione di libri per studenti in difficoltà economiche.

    Inizialmente la libreria fu creata in uno scantinato senza alcun confort. Non aveva né visibilità dalla strada né possibilità di parcheggio. Ma ebbe successo ugualmente. Nel 2005 lo stabile venne venduto e i costi d’affitto divennero improponibili. Per questo The book thing si trasferì in un luogo più accogliente e più ampio, sebbene ciò comportasse da parte di Wattenberg e dei circa 30 volontari un enorme lavoro per la raccolta fondi e per il trasferimento dei libri.

    Il 2 marzo di quest’anno un incendio è divampato in una delle sale della libreria, distruggendo circa un terzo dei libri contenuti. Attualmente è chiusa in quanto anche le altre sale sono state gravemente danneggiate dal fumo e dalla fuliggine. In questo momento The book thing non può accettare libri, ma accetta offerte in denaro allo scopo di poter riaprire al più presto possibile.

    liberare libri non è peccato

    Noi amanti dei libri siamo molto gelosi dei nostri testi, al punto che spesso fatichiamo a prestarli e, quando lo facciamo, ci segniamo sull’agendina la data e il nome della persona a cui lo abbiamo prestato. Tuttavia gli esempi di Anna e di Russell dovrebbero insegnarci molto.

    Qualcuno disse: “Se ami davvero una persona, lasciala libera”.

    E se lasciassimo liberi anche i libri, non sarebbe il più grande segno d’amore verso loro stessi e verso chi li ha scritti?

    ********************************

    Ps. Vi segnalo anche l’iniziativa libresca di Marco Pellegrini dal suo blog Terramatta

     

     

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    14 Comments

    • Tiziana

      If you love somebody set them free (Sting).—> se ti riferivi a lui.
      Io ho la mia piccola esperienze da biblioteca. Porto alcuni libri in dono, e ,molto spesso per me ed i miei figli, ne prendiamo in prestito altri.
      Piccola biblioteca(di paese ) ma abbastanza fornita paragonata alla sua piccola locazione. Solo una volta mi è capitato di vedere un piccolo mobile in un centro commerciale piccolissimo (tutto lillipuziano qui) e sapere successivamente che era possibile prendere,portare libri senza obblighi di nessun genere.

      • Sai che non avevo pensato alla canzone di Sting? Bellissima, tra l’altro.
        Le piccole biblioteche di paese sono una grande ricchezza. Qui nella mia zona un tempo ci andavano solo gli anziani, ora anche molti giovani.
        Io sono dell’idea che un po’ la tendenza sta cambiando e che i nostri figli leggono di più rispetto alle generazioni precedenti. Almeno, lo spero. 🙂

    • nadia

      Wow, che bellissima iniziativa hai scovato!!!!
      Concordo i libri vanno liberati, amati, letti, e vissuti.
      Nel mio paesino di montagna, dove a vivere sono solo in quattro, tutto l’anno, e nei periodi di vacanza aumenta il numero arrivando forse a cinquanta anime, farò una cosa simile. Nel locale della pro loco creerò uno spazio per lo scambio libri, dove ognuno potrà accedere, prendere, portare e scambiare, su ogni libro lascerò un messaggio …tipo Leggere non è peccato, parola di Nadia e Silvia!

      • Eh brava, Nadia! Che bella idea. Io, quando gestivo il mio circolo, avevo creato uno spazio bookcrossing. Era uno degli unici nella mia zona e arrivata tanta gente, anche da lontano, a prendere e portare libri. Mi piacerebbe rifarlo. Chissà, prima o poi…

    • isabella

      Qui da me e nei dintorni, i libri viaggiano liberi già da un po’, ad esempio, fuori dal panettiere o dal dottore o in biblioteca, dove c’é un piccolo spazio per quei libri che non sono catalogati e viaggiano liberi per la zona, uno li legge e può riportarli in uno qualsiasi dei punti di raccolta. L’unica cosa, c’è un biglietto che prega il lettore di rimettere il libro in circolazione e non tenerlo una volta letto.

      • Bella anche questa idea per far circolare i libri. Come una specie di biblioteca mobile… sarebbe da sperimentare! 🙂

    • Avevo letto anch’io di Libri Liberi di Bologna. Ma il Comune gli darà almeno un contributo per l’affitto dato che è un’attività culturale?
      Qui il Bookcrossing fatica a decollare, se cerco i punti tramite il sito ufficiale ne trovo pochissimi.
      Sono appena tornata dal SudTirol e lì invece ne ho visto in ogni dove, dall’albergo, al cafè, alla piscina comunale. Peccato fossero tutti in tedesco, pur essendo geopoliticamente in Italia…
      E’ vero che io non mi stacco dai libri che mi hanno segnato, però ce ne sono tanti altri che, pur essendo buoni libri, non tengo e allora li rivendo nel mercato dell’usato (per pagarmi altre nuove letture). Alcuni titoli però, soprattutto i classici, restano lì, invenduti. Ecco perchè sto pensando di “liberarli” (e “liberarmi” di spazio 😉 )

      • Sai che mi sta frullando in testa un’ideuzza per “liberare libri” on line? Ne dovremmo parlare io e te… 😉

        • Parliamone! Liberare libri online è un po’ difficile…Con gli ebook non si può, con i cartacei c’è sempre il problema della spedizione, che ha un costo ed un rischio smarrimento (ed è quello che “blocca” il mercato dell’usato online)

      • nadia

        ovviamente io accetto della tua libera liberazione dei libri e provo con “La libera libreria” del paesello in montagna. Saremo tutti piccole gocce in mezzo al mare, ma almeno bagneremo la terra!!! E poi che libri siano!

    • Purtroppo il problema della spedizione che potrebbe essere a costo basso col piego di libri è l’incognita, la posta si è persa troppe cose mie! Per cui basta, non spedisco più nulla. Ma considerate le menti organizzative non da poco del trio Barbara, Nadia, Silvia (rigoroso ordine alfabetico) qualcosa davvero si può fare, io ci sono!

      • Ci pensiamo, ci pensiamo. Chissà che ci venga qualche idea geniale… 😉

      • Devo dire che non ho mai perso un piego di libri, però nei momenti caldi (estivo e natalizio) prevengo col piego di libri raccomandato.
        Proprio in questi giorni però Poste Italiane si è persa un mio Pacco Celere 3. Anzi, loro lo danno consegnato, il destinatario non ha ricevuto nulla. Ora siamo curiosi di sapere chi ha firmato la ricevuta di consegna… Senza contare che SDA (sempre di Poste Italiane) non è riuscita a consegnarci un Amazon Prime, indirizzo errato. Ma a leggere i commenti sul loro profilo Facebook hanno avuto di questi problemi in tutta Italia.
        Perciò, la spedizione può essere un problema serio.
        Dovremmo inventarci un “libro a km zero” 😉

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    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
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