Terza antologia solidale e l’appello ai professionisti: il branco chiama.

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    Sappiatelo: abbiamo bisogno di voi. Se possibile, ancora di più di quanto ne abbiamo avuto finora.

    Il lavoro sul progetto solidale Buck e il Terremoto in pochi mesi si è esteso in una misura impensabile ancora pochi mesi fa.

    Quella che sembrava essere la pubblicazione estemporanea di un’unica raccolta di racconti a scopo di beneficenza è stata invece la prima pietra di una “costruzione” a lunga scadenza. Non solo le raccolte sono diventate due, e tra poco saranno tre, non solo ci sono state presentazioni ufficiali in varie sedi dal Nord al Centro Italia, ma in un futuro non molto futuro si prospetta la partecipazione a Bookcity in una sede molto prestigiosa qual è la biblioteca del Castello Sforzesco, inoltre all’orizzonte già si vede la concretizzazione di un altro progetto ambizioso di cui non è ancora ora di svelare i particolari.

    Come potete ben capire la gestione di tutto ciò comporta un lavoro vero e proprio.

    Eravamo quattro amici al bar…

    Forse non solo quattro, forse non al bar, ma per certi versi sì, volevamo cambiare il mondo. O almeno quella parte di mondo che non vogliamo accettare: il dolore, la sofferenza, la mancanza di prospettive di chi ha subito un danno che, presto, è diventato un torto.

    Nessuno è immune dalla sventura che ti può piombare in testa come un terremoto che sconquassa tutto. Chi anche ha la fortuna di non perdere la vita o gli affetti, subisce comunque una privazione. Negli aspetti concreti: la casa, l’attività produttiva, gli oggetti che ci identificano nella nostra quotidianità. Ma anche il furto della serenità e della speranza. Il furto del futuro.

    Buck e il terremoto è stata la risposta di Serena Bianca De Matteis al furto della speranza. Che ha coinvolto tutti noi che siamo entrati a far parte del branco (non riesco più a contarle ma sono più di quaranta).

    Ognuno ha donato qualcosa di sé: chi un racconto, chi un disegno, chi la propria voce, chi le proprie competenze.

    Eppure,  non basta.

    Abbiamo bisogno di essere tanti, sempre di più

    Non basta perché per tenere in piedi un progetto di queste dimensioni ci vogliono professionisti, ci vuole tempo, dedizione e costanza. Ci vogliono figure professionali che possano eventualmente sostituire quelle che finora hanno gestito i vari aspetti. Come in un’azienda vera e propria non è accettabile che l’intoppo personale di uno degli elementi della squadra metta a repentaglio il lavoro di tutto il gruppo.

    Finora non è mai successo, ma non si può pensare che un problema personale (un’influenza, un impegno lavorativo o famigliare) nuoccia a un progetto intero, tanto più che l’unico fine è quello della solidarietà.

    Inoltre c’è bisogno di professionalità. Per quanto si tratti di un lavoro volontario e non pagato, non si può prescindere dal fatto che chi acquista il prodotto finito, in virtù dei soldi che spende, sebbene con un fine solidale, ha diritto a ricevere un prodotto di qualità. Altrimenti sarebbe più corretto chiedere una semplice donazione.

    Di che cosa abbiamo bisogno?

    Prima di tutto abbiamo bisogno dei vostri racconti per la preparazione della raccolta natalizia. Come nelle altre due raccolte, abbiamo bisogno di racconti di speranza. Come sempre sono ben accetti temi che abbiano a che fare con il terremoto e con gli animali, mentre si richiede almeno un riferimento al Natale.

    Qui potete trovare il bando completo.

    Inoltre abbiamo bisogno della collaborazione volontaria di alcune figure professionali specifiche quali: editor, illustratori, grafici, content manager.

    Anche il questo caso trovate qui l’appello.

    Che cosa offriamo

    Per precisa volontà di tutto il branco, ogni contributo professionale verrà svolto senza fini di lucro in quanto l’intero ricavato dalla vendita delle raccolte viene donata alla Croce Rossa.

    Tuttavia ci pare di poter dire che dal lato umano ci sia un corrispettivo di grosso valore: la consapevolezza di aver contribuito a un progetto solidale in primis, ma anche la possibilità di poter entrare in un gruppo di lavoro competente e collaborativo e, perché no?, una buona visibilità personale.

    Che fate, vi unite a noi?

    Se ti è piaciuto, condividilo!

    1 Comment

    • Giulia Mancini

      Mi piacerebbe partecipare ancora con un racconto, spero di farcela 🙂

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    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
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