Il 2 giugno e il senso di una festa

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    Di solito non parlo delle ricorrenze. E’ argomento controverso, a volte poco interessante, e forse annoia pure i lettori. Però oggi è il 2 giugno: la mia rubrica del giovedì cade proprio in una festa nazionale e mi viene spontaneo proporre qualche riflessione.

    Noi italiani abbiamo il gusto per la polemica, e mica solo quando si tratta della rosa di giocatori da scegliere per gli Europei.

    Secondo me tutto nasce dall’abitudine di ragionare per etichette e di vivere altrettanto condizionati da esse.

    C’è una festa nazionale? Pensiamo che il festeggiarla o ignorarla dipenda dalla nostra connotazione politico-social-culturale.

    Sei di sinistra? Allora festeggi 8 marzo, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno. Schifi San Valentino, la festa della mamma, del papà e dei nonni (bollandole come feste commerciali), la Pasqua con chi vuoi è già prevista e il Natale un’incombenza ipocrita e fastidiosa. La grigliata di ferragosto non la salti, ma che sia a contenuto vegano o almeno di origine biologica. Meglio se in un agriturismo radical-chic.

    Sei di destra? Accogli le feste religiose come parte delle nostra cultura, vai persino a messa a mezzanotte e ti ingozzi di panettone e di vin brulé. Il 25 aprile e il 1 maggio ti fanno venire l’orticaria insieme a tutta la prosopopea vetero-comunista, anche perché poi le foibe…

    Sei leghista? Beh, qualunque festa è un’occasione per una porchetta alla griglia.

    Sei un grillino? Ecco per te è dura. Tocca aspettare di sapere che cosa ne pensa il popolo della rete. Per cui rimani lì con lo spumante in fresco e il tappo pronto a scappare mentre il sondaggio è ancora in corso.

    Suvvia, le persone non sono etichette. Ragionano con la loro testa, leggono, si informano e poi, soprattutto, cambiano idea.

    Io ho cambiato idea tante volte. Spesso sbagliando e poi tornando sui miei passi, altre volte accorgendomi che io stessa ero cambiata e che un’idea passata non era più conforme a quella che ero diventata.

    Tra i tanti due giugno della mia vita ricordo due occasioni in cui partecipai a feste ora molto lontane da me. Una volta fu il matrimonio di una cara amica, ormai scomparsa. L’altra fu il battesimo di mio figlio, otto anni fa.

    Il fatto che feci battezzare mio figlio quando aveva quasi due anni già testimonia il mio attardarmi a prendere una decisione scomoda. Alla fine la mia scelta fu dettata più dall’intento di non scontentare mio marito che da reale convinzione, nonché dalla considerazione che un po’ di acqua sulla testa non avrebbe potuto danneggiare il mio bambino più che uno scroscio di pioggia improvvisa.

    Da lì in poi ne è scesa d’altra pioggia e le cose sono cambiate. Le mie idee assieme ad esse.

    Eppure credo che sia normale fissare certe date come occasione per festeggiare, senza il rischio di sembrare ipocriti o non aderenti al proprio cliché.

    Ma festeggiare che cosa?

    Quasi tutti festeggiamo i compleanni. Con quel semplice augurio o con un regalo ricordiamo al festeggiato che siamo felici che sia nato, tanto o poco tempo fa.

    Ecco, io certamente non condivido tutto quello che questa nostra bistrattata Repubblica rappresenta. Così come non posso essere d’accordo al 100% con le persone a cui, comunque, voglio bene. Porgo loro i miei sinceri auguri nel giorno del loro compleanno e sono felice che facciano parte della mia vita anche quando abbiamo opinioni diverse.

    Allo stesso modo, al di là dell’essere di destra, di sinistra, di centro (beh, no, leghista proprio no!), sono felice che questa Repubblica sia nata. E credo che, a ben guardare, con tante magagne che ci portiamo dietro, siamo stati fortunati a nascere in uno dei Paesi del mondo in cui la vita è più sicura e tutelata.

    Buon 2 giugno, ragazzi. Buon Compleanno, Repubblica italiana.

    Se ti è piaciuto, condividilo!

    7 Comments

    • Io pensavo che si festeggiasse il compleanno dell’Anfuso :O 😛
      Buon 2 giugno a voi che in Italia festeggiate 😉

      • Hai ragione. Oggi è l’anfuso day. Strano non sia ancora festa nazionale! 😉 😛

    • nadia

      Io non sono festaiola di natura, evidentemente mi manca quel pezzo di dna che mi fa saltare in aria e dire “evviva facciamo festa!”. Però davanti ad una ricorrenza di quelle importanti, da calendario rosso, non posso fare a meno di interrogarmi. Infatti non la capisco la domenica che arriva al lunedì per i parrucchieri, al mercoledì per i commercianti alimentari, ma se lavorano in un centro commerciale allora no…si salta. Ecco una sana domenica di relax ci vuole un po’ per tutti, e se ti manca il pane, allora te lo fai, ma certo un dottore salva vita serve. Però il discorso poi cade su altro, e mi sento tra li grinfie di un linguaggio di famiglia che mi ricorda che solo qualche anno fa per avvisare di un ritardo dovevi averlo il gettone in tasca e trovarla una cabina telefonica.
      Tutto questo per dire che i tempi cambiano, e come cambiano, così veloci che tutto si supera velocissimamente. Troppo. Il rischio è stravolgerci.
      Alla domanda dei miei figli del perché di questa festa, molto apprezzata visto il ponte a scuola, ho solo detto che ci ha resi più Italiani. Quindi sì. Buona Festa. Perché un tempo, qualcuno di coraggioso ed idealista ci ha creduto. Poi il resto lo hanno fatto e cambiato altri.

    • Daniele

      Io non amo le feste, di nessun genere, eppure non sono di sinistra. Non vedo cosa ci sia da festeggiare, però. Si parla di libertà e di repubblica, però al governo abbiamo un tipo che detta legge e nessuno ha votato e grazie all’Unione Europea siamo un paese a sovranità limitata e qualcuno stabilisce cosa possiamo e non possiamo fare in casa nostra.
      Tutti quelli che sono morti nei secoli passati per darci la libertà si stanno rivoltando nella tomba.

    • Terreno controverso e ricco di insidie…
      La politica ha lo straordinario potere di mettere contro tutti su ogni argomento e poi, come per magia, brindare allo stesso tavolo per l’intesa raggiunta.
      Io poi, sono uno che fa fatica a “sentire” il Natale, figuriamo il 2 Giugno…
      Concordo con Daniele: credo che oggi come oggi ci siano parecchi giri di valzer nelle tombe dei partigiani (e non solo).

    • Io dico sempre che parlare di politica rovina le amicizie. Ho idee abbastanza convinte e mi è capitato di rimanere delusa quando qualcuno a me caro ha dichiarato di essere dall’altra parte, anche se, ormai è tutto un polpettone e le divisioni politiche hanno assunto una connotazione molto diversa.
      Io oggi credo che ci sia da festeggiare il fatto che 70 anni fa si usciva ufficialmente dal ventennio di dittatura fascista e le donne andavano al voto per la prima volta, da donna credo di avere davvero un buon motivo per brindare! Questo è anche ciò che ho brevemente raccontato nel mio post. Auguri Silvia!

    • Scusate il ritardo, un piccolo problema sul blog, ora risolto.
      Rispondo a tutti con una risposta cumultativa, visto che sono già passati due giorni.
      Concordo con tutti voi sul fatto che quello che vorremmo vedere al Governo di questa Repubblica è ben diverso da ciò che invece è, ma credo che proprio per questo valga la pena di ricordare il motivo di questa ricorrenza.
      Ciò non vuol dire ballare sui tavoli o sprecare soldi preziosi in frecce tricolori. Vuol dire semplicemente fermarsi un attimo e rivolgere un pensiero a ciò che siamo e ciò che avremmo potuto essere se qualcuno non avesse dato la vita per noi. Omaggiare col pensiero quelli che si stanno (probabilmente) rivoltando nella tomba è, da parte nostra di privati cittadini, un modo per dir loro grazie e per non dimenticare.
      Io ho due figli e per me è importante che capiscano. Perché la storia si ripete, purtroppo. E dimenticare è il primo passo per permettere che certe atrocità si ripetano ancora.
      Tutto ciò lo dico non in nome di Renzi, o di Mattarella o di chi volete. Bensì a nome mio. Senza retorica e senza politica.

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    Vivo con due figli, un marito e un gatto in una casa ai confini del bosco. 
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