Crowdfunding 6 / La percezione che gli altri hanno di noi

Indice dei Contenuti

    Uno degli errori che ho fatto in passato, durante la mia campagna ma non solo, è stata quella di pensare che la comunicazione on-line fosse a senso unico, cioè che dipendesse esclusivamente da me e dalla mia capacità di comunicare l’efficacia o meno del mio messaggio.

    Non vorrei essere fraintesa: è chiaro che nel momento in cui si fa comunicazione la responsabilità del successo o del fallimento del messaggio dipende da chi comunica, tuttavia chi comunica deve tenere conto non solo del proprio modo di porsi, ma ma anche di come può essere percepito dal potenziale lettore o sostenitore.

    Nelle settimane passate abbiamo già accennato al fatto che sia necessario esaminare e definire il target di persone a cui vogliamo rivolgerci, e di questo parleremo ancora in seguito.

    Quello di cui vorrei parlare oggi, è appunto qual è la percezione che gli altri possono avere del nostro messaggio e quali fraintendimenti siano dietro l’angolo.

    pregi e difetti della comunicazione on-line

    La comunicazione on- line ha caratteristiche sue proprie che la caratterizzano e differenziano dalla comunicazione verbale.

    Quando parliamo a tu per tu con una persona, possiamo osservare molti aspetti di questa persona che contribuiscono a darci un’idea più profonda di ciò che ci sta dicendo.

    Innanzi tutto notiamo l’aspetto fisico. Tralasciando la pura estetica del bello/brutto, una persona in carne e ossa già solo attraverso la sua presenza fisica ci dice molto di sé e ci permette di notare aspetti significativi della sua personalità sia più o meno inconsci:

    • il tono di voce;
    • il modo di porsi nello spazio e di occuparlo;
    • il modo di atteggiarsi o gesticolare;
    • il modo di camminare
    • eventuali tic o gesti ricorrenti;

    sia quelli dovuti a scelte precise:

    • come si veste (curato/trasandato, elegante/sportivo, classico/trendy, costoso/economico etc. etc.);
    • come dispone del proprio corpo (pettinatura, accessori dell’abbigliamento, tatuaggi, orpelli);
    • quale linguaggio utilizza.

    Nella comunicazione on-line tutto quello che nella vita reale si trasmette attraverso la fisicità ovviamente viene meno. Addirittura studi scientifici ci dicono che uno dei motivi per cui si litiga molto frequentemente sui social è il fatto che i neuroni a specchio non possono agire, bloccando quella sorta di empatia che fa sì che non si infierisca sul proprio simile.

    Al di là del fatto che sono dell’idea che l’educazione, il buon gusto e la sensibilità personali dovrebbero essere sufficienti per limitare certi comportamenti, è comunque innegabile che certi fraintendimenti siano possibili e che soprattutto chi ha necessità di comunicare in modo efficace debba fare molto attenzione.

    Viceversa, è anche vero che quando si comunica off-line si possono inserire freni che rendono la comunicazione meno efficace. Per esempio il timore di affrontare certi temi o la paura del giudizio altrui ci possono rendere timidi, poco spigliati.

    Per tutti questi motivi, io alla fine ho la sensazione che on line si sia più sinceri più se stessi, liberi da condizionamenti altrui. Ma questa è solo la mia opinione e per altro non è il punto focale del post.

    Come evitare di essere fraintesi

    Secondo la mia esperienza, è comunque importante (e non così difficile) fare tutto il possibile per non essere fraintesi.

    • puntate alla chiarezza

      Siate chiari e lineari, facendo capire fin da subito dove volete arrivare, senza troppi giri di parole. Se usate delle immagini, sceglietele in modo che non siano di difficile interpretazione, ma allo stesso tempo originali, in modo che rimangano impresse nella mente di chi le osserva.

    • usate un linguaggio semplice

    Anche nel momento in cui vi rivolgete a un pubblico colto, scegliete ugualmente un linguaggio semplice. Semplice non vuol dire né banale né non appropriato. Si può essere precisi e competenti anche essendo semplici. Chi infarcisce i propri post di termini altisonanti solo per colpire il lettore, spesso non sta dicendo nulla di concreto, sta solo bluffando.

    • mettetevi dalla parte di chi sta leggendo

      A volte quando si è immersi in un argomento, si ha difficoltà a vedersi da fuori. Sarebbe molto utile cancellare per un attimo tutto quello che avete in testa e provaste a leggervi come se foste il destinatario del vostro messaggio. Potreste scoprire di non essere così chiari come pensavate.

    • non date nulla per scontato

    Questo punto è strettamente legato a quello precedente. A volte si può commettere l’errore di dare per scontati concetti che a voi sono molto chiari ma non è detto che lo siano anche per il vostro pubblico.

    • non fatevi problemi a specificare

    Avete scritto un romanzo? Bene, chiamatelo romanzo. Se invece avete scritto un saggio, usate la parola saggio. Non è detto che dal titolo si possa capire di che cosa si tratta e non c’è niente di male a specificare. Fate capire anche che cos’è il crowdfunding e eventualmente traducete in italiano il termine tecnico. Anche questo è un modo per ottenere chiarezza.

     

    E voi, che metodo utilizzate per non essere fraintesi?

    Se ti è piaciuto, condividilo!

    13 Comments

    • A volte mi sembra che essere fraintesi sia la regola.
      Hai scritto un romanzo? WOW! Lo trovo alla Coop? No? Ah, 🙁 quindi non è proprio un libro cioè siì però boh senti no vabbe’ ciao laciamo perdere.
      Questo è.

      • Ahahahaha! Mi fai un sacco ridere, Sandra. E mi viene anche da chiederti: ma li trovi tutti tu? No, scherzo, hai ragione. Li troviamo tutti, mica solo tu. Ma io credo che in questi casi non ci si debba fare il problema. Non possiamo piacere né interessare tutti. E quello non è neanche un problema di comunicazione, semmai di pregiudizi. Se hai già deciso che il mio libro non ti interessa è inutile che perdo tempo a cercare di convincerti del contrario.

      • Come ribaltare il punto di vista, parte prima
        – Hai scritto un romanzo? WOW! Lo trovo alla Coop?
        – Alla Coop? Ma tu i libri li cerchi ancora alla Coop? C’è solo roba vecchia lì!
        – Ma, in che senso scusa…non sono libri?
        – Libri, cioè…si…ma il mondo oggi è andato avanti: i romanzi si comprano online, ci sono gli ebook, c’è il crowdfunding, i lettori sono attivi nella rete e colloquiano tranquillamente con gli autori.
        – Eh ma io credevo…
        – Se cerchi ancora il libro al supermercato ti perdi il meglio del meglio!
        😉

        • Fantastica, Barbara. Sì, bisognerebbe essere tanto arguti da ribaltare la situazione e prendere in contropiede l’interlocutore. Se poi. come hai fatto tu qui, usi l’educazione e l’ironia, instilli il dubbio e fai un figurone. Mi segno la tua risposta. 😉

          • Giulia Mancini

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    • nadia

      On line il messaggio deve essere chiaro, conciso e diretto.
      Durante la campagna ricordo di aver usato tutta la mia fantasia e creatività convinta di portare sempre a casa un risultato, ma poi dimenticavo sistematicamente di inserire il link per la prenotazione del libro. Quindi ho tentato con un video, ma in effetti non sono proprio una maga in tecnologia ed è capitato di risultare più simpatica che efficace. Per come sono fatta io riesco di più di fronte a un contatto diretto a superare i dubbi e le indecisioni di chi mi sta di fronte, proprio perché i miei neuroni a specchio saltellano felici e convincono. Però on line c’è questo distacco magico che permette di trovare la risposta giusta sempre, di temporeggiare, di confezionare al meglio il prodotto, un sacco di vantaggi insomma!

      • Beh, secondo me, la dimenticanza del link, così come della data della presentazione o l’indicazione del luogo, sono gli errori più frequenti in cui cadiamo tutti. Per questo dovremmo sempre farci un tot di domande prima di mettere on line qualsiasi cosa. Spesso è utile anche chiedere un parere perché certe dimenticanze non le vediamo anche quando le abbiamo sotto gli occhi.

    • La comunicazione on line è sempre difficile e il fraintendimento è dietro l’angolo. Giustamente tu hai consigliato di essere il più chiari e diretti possibili, eppure è anche vero che con tutti i limiti che ci sono, a volte è proprio inevitabile che non ci si capisca. La percezione non solo è filtrata, ma è anche complicata dal tipo di messaggio di cui stiamo parlando, cioè di promozione. In questo campo partiamo, secondo me, già con dei pregiudizi di base. Si tende a farsi delle idee e ad applicarle prima ancora di aver ascoltato l’altro. Ma questo in fin dei conti è un problema anche nella vita reale, amplificato dalla mancanza degli elementi fisici.

      • Sono d’accordo con te: il pregiudizio è sempre in agguato. Però tendo a pensare che lo sia altrettanto, se non di più, nella vita reale. Purtroppo in quei casi non c’è molto da fare, se non riferirsi a un altro pubblico. Ma questo non lo dico con presunzione, semmai come una semplice presa d’atto. Però è pur vero che è necessario non partire dal presupposto che “tanto non capiranno”, piuttosto dal “io faccio tutto il possibile perché capiscano, oltre però non posso andare”. 🙂

    • Quindic…uhm…vent’anni fa (!!) quando la mia passione per i computer era solo tale, senza certificazioni o esperienze lavorative, ricordo che un’amica mi disse: “Perché quando me lo spieghi tu lo capisco in un attimo e quando me lo spiegano altri no?” L’unico metodo era quello del paragone, semplificare il tecnicismo con un esempio che si possa comprendere. Poi è successo anche a me, di trovare persone che in un attimo, con parole semplicissime, spiegano l’infinito. E altri, magari anche più competenti, non ci riescono. La differenza? La passione. Se una cosa ti piace, per te diventa semplice e semplicemente la spieghi agli altri.
      Dove nasce il fraintendimento? Quando entriamo nel campo del personale, dei sentimenti. E quindi non si può esattamente dire tutto quello che pensiamo. Cerchiamo di trovare il modo giusto per esprimere un’opinione o una critica senza offendere nessuno. Ed è lì che la questione si complica. Soprattutto quando manca il linguaggio non verbale e ogni parola può essere letta e pesata con un sistema metrico diverso.

      • Alcune persone hanno proprio il dono della semplicità. Ma forse, oltre alla passione, è perché sono dotate della capacità di distinguere e fare ordine nei pensieri, seguendo una logica. Almeno questa è la mia impressione.
        Sui fraintendimenti on line ci sarebbe moltissimo da dire. Però in genere ho idea che le persone siano più se stesse sul web (a parte casi patologici) tanto da sentirsi più liberi di esprimersi senza filtri. Forse per questo si litiga molto, perché chi è maleducato lo tira fuori senza paura di ciò che può apparire. Mentre di certo sul web è più facile il fraintendimento spicciolo: per esempio scherzavo e invece sembra che dica sul serio perché non c’è il tono della voce etc etc.

    • Giulia Mancini

      Mi rendo conto che spesso nella vita ordinaria si viene fraintesi perché l’altro interlocutore NON ascolta. Una volta ho spiegato una questione di lavoro al mio dirigente e gli ho scritto anche una mail, lui aveva ascoltato distrattamente e mi ha detto che la cosa non era chiara, io ho ribadito le stesse cose scritte nella mail e contestualmente l’ho stampata e gliel’ho fatta leggere; a quel punto con una faccia sorpresa ha esordito dicendo “ma è chiarissimo”. Era chiaro anche prima solo che non ascoltava. On line c’è il vantaggio che chi legge lo fa per scelta e forse l’attenzione e l’interesse c’è, poi bisogna cercare di scrivere in modo chiaro, focalizzare la questione principale, magare essere schematici e possibilmente non troppo lunghi ( un post troppo lungo potrebbe scoraggiare il lettore).

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    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
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