Noi qui, nel biellese, siamo gente schiva. Non credo che c’entrino le montagne, come spesso si dice, né l’isolamento.
Isolati, a dire il vero, non lo siamo mai stati se persino la base della Statua della Libertà fu costruita con la sienite della Balma dagli scalpellini nostrani. Per non parlare della quantità di biellesi emigrati in Francia, Germania, Svizzera, Americhe.
Semmai abbiamo contribuito noi stessi a isolarci, non investendo mai sulle vie di comunicazione e tenendo lontani i potenziali turisti.
Eppure Biella è una terra bella, piena di luce e di vita.
Il mio progetto di bookcrossing
Io amo la mia città. Ci sto bene. E amo persino i biellesi che, mescolati come sono con veneti, meridionali, immigrati di tutti i tipi, sono biellesi solo sulla carta d’identità.
Eppure la biellesità si contagia e porta a dimenticare il mondo di fuori e la nostra bellezza di dentro.
A volte siamo piccolo borghesi, un po’ troppo snob, un po’ provincialotti: attenti al nostro cortile come se fosse il centro dell’universo.
E non ci accorgiamo che se il mondo è paese, in ogni paese c’è tutto il mondo. Anche qui.
Io alla mia città sono riconoscente. Le devo molto. Mi ha dato una terra, le radici, una culla dove crescere e vivere.
Per questo ho deciso di farle un piccolo regalo.
A giugno ho pubblicato il mio primo romanzo Come se fossimo già madri.
Anziché donarlo alle biblioteche o ai luoghi istituzionali, ne ho lasciate 5 copie nelle strade.
Mi piace pensare che qualcuno, passeggiando per le vie della nostra città, possa trovarne una copia. Prenderla, leggerla e poi lasciarla in un altro luogo, contribuendo a diffondere il messaggio che #Biellaèbella.
Molti me l’hanno sconsigliato. Dicono che andranno sprecate. Che verranno rubate o che verranno buttate via.
In fondo Biella non è una città che legge.
Una sfida per dimostrare che, invece, sì: Biella è una città che legge
Che gusto ci sarebbe se Biella fosse una città facile? Se fossimo nel nord Europa dove iniziative come la mia sono la normalità?
Io vorrei andare oltre i luoghi comuni, vorrei superare le piccole paure dell’insuccesso.
Fallire non è un dramma. Semmai è il primo passo per ricominciare a camminare.
Per questo non ho timore che la mia iniziativa non decolli. Io ci avrò comunque provato.
Voglio fidarmi della mia città e dei miei concittadini, perché la fiducia è il più bel dono che si possa fare.
Voi che fate, venite a cercare i miei libri?
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Una postilla: assieme a me credono in questo progetto anche altre persone.
Per prima la mia casa editrice Bookabook.
Poi alcuni esercizi commerciali come Più di un confetto, e altri piccoli negozi di paese che hanno scelto di vendere il mio libro. Sono l’edicola Nevenzi Marisa di Andorno Micca, C’era una volta di Elisa Bocca a Bioglio e La bottega della Masca di Monica Fracasso a Ternengo.
Sono piccole realtà che offrono un servizio prezioso ai loro concittadini e che combattono contro lo strapotere dei supermercati. Anche grazie a loro #Biellaèbella. Ed è bello che noi non ce ne dimentichiamo.
4 Comments
Oh che meraviglia, non solo Silvia ricompare nel nuovo, bellissimo, blog, ma anche con una straordinaria notizia. Spero di cuore nessuno dei libri liberati e ritrovati vadano persi, ma anzi apprezzati. Complimenti per il video, come dire… sempre più brava, ora non ti ferma più nessuno.
Eh, non lo so se non mi ferma più nessuno. Però, sai com’è, ci si prova… 😉
Geniale! Quasi quasi…
Non so se sia geniale. Ma se vuoi ti faccio sapere come procede. 😉