Come ti convinco a leggere fantascienza? La mia intervista a Daniele Savi

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    Daniele Savi è un amico blogger, di quelli che incontri sul web quasi per caso (dico quasi perché per me il caso non esiste) e poi ti ritrovi a frequentarli (sempre virtualmente, si intende) con una certa assiduità.

    Un po’ perché scopri che sono persone che ti piacciono, un po’ perché, certo, gli interessi sono comuni, un po’ perché chissà… così va la vita.

    E la vita fa sì che Daniele scelga la via del crowdfunding con Bookabook, proprio la stessa che scelsi io quasi due anni fa.

    Daniele scrive di fantascienza, ma non solo. Di solito non è un genere che prediligo. Ma devo anche ammettere che la colpa è mia: in materia sono ignorante. E di solito la non-conoscenza è la causa della mancanza di interesse (anche se a volte è vero pure il contrario).

    Per questo ho deciso di intervistare Daniele e di sfidarlo a convincermi a leggere (e a sostenere) il suo romanzo.

    la teoria del tutto e la mia intervista a daniele

    Ciao Daniele e benvenuto sul mio blog. Tu sei uno degli autori in crowdfunding con Bookabook. La tua campagna è partita molto bene, hai raggiunto il 45% dell’obiettivo in pochi giorni. Ora sei in quella fase cruciale in cui, al di là delle cerchie più vicine di amici, parenti e conoscenti, bisogna iniziare a sfondare con gli sconosciuti.

    Ho pensato di fare questa intervista come esperimento: riusciranno le tue risposte a convincermi a sostenere il tuo libro? Come mi convinci a leggere un genere che non ho mai particolarmente amato?

    Se ciò accadrà pubblicherò qui in fondo al post lo screeshot del mio ordine. Avrai 6 domande a tua disposizione e tutto lo spazio che ritieni necessario per rispondere.

    Accetti la sfida?

    Certamente. Lasciami solo indossare lo scafandro di Buzz Lightyear!

    Ok. Pronti, via!

    1. Dalla sinossi del tuo romanzo si evince che parli di un viaggio: Luca, Chiara e Callum partono in un’avventura attraverso l’immaginazione alla scoperta della teoria del Tutto, cioè una teoria tale da poter spiegare qualsiasi fenomeno attraverso una semplice ed elegante equazione, dalle piccole particelle fondamentali fino ai misteriosi buchi neri. Potremmo dire che si tratta di fantascienza? Spiegaci di fronte a che genere di romanzo ci troviamo.

    Lo spunto di questo libro è scientifico: ho voluto ipotizzare una teoria alternativa a quelle degli scienziati, per spiegare il funzionamento dell’Universo. Su questa base ho edificato una costruzione immaginaria: e se le leggi naturali fossero governate da un gruppo di Scrittori in grado di redigere le nostre vite su volumetti dalla copertina consunta? In questo senso è fantascienza classica.

    Ognuno dei miei lettori di prova, però, ha dato una sua impressione diversa: chi lo definisce un giallo, chi un’avventura, chi un fantasy o “Harry Potter” (in effetti, la fisica quantistica è un po’ magia). Questo è quello che ho cercato di fare: amo la fantascienza, ma non ho voluto scrivere il terzo romanzo di astronavi e viaggi nel tempo. La Teoria del Tutto è una storia originale, che interseca vari generi e li usa per i propri fini. Che sono poi quelli decisi dagli Scrittori che controllano la mia vita, no?

    2. Chi ha già letto il tuo romanzo sostiene che si tratta in un’opera molto scorrevole, piena di colpi di scena e che i personaggi appaiono molto ben caratterizzati. Come hai lavorato per ottenere questi effetti?

    Il mio metodo di lavoro è abbastanza antitetico rispetto ai manuali. Di solito inizio costruendo i personaggi, descrivendone ogni dettaglio con una certa minuzia. Questo lo fanno tutti. Poi, però, con in mente soltanto una trama di massima, li getto in una situazione iniziale e osservo il loro comportamento. Potrei definirmi uno studioso della vita immaginaria. Conoscendo il loro modo di agire, le situazioni si svolgono con una certa indipendenza, davanti ai miei occhi. Come se le stessi leggendo. È per questo che amo scrivere: è un viaggio insieme ai miei personaggi, non lo sviluppo tecnico di qualcosa preparato a tavolino. Mi piace stupire, e “schiaffeggiare” il lettore, non coccolarlo. Quando giungo a un punto consolidato, cambio le carte in tavola. Perché in questo romanzo nessuno è in fondo chi dice di essere.

    3. La fantascienza è un genere per appassionati, tuttavia ci sono classici della fantascienza che hanno ottenuto apprezzamenti al di là della loro nicchia specifica. Una persona che non ama questo genere come si troverebbe ad affrontare il tuo romanzo e perché dovrebbe farlo?

    Ho scelto una trama che si distacca dai normali archetipi della fantascienza proprio nella consapevolezza di voler raggiungere un pubblico più ampio. Chi non ama il sotto testo su alieni, Universo e altre “oscure materie”; potrà apprezzare comunque gli altri aspetti del libro, come il mistero che sconvolge da un giorno all’altro la vita di un giovane normale, appassionato di scrittura. In più, vi offro un giro turistico che tocca alcuni luoghi meno noti di Milano: per chi non la conosce è un’occasione per scoprire una città diversa dal solito centro storico (che, in ogni caso, è presente. E si anima, letteralmente…).

    4. Ho recentemente scoperto che tu hai una passione per le fiabe e che sei molto bravo a scriverle. Come si lega questo genere a quello de La teoria del Tutto?

    Per me raccontare storie è un modo di stimolare la fantasia dei lettori, oltre che una terapia per cercare di comprendere meglio me stesso. L’obiettivo principale che mi pongo è questo. Tutto il resto, far riflettere, trasmettere un messaggio, diventare ricco sfondato, è un contorno importante, ma non fondamentale. Fiabe, romanzi e racconti di genere, sono tutti strumenti per raggiungere questo scopo. Ogniqualvolta un lettore si sforza di immaginare mondi alieni, una Milano scossa da forze oscure o un Tirannosauro che salva la propria isola in compagnia di una Giraffa vezzosa e tre formiche festaiole, allena la propria apertura mentale e si arricchisce molto più che con qualsiasi messaggio o insegnamento trasmesso da un altro umano come lui.

    5. Mettersi in gioco con un crowdfunding non è da tutti. Impone di mettersi in gioco e di superare ostacoli a cui prima non si aveva mai pensato. Fino a questo punto quali sono state le difficoltà maggiori e come le hai affrontate?

    La mia difficoltà più grande è stabilire nuovi rapporti dal vivo. Mi piace lavorare e discutere con altre persone, e fare rete utilizzando gli strumenti di comunicazione moderna. Ho gestito community e blog collaborativi quando ancora non erano strumenti di marketing, ma se si tratta di andare a stringere la mano a uno sconosciuto o a offrire da bere a una ragazza al bar, non fa per me. Una campagna di questo genere, però, non può fermarsi al solo Web. È quindi un ostacolo da superare, ma al contempo una sfida accattivante. Sto lavorando molto su questo aspetto, cercando di mettermi sempre più in gioco,  progettando eventi per incontrare persone e grazie anche a un laboratorio teatrale. È fondamentale non solo per il crowdfunding, ma per la vita stessa.

    6. Lavori nel sociale. Ti occupi di comunicazione in una organizzazione non-profit che aiuta le persone in difficoltà con il lavoro. Sovente utilizzi la scrittura e lo storytelling come metodo di lavoro anche in questo campo. Quanto la tua esperienza lavorativa ti è stata utile in questa avventura con bookabook?

    Molto, perché grazie alle mie esperienze professionali posso sperimentare vari mezzi, dai video su Youtube alle campagne su Facebook, muovendomi con abbastanza libertà e giocando con la creatività. Sto anche imparando molto dalle nuove relazioni costruite grazie a questa campagna, e ciò che imparo lo riverso nel lavoro. Questa sfida è quindi per me ambivalente: da una parte raggiungere il sogno di scrittore, dall’altra arricchirmi di esperienza su una tecnica che utilizzerò in futuro anche per i progetti solidali di ReAgire, la mia associazione.

    Ed ora l’appello finale: convincimi in poche parole a sostenere il tuo romanzo.

    Convincerti? Non è necessario. Chiederò a Luca di inserirlo tra i tuoi compiti di domani. Perché invece non trasformarla in una scelta consapevole e non dettata dagli Scrittori? Corri subito a leggere l’anteprima!

    come è andata a finire?

    Ok, Daniele, lo ammetto. Mi hai convinta. Alla fine ho deciso di sostenerti e, appena il libro sarà disponibile, ti leggerò.

    E voi che fate? Lo sostenete assieme a me? 😉

    screenshot-la-teoria-del-tutto

     

    *********************************************

    Daniele SAVI: Nato nel secolo scorso, dai favolosi anni ’80 cammino attraverso la realtà rubandone ogni tanto un pezzetto, per trasformarlo in mondi e sogni. Ho scritto diversi racconti e qualche romanzo, e mi occupo di creatività in varie forme, parole, immagini e video. Mi manca solo di saper cantare. Amo mettermi in gioco, e ho accettato la sfida dell’associazione ReAgire, che ha l’ambizione di creare nuove opportunità d’impiego accompagnando in un viaggio comune lavoratori e disoccupati.

    Il sito | Facebook | Twitter

    La campagna su Bookabook.it

     

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    19 Comments

    • Anche a me non piace(va) molto la fantascienza. Grazie a Daniele, e a Carla Monticelli, non dico che stia diventando un appassionato; ma la guardo con maggiore attenzione.
      Io sostengo già il progetto 🙂

      • Grazie anche da parte mia. Fa sempre piacere vedere scrittori che sostengono scrittori. 😉

      • Se vai avanti così in futuro farai un video vestito da Star Trek 😛
        Grazie del sostegno Marco, non solo in questa campagna 🙂
        (e ora vado a cercarmi Carla Monticelli!)

    • Grazie Silvia! Tu e Paolo Forte siete le due persone che mi hanno convinto, direttamente o indirettamente, ad imbarcarmi nell’impresa di Bookabook. Quindi sono entusiasta di aver conquistato anche il tuo sostegno 🙂
      Come sempre, rimango a disposizione di chiunque voglia approfondire i temi di questo articolo! 🙂

      • Te lo sei meritato, Daniele.
        Poi, come sai, ci sono passata e capisco benissimo cosa significa l’ebbrezza di un sostegno ottenuto e la delusione di uno che non arriva.
        Come ho già detto mille volte, la cosa che più ho apprezzato di questo percorso è stata proprio la sfida, il mettersi in gioco contro se stessi. Una grande palestra di vita, prima di tutto.
        Poi, da mentore per Bookabook, ho sperimentato la bellezza di condividere un progetto: quando qualcuno degli autori che seguo ce la fa, è davvero una grande gioia anche per me. 🙂

    • nadia

      Bell’intervista.
      Anche io ho già sostenuto Daniele perché penso sia davvero un libro molto curioso e meriti la lettura, ora dopo aver letto le risposte qui ne sono ancora più convinta. Di libri di fantascienza non credo di averne mai letti (a parte Verne ), ma di film invece altroché. Total recall (atto di forza) se non sbaglio l’ho visto almeno una ventina di volte fino a consumare il vhs perché lì la fantasia spazia che è una meraviglia.
      Adesso si tratta di avvicinarsi allo sprint finale, in bocca al lupo Daniele e provale tutte: contest, scambio di sostegni, aperitivi, cene con amici… non vedo l’ora di avere il libro sul comodino.

      • Eh tu Nadia ne sai qualcosa del provarle tutte, vero? Sei stata un grande esempio di come costruirsi il successo da soli e ce l’ha fatta alla grande. I nuovi autori in crowdfunding hanno molto da imparare da te. 🙂

        • nadia

          Oh grazie, ma pensando a quanto ancora io abbia da imparare e quanto tu mi sia sempre stata preziosa…
          Però una cosa è certa, si tira fuori il meglio: determinazione, faccia tosta, forza. E da qualche parte si arriva, superati gli ostacoli iniziali diventa più evidente la passione capace di travolgere tutti. In bocca al lupo Daniele, anche se sono certa che ce la farai.

      • Grazie Nadia 🙂 Sì sto pensando a tante cose, anche a un contest per convincere i sostenitori a “portare un amico” 🙂 Nel frattempo ho una piccola novità per i prossimi giorni: un video con il mio faccione per spiegare il tema scientifico su cui si basa il libro 😀 A breve su Youtube 😛
        (abbiate pietà di me)

        • nadia

          ah non vedo l’ora anche perché mettersi in ridicolo fa parte del gioco, se non si sbaglia non si diventa simpatici e la gente noiosa non la vuole nessuno.

    • Helgaldo

      Domanda: che fine fa un libro in crowdfunding se non raggiunge l’obiettivo stabilito? Che poi l’obiettivo è raggiungere un certo numero di copie che ripaga i costi, giusto?

      • Ti ha risposto già ampiamente Daniele, per cui aggiungo solo che il metodo di Bookabook è variato nel corso degli anni. Ora l’obiettivo non si raggiunge più in denaro, ma proprio in copie pre-ordinate (150 in totale tra cartaceo e ebook).

      • Salve Helgado, l’obiettivo principale è dimostrare che il libro riesce a costruirsi un suo piccolo mercato grazie al passaparola, Chiaramente poi Bookabook si finanzia con la vendita delle copie come una normale casa editrice. Sabato scorso durante Bookcity il fondatore di Bookabook ha spiegato proprio che loro si prefiggono di sostenere autori che superino due selezioni: quella della qualità, effettuata dai loro editor prima della campagna, e quella della “vendibilità”, propria di ogni campagna di crowdfunding.

        Nel caso specifico, se la campagna non supera le 50 copie prenotate i soldi vengono restituiti ai sostenitori, come in un normale crowdfunding. Se invece supera le 50 copie, allora Bookabook garantisce una revisione del testo “leggera” (non un vero e proprio editing) e invia comunque le copie impaginate (o gli ebook) a chi le ha ordinate. Poi però i diritti tornano interamente nelle mani dell’autore.

    • Anch’io sostengo già il progetto.
      Che Milano fosse piena di buchi lo sapevamo (hihi) ma che dentro uno di questi buchi ci sia addirittura la gestione di tutto l’Universo… devo sapere come va a finire, ecco.

      Domanda: non è un po’ insidioso l’aver scelto il titolo “La teoria del tutto” proprio dopo il successo del film biografico su Stephen Hawking, tratto dal libro Verso l’infinito di Mary Hawking? Da una parte può favorire le ricerche online, dall’altra qualche sprovveduto può pensare “ah si, ho già visto il film…”

      • Un’altra scrittrice che sostiene scrittori. Brava, Barbara. Tu sei una su cui si può sempre contare. 🙂

        • Un’altra scrittrice…?? Chi? dove?
          Sempre sempre no…finchè tien botta la carta di credito! 😛

          • Tu, sì, proprio tu scrittrice!
            Beh, certo, nel limite del possibile. Ma io ti vedo sempre in prima linea a sostenere gli altri… 😉

          • nadia

            Ah ah ah Barbara a chi lo dici… vorrei comprare i libri di tutti, ma quando quel pezzettino di plastica mi dice no credit devo interrompere. Sigh! Ma chi diamine li ha inventati i soldi non poteva distribuirne di più a tutti e non a campione?

      • Ciao Barbara, grazie 🙂 Me lo hanno chiesto altri, anche con l’accezione di eventuali problemi di diritti (in realtà “la teoria del tutto” è un termine comune usato in ambito scientifico, come “la teoria della relatività”). Forse può favorire le ricerche, anche se in generale penso sia uno svantaggio in termini di posizionamento (visto che cercando quel termine, ci sono già migliaia di contenuti legati al film e scientifici prima di me). Riflettendoci un po’ ho comunque prediletto, per ora, questo titolo (aggiungendo il sottotitolo “un’avventura fantastica ambientata a Milano”), che si adatta perfettamente al tema, ai contenuti ed è evocativo al punto giusto, rispetto alle alternative che avevo sottomano. 🙂

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