La stagione della scrittura

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    Da ragazza, diciamo ai tempi in cui ancora ero studentessa, leggevo molto di più d’estate che nelle altre stagioni.
    Da una parte il motivo è piuttosto intuitivo: durante le vacanze scolastiche o nella pausa estiva dagli esami universitari era più semplice trovare il tempo e la disponibilità mentale per tuffarsi nella lettura.
    L’ho già raccontato in altri post, ma mi piace ancora una volta ripensare a quei tre/quattro giorni folli in cui lessi le 1300 pagine di It.
    Mi alzavo la mattina e non facevo altro che leggere fino a notte fonda, non interrompendo nemmeno per mangiare o per fare pipì (nel senso che continuavo a leggere mentre mangiavo e mi portavo il libro pure in bagno). La notte, poi, era popolata di sogni strani in cui io ero dentro al romanzo di Stephen King, ma senza l’angoscia dei protagonisti. Come uno spettatore tanto vicino al set da finire a farne parte.

    Ancora oggi, quando immagino la mia vacanza ideale, sogno di stare in casa da sola con una scorta di cibo pronto e quei libri da cui non ti riesci a staccare per nessun motivo al mondo.
    Nel mio immaginario l’estate è rimasta la stagione della lettura.
    Eppure, a ben pensarci, ci sono state nel mio passato altrettante domeniche di pioggia o neve in cui l’unico desiderio era accoccolarsi sulla poltrona a due passi dal camino e svanire dal presente per tuffarmi dentro a un libro.
    Insomma, ogni stagione ha il suo fascino e una capacità di catturarmi nella lettura.
    Da qualche tempo, cioè da quando scrivo, parte del tempo dedicato alla lettura e rubato ad altre attività è stato assorbito dalla scrittura.

    LA STAGIONE DELLA SCRITTURA

     

    1. L’estate

    Pur di fronte a un rinnovato desiderio di uscire e di scrollarmi di dosso la lunga stagione fredda (che poi qui da noi in Piemonte dura molto più a lungo che quella calda), per me la stagione ideale per scrivere rimane l’estate.

    Di giorno, ho bisogno di luce. Un po’ perché non vedo molto bene e mi piace svolgere le attività che richiedono la vista alla luce, un po’ perché la luce mi dà energia e buonumore.

    Quindi in questa stagione sono più rilassata e con la mente sgombra, più reattiva e, di conseguenza, creativa.

    Infine d’estate le giornate sono più lunghe e mi danno l’illusione di avere più tempo per fare.

    In questo periodo sono propensa a scrivere storie più solari, sebbene il lieto-fine non sia il mio forte. Mi concentro più facilmente sui bambini (forse ItStagioni diverse, Cose preziose – ma anche About a boy – hanno la loro influenza su di me) e la malinconia che di solito contraddistingue le mie storie è più sfumata, meno prepotente.

    2. L’autunno

    Dopo l’overdose di vita all’aperto, di colore e di calore, subisco il fascino delle domeniche al chiuso, dell’odore di stufa e di castagne che sfrigolano trasformandosi in caldarroste.

    Mi piace guardare la nebbia che sale fuori dalla finestra, lasciar scorrere la fantasia e perdermi in mondi che ancora non conosco: un bel thriller ambientato a Londra (sarà l’influenza di Conan Doyle?) piuttosto che un romanzo storico in stile I Miserabili.

    In autunno sono anche più propensa a studiare, a documentarmi. Forse la pausa estiva ha aiutato a rigenerare le cellule e la memoria pare più sgombra e plasmabile.

    Sicuramente sarà il mese di ottobre il giorno in cui inizierò un romanzo storico. Non so ancora, però, di quale anno.

    3. Inverno

    L’inverno per me ha due date fondamentali: il mio compleanno e Natale.

    Amo il giorno del mio compleanno, anche se ogni anno è la testimonianza concreta dell’età che avanza. E altrettanto amo il Natale con tutto ciò che rappresenta, pur non essendo credente.

    Per quanto riguarda la scrittura, in questo periodo per me è favola, fiaba, insomma narrazione bambinesca ma con un significato profondo.

    Penso a Ebenezer Scrooge.

    La malinconia mi avvolge e pervade i miei racconti.

    4. Primavera

    Questa stagione, la primavera, per quanto riguarda scrittura per me è donna.

    Sarà perché è la stagione dei fiori o perché è quella della rinascita, ma il tema femminile, che già normalmente mi sta a cuore, in questo periodo dell’anno prende il sopravvento.

    Louisa May Alcott, Isabel Allende o Margareth Mazzantini? Questo leggevo da ragazza. A queste autrice mi ispiro in primavera.

     

    E per voi, che influenza ha la stagione sulla vostra scrittura?

     

     

     

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    13 Comments

    • Risposta breve: nessuna influenza.
      Se queta estate non scriverò nulla, ricordo la grandiosa estate 2012 col pc portatile ormai poco portatile (necessitava sempre la corrente) e la prolunga che passa dalla finestra per lavorare nel cortile della casa dei nonni, tempo di organizzare tutta la faccenda piuttosto articolata, e arrivò un temporale! Stavo revisionando Ragione e pentimento e questo è un ricordo davvero luminoso per me.
      Per cui no, non scrivo in base alle stagioni, ma alle esigenze delle storie che ho in ballo.

      • Eh ma tu sei una professionista, non vale! 😛

    • nadia

      Mentre leggevo pensavo… ecco mai fatto caso alle stagioni. Vuoi perché leggo sempre e solo in base a quanto sono stanca o presa dagli eventi, vuoi perché proprio non ci ho mai fatto caso.
      Leggo al mare, leggo la sera, la notte, per rilassarmi, per informarmi… in tutte le stagioni, ma al mare solo cose davvero leggere e veloci, non è mai silenzioso o davvero adatto e poi arriva sempre gente, sempre la richiesta di fare qualcosa e mi devo interrompere. Scrivere invece funziona di più con l’inizio delle scuole, ho più tempo, meno distrazioni. Cambiano forse le mie letture, ma con gli anni, mi accorgo di amare sempre meno alcuni generi e sempre di più altri, ma d’altronde cambio anche io.

      • Quindi per te la stagionalità è comunque legata agli impegni (scuola/non-scuola dei bambini). Anch’io devo dire che in parte sono influenzata da quello. E poi, non c’è storia, sono altamente meteopatica! 🙂

    • Non saprei forse scrivo di più dell’autunno alla primavera inoltrata e in estate rallento a favore della lettura, però dipende anche dalla storia che sto scrivendo e dal momento che sto attraversando, oltre all’ispirazione.

      • Secondo me l’estate concilia proprio la lettura per cui capisco cosa vuoi dire. Poi chiaro che ci sono le eccezioni e che l’ispirazione del momento influisce particolarmente. 🙂

    • In questo ormai sono diventato molto tedesco, quando vedoun raggio di sole devo uscire di casa, mi pare uno spreco qui, dove le belle giornate sono rare, sprecarle a scrivere o a stare al computer. L’estate, ma anche la primavera, per me è pensare mentre cammino. Al massimo posso leggere seduto su una panchina al parco 😉
      Poi per me, in realtà, non è mai la stagione di scrivere, o forse lo è sempre 😛

      • Beh, però pensare mentre si cammina è la base della scrittura, no?

        • Poi però bisognerebbe passare l’inverno seduti a scrivere 😛

          • Ma tanto da te (come da me) fa freddo in inverno, quindi non è una cattiva idea! 😀

    • Anch’io ricordo estati piene di letture, ora bisogna sfruttare ogni ritaglio di tempo, ma non demordo.
      Per quanto riguarda la scrittura, cerco di scrivere con una certa disciplina durante tutto l’anno, senza pensare alle stagioni, ma devo ammettere che d’estate mi riesce senz’altro più facile.

      • Ciao Renato e benvenuto sul mio blog!
        Per me l’estate ha un fascino particolare, forse per questo ho più voglia di fare in generale. 🙂

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    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
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